Concorsi pubblici 2025, cosa cambia: le novità nella bozza del Decreto PA. Cosa sapere

Cronaca
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Introduzione

Ci sono alcune possibili novità in vista per quanto riguarda i concorsi pubblici: a contenerle è la bozza del decreto sulla Pubblica Amministrazione, che dovrebbe essere confermata dal Consiglio dei ministri nel corso del mese di febbraio. Ecco cosa potrebbe cambiare

Quello che devi sapere

La centralizzazione dei concorsi pubblici

  • Secondo quanto riporta Il Messaggero, a gestire tutti, o quasi, i concorsi dello Stato centrale dovrebbe essere il Dipartimento della Funzione pubblica attraverso la Commissione Ripam. Questa centralizzazione dei concorsi riguarderà tutti i possibili profili, dai dirigenti di prima e seconda fascia fino all’ultimo posto. Nessuna Amministrazione potrà agire in maniera indipendente

 

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I fondi per le figure del settore digitale

  • Nel testo è presente anche un’altra novità: si dichiara infatti che verranno pubblicati avvisi per reclutare specialisti in psicologia del lavoro e risorse umane proprio per organizzare questi concorsi unici. Inoltre, il 10% dei fondi risparmiati, grazie alla cessazione del personale, dovrebbe essere destinato all’assunzione di nuove figure professionali con competenze specialistiche nel settore digitale

 

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Il reclutamento dalle Its Academy

  • Novità anche per il reclutamento delle figure nelle Amministrazioni locali. Nel testo infatti si dichiara: “Per i Comuni, le province e le città metropolitane una percentuale del 10 per cento delle facoltà assunzionali può essere destinata al reclutamento di soggetti in possesso del diploma di specializzazione per le tecnologie applicate, ovvero del diploma di specializzazione superiore per le tecnologie applicate rilasciato dagli Istituti tecnologici superiori (ITS Academy) nonché dei diplomi di istruzione tecnica superiore ove strettamente conferente ai profili tecnici banditi”

Il passaggio al contratto a tempo indeterminato

  • Alla scadenza dei contratti a tempo determinato di 36 mesi, “in presenza dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego, ivi incluso quello relativo al possesso del titolo di studio, e della valutazione positiva del servizio prestato, il rapporto di lavoro si trasforma in rapporto a tempo indeterminato nei limiti delle facoltà assunzionali già utilizzate”

I premi

  • Nel testo si riporta anche il proposito di armonizzare i salari accessori dei dipendenti pubblici. Un tema, quello dei premi, sul quale impera una mancanza di uniformità: al ministero della giustizia il salario accessorio, secondo i dati pubblicati nel Conto annuale del Tesoro, vale 646 euro l’anno. All’Inps si arriva a quasi 17 mila euro. Se alle infrastrutture ci si ferma a 695 euro, all’Agenzia delle entrate, invece, si sfiorano i 5 mila euro, mentre al ministero dell’Interno i bonus valgono poco più di mille euro. Per questa ragione l’armonizzazione dovrebbe avvenire gradualmente in più anni

Procedure di mobilità

  • La bozza di decreto PA prevede anche che le amministrazioni dovranno destinare alle procedure di mobilità almeno il 5% dei posti messi a bando nel 2025 e salire fino al 15% nel 2027. Per l’immissione in ruolo andrà data la precedenza ai dipendenti provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o di fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che fanno domanda di trasferimento. “Per l’anno 2025 - si legge sempre nella bozza - le amministrazioni, esclusa la Presidenza del consiglio, inquadrano il personale proveniente da altre amministrazioni che ne abbia fatto richiesta e che si trovi in posizione di comando, distacco o di fuori ruolo, e che abbia maturato, in tali posizioni, almeno 36 mesi di servizio”, si dichiara nel testo. Senza però una valutazione delle performance soddisfacente non ci sarà la possibilità di spostarsi

Indata

  • Inoltre, al fine di garantire il pieno conseguimento degli obiettivi indicati nella Missione 1 del Pnrr nonché al fine di contrastare il lavoro sommerso attraverso il potenziamento e la valorizzazione delle banche dati pubbliche la società 3-I Spa, nata dall’unione delle competenze informatiche di Istat, Inail e Inps, assumerà la denominazione di Indata PA Spa. Per completare l’evoluzione dell’infrastruttura digitale del Paese e razionalizzare i progetti di digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, si legge ancora nella bozza, la Società Indata PA Spa favorisce l’interconnessione e la standardizzazione a fini dell’interoperabilità dei sistemi informativi e delle banche dati. Alla società sono trasferite gestione e funzioni dell'Agenzia per l’Italia digitale

 

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