Saluto romano e svastiche al funerale, otto militanti di estrema destra a processo
CronacaI fatti risalgono al gennaio del 2022, durante la celebrazione delle esequie di Alessia Augello, appartenente a Forza Nuova. Ai militanti rinviati a giudizio il pm contesta la violazione delle leggi Scelba e Mancino in materia di apologia di fascismo e incitamento alla discriminazione, all'odio o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi
Otto militanti di estrema destra sono stati rinviati a giudizio dal gup di Roma e andranno quindi a processo per aver esposto la bandiera nazista e aver fatto il saluto romano durante i funerali a Roma della militante di Forza Nuova, Alessia Augello. Il fatto risale al 10 gennaio del 2022 e i funerali furono celebrati nella chiesa di Santa Lucia alla circonvallazione Clodia. Nei confronti degli otto imputati il pm Erminio Amelio contesta la violazione delle leggi Scelba e Mancino in materia di apologia di fascismo e incitamento alla discriminazione, all'odio o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Il processo è stato fissato al prossimo 17 settembre.
I fatti
Il 10 gennaio del 2022 la bara di Alessia Augello, militante del movimento di estrema destra Forza Nuova, morta a 44 anni il 7 gennaio precedente per complicazioni sopraggiunte dopo un intervento chirurgico, era stata avvolta dalla bandiera fascista che raffigura la svastica. La Digos aveva subito avviato le indagini, individuando come responsabili del gesto alcuni esponenti dell’estrema destra. Le immagini di quanto avvenuto e il momento stesso del saluto romano erano state riprese da alcuni cittadini affacciati dai balconi e pubblicate su internet, facendo subito il giro del web.

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Motivazioni del rinvio a giudizio
I giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza hanno definito il perimetro della condotta contestata ai militanti. Per stabilire la sussistenza di reato, in caso di saluto fascista, osserva la Cassazione, il giudice deve "in concreto" e alla luce di valutazioni complessive, accertare "la sussistenza" di una serie di elementi, tra cui "il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti", idonei a dare concretezza al pericolo di "emulazione". Nella sentenza i Supremi giudici affrontano anche la "chiamata del presente" in caso di commemorazioni. La Cassazione esclude che "la caratteristica 'commemorativa' della riunione possa rappresentare fattore" di "automatica insussistenza del reato". Nell'atto gli ermellini ribadiscono che la risposta "presente" e il saluto romano "integra il delitto previsto" dall'articolo 5 della legge Scelba sulla ricostituzione del partito fascista "ove, avuto riguardo alle circostanze del caso" costituisca un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista. Questa condotta, inoltre, "può integrare anche il delitto di pericolo presunto, previsto" dall'articolo 2 della legge Mancino sui crimini d'odio "ove tenuto conto del contesto" sia espressione "di manifestazione delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi" che hanno tra i loro scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
