Imogen, una delle vittime di quella notte, sarà ascoltata dalla Procura del capoluogo lombardo e ha deciso di parlare per mettere fine alla disinformazione online e assicurarsi “che la nostra storia venga ascoltata". "Era un gruppo organizzato di uomini disgustosi che meritano di soffrire le conseguenze delle loro azioni", ha detto
"Mi hanno afferrato le braccia e le mani, così non potevo difendermi”. Imogen è una delle vittime delle molestie di massa avvenute in Piazza Duomo a Milano la notte di Capodanno. La ragazza, studentessa universitaria 19enne del nord dell'Inghilterra, ha voluto raccontare tutto quello che ha vissuto quella notte in una lunga intervista al tabloid britannico Daily Mail. Imogen ha deciso di parlare allo scopo di dissipare la disinformazione online e "assicurarmi che la nostra storia venga ascoltata". Il suo racconto sarà poi ascoltato di nuovo dalla Procura di Milano che sta indagando sull’accaduto e che ha avanzato una richiesta di assistenza giudiziaria internazionale per raccogliere la testimonianza.
Cosa è successo
Imogen si trovava a Milano per trascorrere il capodanno con un gruppo di amici, due giovani connazionali e altri sei studenti belgi. “Mentre un gruppo mi ha circondato in quella che sembrava una aggressione organizzata, più uomini contemporaneamente hanno iniziato a molestarmi”, ha raccontato la giovane. "Ogni uomo che passava, una quarantina in tutto, cercava di palparmi in qualche modo, di sollevarmi il vestito, di separarmi dai miei amici o di picchiarmi", ha detto. "Ho lottato per liberarmi e loro se la godevano e si eccitavano per la mia angoscia". Ad un certo punto, ha spiegato Imogen, uno degli aggressori ha parlato di "violentarla" e lì lei ha sentito che stava "lottando per la sopravvivenza".

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Aggredita con liquido urticante
La 19enne nell’intervista ha parlato di vicenda "disumana" e ha detto di essersi ritrovata a terra sanguinante dopo aver cercato di respingere gli aggressori. "Ci hanno lanciato un liquido sconosciuto che ci ha irritato naso e occhi e sentivamo che non riuscivamo a respirare", ha aggiunto. A un certo punto la 19enne ha anche aiutato un'altra donna inglese che veniva molestata "da uomini che la palpavano ridendo" ed è riuscita a liberarla, ma poi gli aggressori se la sono presa con lei. Stando al racconto di Imogen, in piazza in quel momento non c'erano poliziotti in vista e, quando finalmente ha raggiunto degli agenti, le hanno detto che "non potevano fare nulla".

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"Nessuna questione religiosa"
Falso, secondo la ragazza, che gli assalitori avessero bandiere palestinesi. "Sono veramente sconvolta dopo aver letto molti articoli secondo cui si è trattato di un fatto di religione, indirettamente dando la colpa all'Islam, mentre sostenevano che il nostro attacco fosse Taharrush Gamea. Il male che abbiamo vissuto quella notte era l'assenza assoluta di religione", questo "era un gruppo organizzato di uomini disgustosi che meritano di soffrire le conseguenze delle loro azioni". Ora Imogen è rientrata nel suo Paese e ha presentato denuncia attraverso l'ambasciata italiana a Londra ma al tabloid inglese che l’ha intervistata ha spiegato che sta faticando a recuperare la fiducia nell'umanità dopo aver temuto di essere uccisa o violentata in un Paese che credeva sicuro.