Un’altra bambina ha rischiato la vita per l’ingestione di una pila a bottone. È stata salvata grazie alla collaborazione tra i medici dell’AOU Meyer Irccs e dell’Ospedale del Cuore di Massa
Un’altra bambina ha rischiato la vita per l’ingestione di una pila a bottone. È stata salvata grazie alla collaborazione tra i medici dell’AOU Meyer Irccs e dell’Ospedale del Cuore di Massa. La piccola, che ha solo un anno, ha lasciato da pochi giorni la rianimazione dell’Ospedale del Cuore dopo un ricovero in terapia intensiva, ma questo non è l’unico caso in Toscana. Lo scorso novembre una bambina è deceduta e un altro bimbo è stato fortunatamente salvato. Il dottor Lo Piccolo lancia per questo un appello ai genitori: “State attenti alle pile. Sono oggetti pericolosissimi”.
La bambina è arrivata in Ps giovedì
La bambina è arrivata con urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale pediatrico Meyer, a Firenze, nel tardo pomeriggio di giovedì scorso per l’ingestione di una pila. I genitori si erano accorti che la bimba aveva problemi nella deglutizione e ai medici hanno segnalato che, prima di addormentarsi, aveva giocato con una pila. Consapevoli del pericolo, i medici del Meyer hanno immediatamente effettuato una radiografia che ha evidenziato la presenza del corpo estraneo: una pila di due centimetri di diametro, nello sfintere esofageo superiore. Anche se, nella letteratura scientifica, la parte più pericolosa è considerata la mediana dell’esofago, per la vicinanza con l’arco aortico, gli operatori del pediatrico fiorentino hanno deciso di procedere con la massima urgenza.
Il delicato intervento
Dato che la lesione può raggiungere e danneggiare in tempi molto brevi i vasi aortici, mettendo in pericolo la vita dei pazienti, è necessaria la presenza di cardiochirurghi pronti a intervenire. Per questo è stata presa la decisione di trasportare la piccola all’Ospedale del Cuore di Massa, Fondazione Monasterio. Dal Meyer è partita un’équipe formata dal chirurgo endoscopista Roberto Lo Piccolo, l’anestesista Elena Lenares e una strumentista di sala Bernadetta De Rosa. La piccola è stata poi accolta in sala ibrida da uno staff multidisciplinare composto da anestesisti e intensivisti pediatrici, da cardiochirurghi, dal cardiologo, da infermieri di sala, l’anestesia e tecnici di circolazione extracorporea e di radiologia. Dopo l’ecocardiografia che ha escluso danni vascolari e cardiaci, lo staff di Monasterio ha eseguito la preparazione per l’anestesia generale e il monitoraggio della piccola.
“Abbiamo scelto di accogliere la piccola paziente in Sala ibrida perché - spiega il dottor Paolo Del Sarto, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione di Monasterio - quella sala consente di eseguire, in caso di bisogno, non solo un intervento cardiochirurgico salvavita ma anche eventuali indagini radiologiche e angiografiche, per documentare eventuali lesioni vascolari”. L’intervento, eseguito in endoscopia dal dottor Lo Piccolo, non è stato facile: la pila si era già incuneata nei tessuti dell’esofago e aveva creato una lesione. È stato necessario inserire degli strumenti di 5 millimetri di diametro nella cavità orale della paziente e utilizzare delle pinze minuscole per rimuovere il corpo estraneo. Per fortuna, non c’è stato alcun danno aortico ma la bambina è stata comunque trasferita per alcuni giorni in terapia intensiva. Le sue condizioni sono progressivamente migliorate e questo ha permesso il trasferimento nel reparto di degenza pediatrica dell’Ospedale del Cuore.