Al centro della vicenda, il punto vendita dentro il centro commerciale “Da Vinci” di Fiumicino, a Roma. Le indagini dei carabinieri sono iniziate nel marzo 2023 dopo la denuncia presentata dal responsabile
Sono ventisei le persone, tra cui dipendenti, manager e clienti a cui è stata notificata la chiusura indagini da parte della procura di Civitavecchia sui furti all’interno del punto vendita di Leroy Merlin dentro al centro commerciale “Da Vinci” di Fiumicino. Il Pubblico Ministero deve procedere alla richiesta di rinvio a giudizio e sottoporre i soggetti a processo. Le truffe coprono un arco temporale di circa due anni, dal 2021 al luglio 2023, e ad accorgersi delle incongruenze in fase di inventario è stato proprio il responsabile del punto vendita, che ha poi sporto denuncia. Le indagini dei carabinieri sono iniziate nel marzo 2023 e, attraverso il monitoraggio delle videocamere di sorveglianza, sono stati in grado di ricostruire e confermare una serie di furti da parte del personale, e non solo. Ora tutti i clienti, dipendenti ed addetti alla sicurezza di Leroy Merlin coinvolti nei reati sono accusati di furto aggravato.
Il valore della merce
Si tratta di truffe per un totale di circa un milione di euro. Il punto vendita dell’azienda francese, infatti, era diventato un luogo preso di mira dal mercato nero: grazie alla complicità di dipendenti e vigilanti, numerosi prodotti venivano svenduti a prezzi ribassati e illegalmente. Ad alimentare questo contrabbando, ad esempio, c’è chi aveva commissionato il furto di un condizionatore pagandolo la metà; chi aveva clandestinamente venduto una panca e un climatizzatore, chi del materiale elettrico; una persona si era fatta consegnare tutto il necessario per ristrutturare l’abitazione, come mattonelle, finestre e porte pagandole una cifra inferiore rispetto al valore di vendita; qualcun altro, sottobanco, delle porte e finestre a prezzi di favore; oppure rubato una caldaia dai magazzini. Sono poi stati rintracciati dalle Forze dell’Ordine anche un manager di una multinazionale che aveva istigato il furto di un salotto da esterno e di un tavolo da giardino; un ristorante in zona Trastevere che aveva commissionato il furto di due ventole nebulizzanti da mille euro l’una da inserire nel locale e un meccanico della zona che aveva rimediato oggetti per il suo lavoro ad un prezzo incredibilmente basso.
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I soggetti coinvolti
Sono, in totale, ventisei le persone sotto processo. «In molti casi ci sono documenti incontestabili, che non lasciano dubbi circa gli illeciti, in altri casi l’accusa è più debole e solo il processo potrà chiarire la reale entità dei danni e dei ruoli svolti» ha affermato un avvocato della difesa, cercando, come altri colleghi, di spingere l’inchiesta in direzione di una differenziazione nelle sentenze dei vari reati commessi.