La liberazione della giornalista è stata possibile grazie a un intenso lavoro di coordinamento tra le autorità italiane, la diplomazia e i partner internazionali. La stessa famiglia ha espresso gratitudine per l'impegno delle istituzioni
Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre, è finalmente libera. L'annuncio ufficiale è stato dato da Palazzo Chigi, con una nota che sottolinea il lavoro congiunto delle istituzioni italiane e l'impegno personale del Presidente del Consiglio, Giorgia Melon Daniele Raineri, compagno di Cecilia Sala, ha raccontato l'emozione del momento: “L’ho sentita, mi ha detto: ci vediamo tra poco. Era emozionata e contentissima. Le ho risposto anche io: ci vediamo a Roma”. Poi ha postato su Instragram: "Cecilia è libera. Un gran lavoro italiano. Grazie a tutti".
Il padre di Sala: "Confidavo nella forza di Cecilia"
Anche il padre di Cecilia, Renato Sala, ha condiviso la gioia e l'orgoglio per il ritorno della figlia. “Sono orgoglioso di lei. Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita e oggi è una di quelle. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale", ha detto l'uomo, aggiungendo che "è stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia". Renato Sala ha poi parlato della figlia, spiegando che la prima cosa che le dirà sarà che "sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda. Nei suoi giorni di prigionia l'ho sentita tre volte". Soffermandosi sulle trattative, ha affermato: "In questo periodo ho avuto l'impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse".
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I ringraziamenti a Tajani
Renato Sala ha anche ringraziato il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando l'importanza del loro rapporto di amicizia e delle informazioni tempestive ricevute durante la delicata operazione di negoziazione: "Fortunatamente io e Antonio Tajani abbiamo abitato per dodici anni a due passi l'uno dall'altro e c'è stata una frequentazione trasformata in un'amicizia. Il conforto di un'informazione, pur tutelata ma diretta e immediata indubbiamente ha aiutato molto", ha spiegato.
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"La immaginavo in Fmi ma è reporter con le p..."
"Confidavo nella forza di Cecilia perché è una ragazza in gamba. La mia speranza, essendo lei molto brava anche in matematica, era che intraprendesse una carriera nel Fondo monetario internazionale. E invece ha intrapreso la carriera del giornalismo, ma è fortunata e tosta. Insomma è una donna con le palle", ha proseguito Renato Sala. "Certo il suo è un tipo di giornalismo che crea complessità, ma non le ho mai rotto le scatole per questo. L'ho sentita a disagio in Ucraina e Afghanistan ma questa volta è stata durissima, anche perché un genitore non riesce a immaginare quando finisca e come finisca una vicenda del genere. Un conto è essere detenuta in Uk o Francia e un altro è esserlo in Paesi come l'Iran. Spero Cecilia si renda conto delle cose che il governo e l'intelligence hanno fatto per lei".
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La mamma Elisabetta Vernoni: "Sensazione della sua liberazione era forte"
"lo lo avevo appena saputo da Giorgia Meloni, ero già sul taxi mi ha chiamato Cecilia e mi ha detto: 'Mamma sto tornado a casa'". Sono le parole di Elisabetta Elisabetta Vernoni, la mamma di Cecilia Sala, a Chora Media nel podcast Stories nella puntata sul ritorno di Cecilia. "Le ho risposto: 'lo so Ceci, ti vengo incontro, ci troveremo in aeroporto', e lei mi ha detto: 'Sto bene, ti voglio bene, ci vediamo presto. Era la voce di Ceci di sempre. Diversa da quella che avevo sentito quando ha chiamato dal carcere. Poi è stato come se avessimo avuto fretta di chiudere la telefonata". "Se avevo sentore dell'imminente liberazione? Sì, forte ieri - ha aggiunto - Con Daniele eravamo in casa insieme e ho detto: siamo sotto i ferri non più in terapia. Io sento questo. E dopo un po' eravamo insieme per programmare il prossimo pacco per Cecilia. Eravamo pronti e il pacco dovevamo farlo ieri ma ci siamo guardati e abbiano detto: ma lo facciamo? Abbiamo detto no, è inutile. Ci basavano solo su sensazioni ma la certezza era forte".
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Il rapporto della famiglia con Musk
Lo scorso 29 dicembre - scrive il Post - Musk aveva ricevuto informazioni direttamente dalla famiglia. Dopo che Meloni aveva visitato Trump e la vicenda di Sala sembrava vicina a sbloccarsi, la madre di Sala aveva ringraziato Musk tramite il suo portavoce italiano, Andrea Stroppa, attribuendogli un ruolo negli eventi e dicendogli che in una sua prossima visita in Italia avrebbe cucinato a Musk un piatto della cucina italiana a sua scelta. Musk le ha risposto, sempre attraverso Stroppa, che mangerà qualsiasi cosa preparerà per lui Vernoni. Poco dopo il suo rientro in Italia, Cecilia ha inviato ai suoi colleghi di Chora Media un breve messaggio vocale: "Ciao, sono tornata". Ma il primo abbraccio una volta atterrata all'aeroporto di Ciampino è stato per il compagno Daniele Raineri: "Sono stato felicissimo di averla vista arrivare, l'ho trovata bene ma provata e stanca. Ci sono due protagoniste in questa storia, una è Cecilia Sala e l'altra è Giorgia Meloni".