'Ndrangheta, libera suor Anna Donelli. Domiciliari annullati dal tribunale del Riesame
CronacaDa anni volontaria nelle carceri bresciane e a San Vittore a Milano, è stata coinvolta nell'inchiesta su presunte infiltrazioni del gruppo criminale nel territorio bresciano
Il tribunale del Riesame di Brescia ha revocato gli arresti domiciliari a suor Anna Donelli, arrestata a inizio dicembre nell'ambito di un'inchiesta antimafia della Procura di Brescia, che vedeva coinvolte altre ventiquattro persone. Da anni volontaria nelle carceri bresciane e a San Vittore a Milano, è stata coinvolta nell'inchiesta su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nel territorio bresciano. Secondo le indagini, si sarebbe messa a disposizione per garantire il collegamento con i sodali detenuti in carcere. La religiosa, durante l'interrogatorio di garanzia, per due ore aveva raccontato la sua verità rigettando ogni accusa. Il gip del tribunale di Brescia aveva rigettato la richiesta di annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare avanzata dal legale di suor Anna Donelli, confermando gli arresti domiciliari ora annullati dal tribunale del Riesame.
L’accusa
Suor Anna Donelli era stata accusata di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, nell'indagine su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel territorio bresciano che vedeva coinvolte altre 24 persone. Si presupponeva che in carcere, oltre al supporto spirituale e materiale, suor Anna veicolasse messaggi, direttive e ordini. La religiosa è stata arrestata perché si sarebbe messa “a disposizione degli esponenti” del clan di ‘ndrangheta dei Tripodi, padre e figlio, considerati vertici di un gruppo di stampo ‘ndranghetista residente a Flero, nel bresciano, ma legato a famiglie calabresi della criminalità organizzata. Dalle intercettazioni è emerso che avrebbe stretto un patto con Stefano Tripodi, capo della famiglia mafiosa, in particolare: “un dialogo tra Tripodi e Donelli in cui l’uomo chiedeva alla religiosa di incontrare Candiloro Francesco, detenuto per reati di criminalità organizzata, presso il carcere di Brescia e di stare con lui fino al momento in cui non fosse presente nessun’altro, per comunicare a Candiloro che lei era l’amica di Stefano”.