A Trieste, fra i richiedenti asilo che dormono in strada

Cronaca
Andrea Ceredani

Andrea Ceredani

Siamo andati nella città di confine, crocevia per le migliaia di persone migranti che ogni anno attraversano la rotta balcanica per entrare in Italia o continuare il viaggio verso altri Paesi d’Europa. Molti sono costretti a dormire senza un tetto in attesa che si liberino posti letto nelle strutture di prima accoglienza. Oggi a centinaia sono stati tolti dalla strada, ma senza nuove soluzioni altre persone rischiano la stessa sorte

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Dormono in strada, dove sono costretti anche a fare i propri bisogni, perché sono in attesa di una risposta dalla questura alla richiesta di protezione internazionale o perché aspettano che si liberi un posto letto nei camp. La vita di centinaia di persone migranti a Trieste, alla ricerca di accoglienza in Italia, si consuma tutta a pochi metri dalla stazione centrale. Trascorrono la giornata nel centro diurno, mangiano in fila nei giardini di fronte ai binari e dormono sotto alla pensilina al Porto Vecchio (a 150 metri dalla stazione). Finché le strutture saranno sature, la loro sorte non è destinata a cambiare.

"Fa molto freddo e c'è vento"

“Senza bagni siamo costretti a fare i bisogni dove dormiamo”, racconta uno di loro. Altri lamentano il freddo e il vento, dal quale si riparano con tende e coperte fornite dalla Rete sociale di Trieste. Tutti hanno alle spalle viaggi lunghi anni, cominciati in Pakistan, Nepal, Afghanistan, Bangladesh o Siria e terminati in Italia. Dove, al momento, non trovano l’accoglienza sperata. “Io sono ferito a un piede e ho bisogno di assistenza medica – racconta un altro – ma sono costretto alla strada”.

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Le cause e il futuro

Il 21 giugno 2024 è stato sgomberato e chiuso il Silos, il magazzino fatiscente dove per anni hanno trovato rifugio le persone migranti a Trieste. Ora si sono spostate a soli 150 metri di distanza e poco è cambiato, in assenza di posti letto nei centri di prima accoglienza. “Sono piccoli gruppi – commenta Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di Solidarietà – il pubblico potrebbe gestire questa situazione: è una emergenza artificialmente costruita”. “Fra pochi mesi avremo nuovi posti letto”, replica l’assessore regionale all’Immigrazione, Pierpaolo Roberti. Intanto, un nuovo sgombero ha svuotato la pensilina al Porto Vecchio ma, in assenza di nuove soluzioni, altre persone migranti rischiano di dormire in strada.

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Per ascoltare tutte le testimonianze delle persone migranti e le voci del nostro viaggio a Trieste, leggi l’approfondimento su Sky tg24 Insider, dove continua la storia.

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