Perché in Italia il divario di genere in matematica è tra i più alti del mondo

Ventidue punti di differenza in quarta elementare. Solo in Francia e in Australia la distanza è più grande. Sedici punti in terza media. E anche in questo caso siamo molto vicini al top. Si parla di matematica e si parla delle diverse prestazioni nei test internazionali degli studenti italiani, maschi da una parte e femmine dall’altra. Perché il divario tra i ragazzini e le ragazzine dello Stivale, con i primi che ottengono risultati migliori e le seconde che fanno peggio, è tra i più alti del mondo. L’ultima prova di questa tendenza - che dura da anni e che si accentua invece che diminuire - arriva dagli esiti delle prove TIMMS 2023, una rilevazione effettuata ogni quattro anni che riguarda oltre 60 Paesi del globo. Il test certifica, una volta di più, un problema che interessa, o dovrebbe interessare, tutti coloro che si occupano di educazione nel nostro Paese. Ma partiamo dai dati, andando per ordine. Nella media I risultati delle ultime rilevazioni TIMMS confermano una cosa che sapevamo già: gli studenti italiani, maschi e femmine che siano, non eccellono in matematica a confronto con i loro coetanei del resto del mondo. Non eccellono, ma non vanno neanche malissimo. Si collocano, sia per quanto riguarda la quarta elementare che la terza media, le due classi di età interessate dai test, al di sopra del punteggio medio internazionale. Sono dieci punti in più per i più piccoli che fanno meglio dei pari età spagnoli e francesi, per fare un confronto con Paesi vicini a per quanto riguarda dimensione, collocazione geografica e ricchezza. E ventitré punti per quanto riguarda gli alunni della terza media che distanziano nuovamente i francesi. Certo, gli asiatici sono lontanissimi e non solo dagli alunni dello Stivale. Ma si tratta ormai di una costante dei test di questo tipo e dunque tutt'altro che sorprendente. Gli studenti della Corea del Sud ottengono in media 81 punti in più di quelli italiani, i bambini giapponesi 78 in più. Divari di genere Non cessa invece di sorprendere, come detto, il solco che si crea tra le prestazioni dei fanciulli e delle fanciulle del nostro Paese che resta uno dei più ampi del mondo. I 22 punti che separano nei test TIMMS 2023 i bimbi italiani di quarta elementare dalle bimbe rappresentano un divario superato solo in altri due stati su oltre 60 presenti nelle rilevazione. È il doppio rispetto alla media. Un po’ ovunque nel mondo i maschi ottengono risultati migliori delle femmine, ma solo dalle nostre parti e in pochi altri posti la differenza emerge così lampante. E vale per entrambe le classi d’età prese in considerazione. Nei test TIMMS 2023 per la terza media il distacco di genere è infatti di 16 punti, più del doppio rispetto alla media internazionale tanto che solo in cinque Paesi è più largo che nello Stivale. Un gap che si allarga Ma c’è di più. Se la fotografia del 2023 è allarmante, allargando lo sguardo fino a comprendere il passato il quadro non migliora, anzi. Nel tempo il divario tra i generi, invece che diminuire, cresce. Per la quarta elementare era di nove punti, sempre a favore dei maschi, nel 2003. È salito a 23 punti nel 2023, il più ampio da che gli italiani partecipano a questi test. Discorso analogo per la terza media. Anche in questo caso si è passati da una differenza di 9 punti ad una di 16, la più cospicua mai registrata nelle prove nel nostro Paese. Unica nota positiva, ma che vale solo per la terza media, il miglioramento delle prestazioni dei giovani italiani negli anni. Le competenze matematiche aumentano complessivamente anche se questo riguarda, di nuovo, più un genere che l’altro. Stereotipi all'opera Ma dove sta la ragione di queste differenze così grandi? Di certo i geni non c’entrano. “Chiaramente, non è una differenza innata, altrimenti non si spiegherebbero le variazioni così ampie tra un Paese e l’altro registrate dai test”, spiega Carlo Tomasetto, professore di Psicologia dello sviluppo ed educazione all’Università di Bologna. È semmai una questione legata alle credenze, agli stereotipi su ciò che si ritiene essere “da maschi” e “da femmine”. “Alcuni studi mostrano che queste percezioni emergono abbastanza presto nella vita delle persone. In Italia prima che in altri posti: sono già presenti a sei anni, quando i bambini arrivano alla primaria e da lì in poi aumentano”, aggiunge il ricercatore. Nel nostro Paese questi stereotipi sembrano incidere più che da altre parti. Anche questa tendenza, secondo chi si occupa del problema, ha una spiegazione. “Altre ricerche - continua Tomasetto - hanno mostrato che stereotipi su discipline e attività più consone ad un genere che all’altro sono più forti in quei contesti dove c’è una differenza socioeconomica ampia tra uomini e donne, che riguarda gli stipendi, l'accesso al mondo del lavoro, la partecipazione alla vita pubblica, eccetera. E anche in questo caso l’Italia, come noto, presenta diseguaglianze molto ampie. I bambini assorbono queste differenze e queste associazioni di genere che poi si riflettono nelle loro prestazioni a scuola e nelle loro scelte di orientamento scolastico”. Intervenire, evidentemente, non è facile. Anche perché i risultati finora non si vedono. Ma la direzione proposta dagli esperti è chiara: cambiare l’insegnamento della disciplina e agire sull’autostima. “Chi si occupa di didattica della matematica suggerisce di insegnare la materia diversamente, come una disciplina che ha una rilevanza pratica, nella vita di tutti i giorni e nel lavoro. Laddove si spiega che la matematica può avere un'utilità sociale, per esempio per favorire l’inclusione o la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico, l’interesse delle ragazze aumenta. L’altro ambito su cui agire è quella della sicurezza di sé, la percezione che una sfida può essere affrontata e superata. Anche in questo le bambine, in Italia in particolare, tendono ad avere una sicurezza inferiore, anche a parità di risultati scolastici, e questo può condizionare l’apprendimento della matematica a cui nel nostro Paese è comunemente associata una certa ansia”, conclude Tomasetto.

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