Morto Paolo Pillitteri, ex sindaco di Milano dal 1986 al 1992

Cronaca

"Ahimè - ha scritto il figlio Stefano sui social - devo annunciare a tutti quelli che gli volevano bene, e sono tanti, che mio padre Paolo ha scelto il giorno del suo 84esimo compleanno per salutarci per sempre"

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Nel giorno in cui avrebbe compiuto 84 anni, si è spento Paolo Pillitteri, sindaco socialista di Milano dal 1986 al 1992 ed ex cognato di Bettino Craxi. È morto a Milano oggi e ne dà notizia il figlio sui social.

"Ahimè - ha scritto il figlio Stefano - devo annunciare a tutti quelli che gli volevano bene, e sono tanti, che mio padre Paolo ha scelto il giorno del suo 84esimo compleanno per salutarci per sempre". Figlio di un maresciallo dei carabinieri siciliano, fu primo cittadino del capoluogo lombardo negli anni della 'Milano da bere'. 

L'annuncio del figlio

Il post si conclude con un riferimento alle vicende giudizie. "Ed è ciò che più conta nel nostro passaggio terreno, anche se poteva essergli risparmiato un decennio di persecuzione giudiziaria - sottolinea Stefano Pillitteri -.  Ma ciò che ancora più conta è che resta e resterà nel cuore di tante persone. Ciao papà. E buona vera vita. Se vedum...".

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La lunga carriera politica

Nato a Sesto Calende, il 5 dicembre 1940, importante esponente del Partito Socialista Italiano di Bettino Craxi negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, Pillitteri ha ricoperto l'incarico di primo cittadino di Milano dal 1986 fino al primo gennaio del 1992, succedendo al collega di partito Carlo Tognoli; durante la sua carriera politica è stato deputato nella IX legislatura e nella XI legislatura. Alla guida della giunta comunale l'alleanza politica con la Democrazia Cristiana, che ricalca la coalizione del pentapartito nazionale. Nel 1987, a seguito di dissidi con il principale alleato, vara un'inedita giunta rosso-verde con il Partito Comunista Italiano e la Federazione dei Verdi. Nelle elezioni comunali del 1990 riporta un significativo successo personale con un Partito Socialista Italiano attestato, in città, sul 20% dei voti totali. Dopo essere stato rieletto deputato nelle elezioni politiche del 1992 (le ultime della cosiddetta Prima Repubblica) nei primi di maggio dello stesso anno riceve, unitamente al suo predecessore Carlo Tognoli, un avviso di garanzia per il reato di ricettazione riguardo a 500 milioni di lire, nell'ambito dell'inchiesta Mani pulite. Verrà poi condannato in via definitiva per il reato di ricettazione, con una pena stabilita a 2 anni e 6 mesi dalla corte d'appello nel 1996. Parallelamente alla venticinquennale carriera politica all'interno dei settori partitici inseriti nel Partito Socialista, ha inoltre collaborato con diversi importanti quotidiani socialisti come l''Avanti!' ed è stato anche condirettore del quotidiano 'L'Opinione delle libertà'. È stato docente di storia del cinema alla Libera Università di lingue e Comunicazione e un prolifico autore di libri e saggi su cinema e attività politica.

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