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Guerriero di Capestrano, la statua simbolo dell'Abruzzo potrebbe essere un falso

Cronaca

Secondo il ministero della Cultura, la statua, che raffigura un guerriero dell'antico popolo italico dei Vestini, fu scoperta nel 1934 in una necropoli dell'antica città di Aufinum. Ma diversi dubbi sono sorti nel 2022 quando un regista pescarese, Alessio Consorte, ha espresso perplessità sulla sua autenticità. Una controversia arrivata fino al Tar

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Il 'giallo' legato al Guerriero di Capestrano, il reperto archeologico più noto d’Abruzzo, non è ancora stato risolto. Secondo il ministero della Cultura, la scultura, conservata nel Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti, che raffigura un guerriero dell'antico popolo italico dei Vestini, fu scoperta nel 1934 in una necropoli dell'antica città di Aufinum, località situata nei pressi di Capestrano (L'Aquila). Ma i dubbi sono sorti quando un regista pescarese, Alessio Consorte, autore del docufilm Il guerriero mi pare strano (2023), ha espresso perplessità sulla sua autenticità. Nel documentario il videomaker sosteneva di aver avuto accesso a un documento che potrebbe dimostrare la falsità dell’opera. Una controversia sfociata con un ricorso al Tar. Dopo la pubblicazione del documentario, Consorte aveva poi avviato un’azione legale contro la Direzione Regionale Musei Abruzzo per ottenere l’accesso agli atti relativi alle analisi scientifiche condotte sulla scultura. Ma nell’ottobre del 2023 la Direzione Regionale Musei Abruzzo aveva respinto la richiesta di Consorte di svolgere nuove analisi scientifiche sul Guerriero, perché le stesse analisi sarebbero già state condotte in passato. In una seconda lettera inviata a ottobre 2023 si faceva richiesta di eseguire delle analisi XRF al fine di accertare l'autenticità dei manufatti. Ma la proposta fu respinta di nuovo in quanto le analisi richieste erano già state fatte.

La controversia con il Tar e la Regione

La controversia è poi proseguita con un ricorso al Tar a febbraio 2024, che a giugno stabilirà che “il ministero della Cultura deve rilasciare al ricorrente copia delle risultanze dell’esame XRF già effettuato sui manufatti in questione, nel termine di 30 giorni dalla notifica o comunicazione della presente sentenza”. Ma non è finita qui, perché la documentazione fornita dalla Soprintendenza per conto del ministero “non corrisponde a quella di cui il Tar ha ordinato l’esibizione”. A quel punto Consorte decide di ricorre ancora al Tar per richiedere di nominare un commissario ad acta, "al fine di far rispettare la sentenza e ottenere finalmente le prove richieste che il ministero ha dichiarato di possedere”. Mentre nell'estate 2022 la Regione Abruzzo ha votato una legge che ha previsto d’integrare lo stemma e il gonfalone “con la rappresentazione del “Guerriero di Capestrano”, che, si legge nel testo, “valorizza la storia e la cultura regionali, costituendo la sintesi delle culture imperanti nel territorio della Regione Abruzzo”.

Il governatore Marsilio: "Stupito di quanto leggo"

E di recente - il 28 settembre 2024 -  in occasione dei 90 anni dalla scoperta della statua, i Musei archeologici nazionali di Chieti hanno festeggiato la ricorrenza con un incontro per celebrare le Giornate Europee del Patrimonio dedicate al “Patrimonio in cammino”. All’incontro, dal titolo "Il Guerriero di Capestrano fra Italici, Etruschi e l’Europa: percorsi, contesti e modelli a confronto", è intervenuto anche il presidente Marco Marsilio, che si è espresso sulla controversia. “Sono stupito di quanto leggo sulle cronache locali secondo cui qualcuno sostiene che il ministero nasconderebbe addirittura le prove dell’autenticità del Guerriero o non vorrebbe mostrarle", aveva detto, affermando di ritenere "davvero molto curioso che qualcuno nel ‘34 potesse aver realizzato un monumento, una statua di quelle dimensioni, di quello stile, di quell’altezza, l'abbia sepolta a Capestrano chissà perché e poi l'abbia tirata fuori inscenando la sceneggiata di un falso ritrovamento". Il regista ha risposto a Marsilio invitandolo a un confronto sul tema attraverso dei test. Ancora non effettuati.

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