Introduzione
È il giorno del verdetto nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello. Oggi, lunedì 25 novembre, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Corte d’Assise di Milano deve decidere sulla pena da applicare per l’omicidio aggravato della compagna Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 a coltellate, mentre era incinta di sette mesi. I pm chiedono l’ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi
Quello che devi sapere
“Un viaggio nell’orrore”
- “Un viaggio nell’orrore”. Così la pm Alessia Menegazzo ha aperto la sua requisitoria nell’ultima udienza del processo, celebrata lo scorso 11 novembre. Ha parlato di un uomo “narcisista, psicopatico, manipolatore". Ex barman, 31 anni, Impagnatiello uccise Tramontano dopo che era venuta a galla l’esistenza di una relazione parallela con un’altra ragazza, collega di lavoro. La colpì nella casa che condivideano a Senago, nel Milanese. Lo fece per 37 volte con un coltello, tentò di bruciare il corpo e poi lo nascose in strada, avvolto in sacchi della spazzatura.
- Le aggravanti che gli vengono contestate per l’omicidio sono quelle della premeditazione, del legame affettivo, dei futili motivi e della crudeltà. Nessun raptus, secondo i pm, ma solo un altro capitolo della "banalità del male". Impagnatiello uccise per liberarsi “dei due ostacoli alla sua realizzazione” personale, la compagna e il figlio nascituro (Thiago). Ecco le tappe della vicenda.
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La scomparsa di Giulia Tramontano
- “È sicuramente in difficoltà in quanto al settimo mese di gravidanza". Sono queste le parole che accompagnavano la prima segnalazione di scomparsa di Giulia Tramontano, 29 anni. Nell’appartamento di Senago di lei non c’è traccia dalla sera del 27 maggio 2023. L’ipotesi dell’allontanamento volontario viene presto scartata
Le indagini
- Le indagini si concentrano subito sul fidanzato. È lui, nel pomeriggio di domenica 28 maggio, a denunciare la scomparsa ai carabinieri. Racconta di una lite la sera prima, di aver lasciato Tramontano mentre dormiva e di essere andato al lavoro. La sua versione non convince e le testimonianze dei colleghi svelano la doppia vita del barman: da tempo aveva un’altra relazione. Le tracce di sangue trovate nella sua auto, dove aveva nascosto per un po' il cadavere, danno un’accelerata alle indagini: viene iscritto dalla procura di Milano nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio volontario aggravato
La confessione
- La confessione arriva il 1° giugno 2023. Lo stesso giorno Impagnatiello mostra agli inquirenti il posto in cui ha nascosto la salma di Tramontano. È in via Monte Rosa, in un anfratto accanto ad alcuni box, dentro sacchetti di plastica. Dopo averla uccisa ha provato a darle fuoco due volte, nella vasca da bagno e nel box, ne ha inscenato la scomparsa e ha provato a depistare le indagini
Le nuove scoperte
- Esaminando la casa e i dispositivi elettronici di Impagnatiello si scopre che aveva già somministrato, a partire da dicembre 2022, dosi di veleno per topi a Tramontano, nel tentativo di uccidere il feto. Su Google aveva poi fatto delle ricerche per capire se il fuoco lasciasse segni sulle piastrelle della vasca da bagno. Sono questi gli elementi che spingono la Procura a contestargli anche la premeditazione del femminicidio
La Procura chiede il giudizio immediato
- Il 3 novembre 2023 la procuratrice aggiunta Letizia Manella e la pm Alessia Menegazzo chiedono il giudizio immediato per omicidio volontario aggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere
Il processo
- Il 18 gennaio 2024 inizia il processo davanti alla prima corte d'Assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja. Dalla gabbia per gli imputati, Impagnatiello tiene lo sguardo basso. Lontano dalle telecamere, vietate in aula, fa brevi dichiarazioni spontanee. "Ci sono tante persone a cui devo delle scuse, ma vorrei rivolgermi a Giulia e alla famiglia. Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch'io me ne sono andato perché non vivo più", dice. Scuse non accettate
L'interrogatorio in aula
- lI processo trova un punto centrale nell’interrogatorio dell’imputato. "L'ho colpita all'altezza del collo, solo in cella con un servizio in tv ho saputo di averle sferrato 37 colpi. Giulia non si è difesa", racconta. Ammette di aver costruito un "castello di bugie" per tenere in piedi due relazioni parallele, un mare "in cui sono annegato". Sostiene di aver avvelenato Giulia "solo due volte, nella prima parte di maggio, non per farle del male, ma per provocarle un aborto". Parla per ore, senza mai fornire un movente: "È una domanda che mi sono fatto miliardi di volte e che non avrà mai risposta"
La perizia psichiatrica
- A sorpresa, il 10 giugno 2024, i giudici chiedono la perizia psichiatrica per Impagnatiello. Il responso arriva a distanza di tre mesi, firmato dagli psichiatri Gabriele Rocca e Pietro Ciliberti. L'imputato era capace di intendere e di volere. Non riusciva ad accettare che la sua doppia relazione fosse stata scoperta. Poche ore prima del delitto, nel pomeriggio del 27 maggio 2023, Tramontano e l’altra ragazza si erano incontrare per parlare faccia a faccia della situazione. Questo, dicono gli psichiatri, fa esplodere in lui - manipolatore con tratti narcisistici - una dimensione "rabbiosa" che sfocia nel femminicidio
La richiesta di ergastolo e l’attesa per la sentenza
- Si arriva così all’udienza dell’11 novembre. La Procura conferma la sua richiesta all’ergastolo con isolamento diurno per un anno e mezzo. La difesa, rappresentata dalle avvocatesse Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, chiede invece la "pena minima". Adesso si attende la sentenza.
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