Napoli, 18enne ucciso da colpo di pistola. Il questore: "Troppo facile procurarsi un'arma"

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"C’è un problema sociale e dobbiamo affrontarlo insieme", spiega Maurizio Agricola, in un'intervista a La Repubblica, dopo l'omicidio di Arcangelo Correra. Il giovane è stato colpito per sbaglio da uno sparo. Fermato il cugino della vittima che sostiene di aver trovato la pistola per caso

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"Tutto è migliorabile e lavoreremo con la prefettura su come rendere più efficaci prevenzione e repressione, anche se su questo punto vorrei non sfuggisse la capacità di risposta delle forze dell’ordine: gran parte dei delitti compiuti sono stati risolti rapidamente, segno che la conoscenza del territorio è profonda da parte degli investigatori. Ma da soli non possiamo farcela, occorre un'azione multidisciplinare". Lo dice il questore di Napoli, Maurizio Agricola, in un'intervista a La Repubblica, dopo l'omicidio di Arcangelo Correra, 18 anni, morto ieri mattina dopo essere stato colpito da un proiettile alla testa a Napoli.

 

"Mentalità camorristica"

"Noi non ci tiriamo indietro, ma senza un’azione sinergica che veda in campo anche scuola, famiglia e istituzioni tutte, non ce la si fa - ha aggiunto il questore  -. C’è un problema sociale e dobbiamo affrontarlo insieme. Occorre seminare la cultura della legalità tra i bambini, lavorare nel sociale e affermare anche il valore dello sport che è un volano di inclusione. Io penso che dove c’è il bello, questo diventa sempre più attrattivo del male". "Purtroppo - ha sottolineato ancora - è facile trovare armi anche nel dark web, come ha spiegato di recente il procuratore, Nicola Gratteri". "Se si gira armati, se si spara per un nonnulla, è evidente che è radicata una mentalità camorristica e una metodologia di azione criminale camorristica", ha poi chiarito.

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Un "gioco" finito male

Sul caso del 18enne rimasto ucciso da un colpo di pistola il 9 novembre, inizialmente, si pensava a un agguato. E invece, con il trascorrere delle ore, la storia è cambiata: l'ennesimo ragazzo che ha perso la vita violentemente tra Napoli e provincia, il terzo in soli 17 giorni, sarebbe morto per un "gioco" finito male. In serata il fermo di un suo amico e parente: sarebbe stato lui a esplodere il colpo "per errore". Poco prima delle 5, Arcangelo Correra, incensurato, era con altri due amici tra cui un suo parente, Renato Caiafa, 19 anni, fratello minore di Luigi Caiafa, un ragazzo ucciso nel 2020 nel corso di una rapina da un poliziotto. Sembra che proprio Renato stesse maneggiando una pistola quando è partito un colpo che ha raggiunto Arcangelo alla testa. In particolare, forse per testare l'arma, il giovane avrebbe "scarrellato" e sarebbe stato espulso anche un proiettile, trovato a terra, sul posto. Poi è partito il colpo mortale. A raccontare questa versione è stato lo stesso Caiafa, che si è recato spontaneamente in questura. La polizia dovrà ora verificare se la dinamica sia stata esattamente questa.

Il cugino che ha sparato: "Pistola trovata per caso"       

"È stata una disgrazia, la pistola l'ho trovata appoggiata sulla ruota di una macchina parcheggiata, non ne avevo mai maneggiata una, non ho capito se fosse vera o falsa, all'improvviso è partito un colpo e ho capito quello che era successo quando ho visto Arcangelo a terra". A raccontare, in sintesi, cos'ha detto agli inquirenti il 19enne Renato Caiafa è il suo avvocato, Annalisa Recano. Caiafa è stato sottoposto a fermo dalla Procura di Napoli al termine di indagini della Squadra Mobile, per detenzione e ricettazione della pistola semiautomatica dalla quale è partito il colpo che ha centrato alla testa il 18enne. Il giovane è stato anche iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo del cugino.

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A fine ottobre era morto il 15enne Emanuele Tufano, ucciso nel corso di una sparatoria tra adolescenti nel pieno centro di Napoli. Pochi giorni dopo, ancora di notte, tra l’1 ed il 2 novembre, questa volta in provincia, a San Sebastiano al Vesuvio, è invece scoppiata una lite per una scarpa pestata. Ancora armi, ancora spari e ancora un morto, Santo Romano, 19 anni: il ragazzo che ha confessato quell'omicidio ha 17 anni. E ora la morte di Arcangelo. Il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi, ammette che quello che fanno le istituzioni "non è sufficiente" e parla della necessità di lavorare sull'educazione: "Le forze dell'ordine sono già molto attive", poi è importante la videosorveglianza, il controllo del territorio, dice, "ma soprattutto va fatta un'attività di sostegno forte negli ambienti dove crescono questi giovanissimi" e questo "ci deve spingere ulteriormente a lavorare sul lavoro, sull'inclusione sociale e sull'educazione". Intanto, circa 300 persone sono scese in piazza per la manifestazione 'Liberiamo Napoli dalle violenze', organizzata da Libera e dalla diocesi.

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