In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Processo Borsellino, chiesto il rinvio a giudizio per 4 poliziotti per depistaggio

Cronaca
©Ansa

Questa l'indicazione del pm Maurizio Bonaccorso, al termine dell'udienza preliminare che si è svolta oggi a Caltanissetta, nei confronti di Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli per il reato di depistaggio nell'ambito della strage di via d'Amelio

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Il pm Maurizio Bonaccorso ha chiesto, al termine dell'udienza preliminare che si è svolta oggi a Caltanissetta, il rinvio a giudizio per quattro poliziotti, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli per il reato di depistaggio. A loro, che sono ex appartenenti al gruppo di indagine "Falcone-Borsellino", è stato contestato dalla Procura locale di aver reso false dichiarazioni durante le loro deposizioni in qualità di testi nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di Via D'Amelio che si era concluso, in secondo grado, con la prescrizione del reato di calunnia per gli imputati.

Il pm: “False dichiarazioni e reticenze”

"Questo è un processo su false dichiarazioni e reticenze", ha spiegato Bonaccorso cominciando la discussione per sollecitare il rinvio a giudizio dei quattro poliziotti della Squadra mobile di Palermo che dal '93 in poi hanno lavorato alle indagini per la strage di via D'Amelio, accusati adesso di "inquinamento" delle prove e "reticenze". "C'è una proporzionalità diretta tra i non ricordo", ha sottolineato ancora il pm secondo cui ci sono state delle dichiarazioni nel tempo nell’ambito di un "atteggiamento di malafede dei testimoni al Borsellino quater e al processo depistaggio. Nei primi tre processi abbiamo dei testimoni che sono tranquilli, sereni. L'unico elemento erano le dichiarazioni di Rosalia Basile che nel '95 dice una serie di cose che sono assolutamente vere. In quel momento ha tutti contro e nessuno le crede. Poi ci sono le dichiarazioni di Spatuzza e i nervi saltano". Il pm ha così ricostruito tutta la storia giudiziaria tra il processo Borsellino quater, procedimento avviato dopo le dichiarazioni dello stesso Spatuzza, il primo processo Depistaggio, concluso in Appello con la prescrizione del reato per tre poliziotti, e l'indagine avviata dalla procura di Messina a carico di due pm, in seguito archiviato. Adesso, l'udienza preliminare è stata fissata per il 13 novembre.

Il legale dei figli del giudice: “I poliziotti hanno umiliato la memoria dei colleghi uccisi”

“Avete visto che stavano creando il mostro e avete taciuto. Poi, quando finalmente l’impostura si è disvelata, dovevate darci una mano. Dovevate dirci quello che avete visto, quello che i vostri colleghi hanno commesso. Alcuni hanno mentito in maniera spudorata. Abbiamo assistito a momenti in cui avete umiliato i vostri colleghi, la memoria dei vostri colleghi”. Queste le parole, rivolgendosi direttamente ai 4 poliziotti imputati per il depistaggio sulle indagini sulla strage di via D’Amelio, utilizzate dall’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli del giudice Paolo Borsellino con l’avvocato Vincenzo Greco. “Chi ha partorito il depistaggio lo ha fatto nel momento in cui ha deciso di accelerare la strage”, ha proseguito il legale. “L’agenda rossa non l’hanno presa né Zerilli né Di Gangi o Maniscaldi. E’ stata fatta sparire da chi aveva da temere qualcosa. Però non ci avete aiutato, ci avete umiliato. E questo a mio giudizio è grave. Vi siete accorti e avete coperto”. In particolare, secondo Trizzino, il depistaggio “è iniziato alle 17 del 19 luglio 1992. Loro sono stati chiamati a fare parte di un abominio. Ciascuno è entrato, ha fatto il suo. Siccome sono validi poliziotti, sono convinto che si sono resi conto di quello che stava accadendo. Hanno in un primo momento taciuto, durante il primo, secondo e terzo dibattimento. In qualche modo è comprensibile il loro atteggiamento”, ha poi concluso.

approfondimento

Meloni ricorda Borsellino e la Strage di via D'Amelio: "Lotta a mafia"