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Maltempo, scontro nel governo su assicurazioni contro catastrofi. Meloni: "No a polemiche"

Cronaca
©Ansa

Le conseguenze economiche dell’alluvione che ha colpito in particolare alcune aree del Ravennate e del Bolognese supereranno probabilmente il miliardo di euro. Scontro sulle polizze per le case contro catastrofi come quella accaduta in Emilia-Romagna: contraria la Lega, polemica con Musumeci. Il Consiglio dei ministri ha approvato lo stato di emergenza anche per le Marche per cui sono stati stanziati 4 milioni. Allerta è arancione, non per il maltempo ma per le possibili conseguenze sul territorio

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Si apre uno scontro nel governo sulla proposta del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci di un'assicurazione per case e imprese a seguito dell'alluvione in Emilia Romagna. L'idea dell'obbligatorietà di una polizza per difendere le case dai disastri come quello accaduto negli scorsi giorni dopo le abbondanti piogge e le esondazioni dei fiumi non piace alla Lega, anche se, uscendo dal Consiglio dei ministri, il ministro ha poi corretto il tiro: "C'è un confronto aperto, un ragionamento per capire se le compagnie sono disponibili. Noi puntiamo su un partenariato pubblico-privato, poi bisogna decidere se deve essere, come io sostengo almeno nella prima fase, facoltativo". Parole che non bastano a Matteo Salvini. "Lo Stato può dare indicazioni, però non viviamo in uno Stato etico dove lo Stato impone, vieta o obbliga a fare". Rincara la dose il deputato della Lega Stefano Candiani: "È una proposta intelligente se fatta in modo intelligente, è una proposta stupida se fatta in maniera stupida. Ha senso ragionare sulla tutela delle persone e delle cose nelle zone veramente a rischio, come quelle sismiche o con il pericolo di alluvioni. Non ha senso invece in quelle situazioni e in quelle aree dove non ci sono pericoli. Altrimenti se diventa fare un'assicurazione e basta di fatto si configura con una tassa a favore delle compagnie assicuratrici e non è certo una proposta condivisibile e accettabile".

Cdm stanzia 20 milioni per Emilia-Romagna

Il Consiglio dei ministri intanto ha approvato lo stato di emergenza di 12 mesi per l'Emilia-Romagna e le Marche, a seguito dell'alluvione dei giorni scorsi. "Il provvedimento - ha detto il ministro Musumeci - riguarda le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e la Regione Marche. Assieme allo stato di emergenza, che durerà 12 mesi, il Cdm ha stanziato 20 milioni di euro per fare fronte ai primi interventi urgenti, il soccorso e l'assistenza alla popolazione e il ripristino della funzionalità dei servizi e delle infrastrutture". Per le Marche sono stati stanziati 4 milioni di euro: "Lunedì incontreremo i sindaci dei Comuni che hanno subito danni per un aggiornamento della situazione e per inviare nel più breve tempo possibile la ricognizione puntuale dei danni alla Protezione Civile nazionale", ha detto il governatore Francesco Acquaroli.

I danni sono ancora da quantificare, ma con ogni probabilità supereranno il miliardo di euro. In Emilia-Romagna dopo l'alluvione che ha colpito in particolare alcune aree del Ravennate e del Bolognese si contano i danni: l'allerta rossa è passata e da oggi è arancione, non per il maltempo ma per le possibili conseguenze sul territorio di quanto avvenuto. Anche per la giornata di domenica la Protezione civile e l'Arpae hanno emesso un avviso di allerta arancione per una parte dell'Emilia-Romagna: domani non sono previsti fenomeni significativi ma nella pianura bolognese, ravennate e ferrarese resta l'attenzione per frane e in generale per condizioni idrogeologiche fragili dopo le piogge eccezionali dei giorni scorsi. La criticità arancione è relativa alle difficoltà dello smaltimento delle acque esondate dai corsi d'acqua che gravano sulle zone di pianura e sul reticolo secondario di bonifica.

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Priolo: "Salvini e Musumeci possono controllare le nostre spese"

Intanto non si placa lo scontro politico. "Al ministro Salvini ho già risposto ieri. Il ministro Salvini, come il ministro Musumeci, possono andare a controllare" le spese sostenute dall'"Emilia-Romagna per l'emergenza alluvione del 2023 "nelle banche dati" che "sono a disposizione del governo in tutte le sue articolazioni", ha detto la presidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, rispondendo alle richieste del titolare del Mit di chiarimenti su come siano stati spesi i soldi stanziati per l'alluvione del 2023. "Il governo bisogna che sia consapevole di ciò che possiede e di ciò che non possiede", ha aggiunto Priolo in un punto stampa. "Quando alle Regioni arrivano dei fondi statali - spiega Priolo - a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, dobbiamo rendicontare centesimo dopo centesimo. Tutti i fondi ricevuti sono stati tutti rendicontati ed è tutto nella disponibilità del governo in tutte le sue articolazioni. I fondi di cui parlava il ministro Musumeci in parte non sono stati dati a noi ma direttamente ai Comuni per interventi di messa in sicurezza. C'è un po' di confusione e di guazzabuglio. Bisogna che il governo sia un po' più esplicito in quello che racconta, perché sennò si rischia di fare un po' di confusione". "Non c'è nulla da nascondere - ribadisce Priolo - tra l'altro è stato tutto inviato con firma digitale o Pec, con la massima ufficialità e trasparenza". "Credo che il ministro Salvini stia chiedendo" chiarimenti "non solo all'Emilia-Romagna, ma anche alle Marche, alla Lombardia, al Veneto, alla Sicilia, che il ministro Musumeci conosce bene, dato che ha fatto il presidente della Regione".

Priolo: "Musumeci si è accorto di aver sbagliato"

"Il ministro Musumeci, si è accorto di aver sbagliato", perché "mentre il sistema di Protezione civile è attivo, io mi aspetto che il ministro della Protezione civile racconti tutte le attività che ha attivato a sostegno delle popolazioni e non la lista e la rendicontazione di interventi che non sono neanche afferenti al ministero della Protezione Civile, ma ad altri ministeri", ha detto ancora Priolo commentando le parole del ministro che ha detto di non voler far polemica sull'alluvione. "Le posizioni di Musuemci mi sembravano una sgrammaticatura istituzionale molto forte", aggiunge Priolo. Il ministro "ha il compito di raccontare cosa fa", ribadisce Priolo, che ha tenuto a "ringraziare il ministro all'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che mi ha telefonato quando è scattata l'allerta rossa e ancora non si era scatenato tutto. Un gentiluomo".

Meloni: “Io lavoro, polemiche le lascio agli altri”

Sul caso politico intorno all’alluvione è intervenuta in giornata anche la premier: Giorgia Meloni, interpellata nel corso della sua visita all'Expo Divinazione che precede il G7 Agricolo a Siracusa,  ha detto che “le polemiche ci stanno sempre in Italia, io preferisco lavorare se mi consente, le polemiche le lascio agli altri”.

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Nessun disperso in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna al momento ci sono complessivamente 2.500 persone evacuate in via precauzionale, centinaia e centinaia di case invase dal fango, campagne allagate con gli agricoltori in ginocchio, linee dei treni locali ancora parzialmente sospese, viabilità critica in alcune zone per via di frane e smottamenti ancora in evoluzione. La buona notizia è arrivata ieri dalla Prefettura di Ravenna: la smentita dell'iniziale segnalazione di due persone disperse dopo la piena che ha travolto argini e case a Traversara, frazione di Bagnacavallo. Un tecnico del consorzio di bonifica, sul posto, aveva creduto di vedere una persona spazzata via dall'acqua e un'altra in una casa poi crollatagli davanti agli occhi. Segnalazione, ha spiegato il prefetto ravennate Castrese De Rosa, che era opportuno verificare e accertare, e le verifiche hanno dato tutte esito negativo.

Le situazioni più critiche a Lugo e Bagnacavallo

Le conseguenze di uno scarico di pioggia definito straordinario dai tecnici - 350 millimetri caduti in 48 ore, quando per un raffronto nel maggio 2023 furono 400-450 i millimetri in due alluvioni - sono devastanti, soprattutto su una popolazione che si stava appena riprendendo dalla distruzione di un anno e mezzo fa. Ora però finita la fase dei soccorsi, tecnici e imprese sono già al lavoro per ripristinare gli argini: non si registrano più fuoriuscite d'acqua su Senio e Lamone. Oltre mille gli interventi solo dei vigili del fuoco, con le situazioni più critiche a Lugo, dove è stato evacuato anche l'ospedale, e Bagnacavallo. "Un terzo del Comune è sott'acqua - ha detto il sindaco di quest'ultimo comune - anche se si tratta quasi tutto di campagna". Altro punto critico l'Idice nel Bolognese. Circa 1.300 in tutto le interruzioni di energia elettrica, in corso di ripristino. "Siamo già all'opera per tornare alla normalità - ha assicurato Irene Priolo, presidente facente funzioni della Regione - La rottura del Senio ha causato l'allagamento a Lugo interessando, con diverse intensità, alcune parti della cittadina. Stiamo già organizzando il massimo supporto con un'ottantina di volontari della Protezione civile della Colonna Toscana e i nostri tecnici dell'Agenzia regionale".

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