Evitare gli incidenti in montagna è possibile: i consigli su come farlo

Cronaca
Elettra Bernacchini

Elettra Bernacchini

C’è chi pensa di poter affrontare un sentiero in ciabatte o chi, nonostante previsioni meteo avverse, si avventura in alta quota senza portarsi neanche una giacca antipioggia. Spesso, dicono gli esperti del Cnsas, gli incidenti in montagna hanno alla base un atteggiamento un po’ troppo avventato e superficiale: “Il rischio zero non esiste, ma più ci si prepara e più diminuiscono le probabilità di trovarsi nei guai”

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È un dato di fatto che in certi periodi dell’anno si moltiplichi il numero di notizie riguardanti incidenti più o meno gravi avvenuti sulle montagne italiane. Il report relativo al 2023 del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico parla in totale di 12365 persone soccorse, di cui 7622 feriti e 491 persone, purtroppo, decedute. Agosto è il mese in cui storicamente si concentrano la maggior parte degli incidenti - 2114 lo scorso anno - seguito a stretto giro da luglio (1780) e settembre (1269). Sempre in base al report, due sono le risposte principali alla domanda su cosa stessero facendo le persone per le quali è stato necessario l’intervento degli aiuti: escursionismo al primo posto, sci alpino al secondo – ma nell’elenco risulta anche la ricerca di funghi. Per gli esperti, spesso e volentieri gioca un ruolo decisivo l’imprudenza di chi si approccia all’ambiente montano senza la dovuta attenzione. Di questo è prova il fatto che al primo posto tra le cause della necessità di intervento dei soccorsi ci siano la caduta o la scivolata, in cifre si parla del 45,9% dei casi; al secondo posto c’è l’incapacità di svolgere l’attività (25,5%).

Prepararsi prima di partire

 

Attorno al concetto di precauzione ruotano tutti i consigli utili che gli appassionati di montagna possono adottare per vivere l’alta quota senza paura. Prima di tutto, si comincia con il valutare le capacità tecniche delle persone coinvolte nell’uscita, in modo da scegliere un percorso a portata di tutti. Poi bisogna controllare, anche più di una volta, le previsioni meteo perché in montagna il tempo varia dal sol leone all’acquazzone nel giro di pochissimo, ed è meglio sapere in anticipo cosa aspettarsi. Inoltre, una buona pratica che può sembrare un po’ eccessiva in apparenza è quella di riferire a qualcuno che non partecipa all’uscita dove si sta andando: è in realtà un’azione che nei momenti di emergenza può far risparmiare tempo prezioso agli uomini dei soccorsi. Lo spiega Luca Franzese della Direzione nazionale del Cnsas: “Quando ci sono i mancati rientri, è utile avere qualcuno che può dirci dove i dispersi hanno lasciato l’auto, quale itinerario stanno svolgendo, quale rifugio dovrebbero attraversare”.

Come vestirsi in montagna e cosa portare nello zaino

 

A quanto già detto, vanno aggiunti abbigliamento ed equipaggiamento idonei. Ad esempio, d’estate serviranno pantaloni e maglietta tecnici, scarponcini con una suola antiscivolo, resistente all’acqua e adatta per camminare su breccia e sassi. Lo zaino deve contenere tutti quei beni di prima necessità che servono per trascorrere una giornata fuori, dal power bank per ricaricare il cellulare agli integratori alimentari e alla borraccia per l’acqua, dalla crema solare a una giacca di pail, un k-way e delle salviettine igienizzanti. E per lunghe uscite invernali, oltre alle tute termiche, va messo in conto che l’attrezzattura necessaria si fa più specifica. “Almeno sonda, pala e ARTVA che permettono di fare autosoccorso in caso di valanga”, spiega Franzese del Cnsas.

Avere rispetto

 

Ad ultimo, la regola madre è l’uso del buonsenso, e rivolgersi a guide specializzate per risolvere i dubbi. In extremis, perché no, saper rinunciare. “Non è segno di incapacità – afferma Franzese – bensì di responsabilità nei propri confronti, di chi è insieme a te e nei confronti dei soccorritori che, ricordiamoci, rischiano la vita nelle operazioni di soccorso”. E se proprio scatta l’emergenza, oltre al Numero Unico Europeo 112, viene in aiuto anche l’app gratuita GeoResq, sviluppata dal Cai e dal Corpo Nazionale di Soccorso Alpino con il supporto del ministero del Turismo, che permette di tracciare gli itinerari e lanciare un segnale di allarme con la posizione. In sintesi, è oggettivamente impossibile arrivare ad avere “rischio zero”, perché l’imprevisto meteorologico e di altra natura può sempre capitare anche ai montanari più esperti. L’errore fondamentale da non compiere, però, è prendere questo ambiente alla leggera. “La montagna è severa – conclude il direttore nazionale del Cnsas  - e va approcciata con il pieno rispetto che una persona deve avere nei confronti del mondo naturale”. Compreso questo, il piacere e il divertimento sono assicurati.

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