Dossieraggio, Striano a 007: "Ho file su aziende rette da russi". Caso in Antimafia l'11/9

Cronaca
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Dall'inchiesta della procura di Perugia sui presunti dossier a carico di politici e vip è emerso che lo 007 non ha mai avuto incarichi all'interno dell'Agenzia per la sicurezza esterna. Nell'inchiesta risultano indagati anche l'ex pm Antonio Laudati e il tenente della Gdf Pasquale Striano

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Non ha mai avuto incarichi operativi all'interno dell'Aise – l'Agenzia per la sicurezza esterna - il funzionario dei Servizi segreti indagato nell'inchiesta della procura di Perugia sui presunti dossier a carico di politici e vip. Nell'inchiesta risultano indagati anche l'ex pm Antonio Laudati e il tenente della Gdf Pasquale Striano. A confermarlo sono fonti di governo che sottolineano anche che la vicenda non ha nulla a che fare con quella relativa alla selezione per entrare all'Aise della moglie del ministro Crosetto.  La Commissione antimafia tratterà il caso mercoledì prossimo, 11 settembre. La questione sarà affrontata nell'ambito dell'ufficio di presidenza convocato per quella data. Non si esclude che possano essere valutate eventuali audizioni sulla vicenda.  

Il messaggio di Striano allo 007: "Ho i file sulle aziende italiane rette da russi"

"Se vuoi ti posso mandare un file che nessuno ha, neanche in finanza, ove ci sono le 500 imprese italiane rette dai russi ci sarebbe da fare un lavorone ma io non riesco". Così, il 17 marzo 2022, il luogotenente Pasquale Striano, accusato di accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreto, scriveva al funzionario dei Servizi segreti. Al messaggio di Striano, citato nella richiesta di misura cautelare avanzata dai pm umbri, il funzionario degli 007 rispondeva: "Magari". 

L'inchiesta sui dossieraggi

Secondo le fonti, l'episodio per cui è indagato lo 007 - una richiesta di informazioni a Striano su un monsignore del Vaticano - nulla ha a che fare con l'Agenzia. Si tratta, sottolineano ancora, di un "episodio chiuso". Da tutti gli accertamenti eseguiti è emerso che lo 007 si è mosso autonomamente, sfruttando una conoscenza pregressa con Striano. Quale sia il motivo della sua richiesta all'ufficiale della Gdf è una questione che riguarda l'inchiesta della procura di Perugia.
La vicenda dunque, viene ribadito dalle fonti, non ha nulla a che fare con quella della selezione per entrare all'Aise della moglie del ministro Crosetto: una selezione che si è tenuta circa un paio di anni prima che la notizia venisse pubblicata sul quotidiano 'Domani', verso la fine del 2023, un anno dopo l'uscita delle notizie sulla situazione reddituale del ministro. Anche su questi aspetti, in ogni caso, sarebbero stati fatti accertamenti che avrebbero escluso che le informazioni siano arrivate da fonti istituzionali.  

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Gravina: "Smascherato il complotto contro di me"

Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha commentato le notizie sull'inchiesta sui dossieraggi. "Gli accertamenti compiuti dalla Procura di Perugia smascherano il complotto che ha portato alla mia iscrizione nel registro degli indagati", ha detto Gravina, sottolineando che "gli accertamenti contenuti nell'ordinanza a firma del procuratore capo Raffaele Cantone certificano l'innesco inquinato dell'indagine a mio carico, e cioè 'la falsità della proposta investigativa e l'illiceità dell'attività di approfondimento posta in essere'". Il numero 1 della Figc ha aggiunto anche che "sento il dovere, anche a tutela dell'istituzione che rappresento, di offrire alcune precisazioni. Gli accertamenti compiuti dalla procura di Perugia smascherano così il complotto 'con ciò - si legge nell'ordinanza riportata dalla stampa - determinando un danno per lo stesso'".

La ricostruzione di Gravina

Gravina ricostruisce i fatti "così come verificati dalla magistratura di Perugia". Per prima cosa, "l'atto d'impulso dell'indagine su 'presunte compravendite fittizie poste in essere da Gravina' nasce dagli incontri tra il sostituto procuratore Antonio Laudati e il comandante del gruppo SOS, Pasquale Striano, con Emanuele Floridi e Angelo Fabiani, così come si legge nell'ordinanza 'persone vicine a Claudio Lotito, il quale aveva avuto ragioni di contrasto con il presidente della Figc, Gabriele Gravina'. In particolare il Procuratore di Perugia accerta che 'la fonte dei documenti è Floridi, il cui contatto con Striano nasce attraverso Fabiani, previ contatti di quest'ultimo con Laudati'".

In secondo luogo, "l'attribuzione dell'indagine a 'elementi informativi provenienti dalla Procura di Salerno e da quest'ultima acquisiti' è falsa, ma è diretta a giustificare un'indagine che - come precisa la Procura di Perugia - 'nulla ha a che vedere con le prerogative della Procura nazionale Antimafia', e a coprire la vera fonte".

Poi, "nella conseguente indagine della procura di Roma il giudice per le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di sequestro nei miei confronti, ritenendo insussistente l'ipotesi di reato". Gravina ha aggiunto: "Ciò dimostra la mia estraneità a qualunque condotta illecita, che comunque mi riservo di dimostrare pienamente in ogni sede, avendo piena fiducia nell'operato della magistratura. Di più, dalle indagini dei magistrati di Perugia, si disegnano chiaramente le trame di un complotto, ordito in complicità tra esponenti del mondo del calcio e degli apparati dello Stato, e diretto a produrre false prove contro la mia persona". Poi conclude: "Di ciò, a tempo debito, i responsabili renderanno conto nelle sedi opportune. Ma la gravità di ciò che è accaduto suggerisce a tutti i contesti istituzionali coinvolti un particolare dovere di sorveglianza".  

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