Kiev ne aveva chiesto tramite il consolato ucraino in Italia il rimpatrio immediato ma contro questa ipotesi si sono schierate le agenzie internazionali per la protezione dei minori, da Unhcr a Unicef, e i tutori di 34 di questi orfani, che avevano formalizzato una richiesta di protezione internazionale
Kiev ne aveva chiesto il rimpatrio immediato. Ma contro questa ipotesi si erano immediatamente schierati diverse agenzie internazionali. È il caso di 57 bambini ucraini – tra i 6 e i 16 anni - rimasti orfani e ospiti nella Bergamasca dall’inizio del conflitto. Oggi la decisione della Questura di Bergamo, che ha deciso di bloccarne il rimpatrio per almeno due settimane. Tutte le ultime notizie sulla guerra in Ucraina
Rimpatrio bloccato
La richiesta da parte del consolato di Kiev risale al 13 agosto ed era rivolta a tre centri della Bergamasca - Rota Imagna, Pontida e Bedulita - ai quali si chiedeva il rimpatrio dei bambini e adolescenti ucraini entro tre giorni. La partenza era infatti fissata per il 16 agosto, giorno in cui era previsto il ritorno in Ucraina attraverso tre autobus. I 57 sarebbero stati riportati negli orfanotrofi di Berdyansk, città sul Mar Nero da dove erano fuggiti mentre avanzavano le truppe russe.
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Proteste delle organizzazioni internazionali
Immediata la reazione di Unhcr, l'agenzia dei rifugiati dell'Onu, che aveva espresso parere negativo dato che il conflitto è ancora in corso. Analoga presa di posizione è arrivata anche dai loro educatori. Come sottolinea il portavoce di Unhcr Italia, Filippo Ungaro, i bambini accolti provengono da orfanotrofi e istituti: "Sono soli o orfani e molti di loro hanno esigenze specifiche, che devono essere tenute in considerazione. Al contempo, parliamo di ragazzi e ragazze ben integrati, inseriti all'interno delle comunità, anche scolastica. Sappiamo che alcuni di loro hanno avviato, o vorrebbero avviare, le richieste di protezione internazionale che potrebbe bloccare il loro ritorno in Ucraina".