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Omicidio Sharon Verzeni, compagno sentito per 5 ore: "Non credo di essere stato di aiuto"

Cronaca
©Ansa

Sergio Ruocco è stato nuovamente ascoltato ieri dai carabinieri come "persona informata dei fatti". L’uomo, fidanzato della ragazza uccisa a coltellate per strada due settimane fa a Terno d’Isola, nel Bergamasco, ha ribadito: "Non so se sono stato utile. Mi hanno chiesto come andava tra noi". Visionati i filmati delle telecamere della zona delle due serate prima del delitto

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Nelle scorse ore i carabinieri di Bergamo hanno convocato di nuovo in caserma  Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni, di professione barista, uccisa con quattro coltellate due settimane fa, la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, mentre camminava da sola di sera in via Castegnate a Terno d'Isola, il paese della Bergamasca dove viveva. L’uomo è stato sentito come "persona informata dei fatti". È stato ascoltato per cinque ore, e alla fine ha lasciato la caserma di via delle Valli senza parlare con i cronisti. Oggi, parlando con il Corriere della Sera, ha detto solo: "Purtroppo non credo di essere stato di grande aiuto. Mi hanno chiesto le solite cose, come andava tra noi, come era la vita di Sharon, anche dei suoi rapporti al lavoro". Con i carabinieri del Nucleo investigativo e del Ros, assente il pm Emanuele Marchisio, Ruocco ha ripercorso anche le ore precedenti al delitto: "Ma non ho potuto fare altro che ripetere quello che avevo già detto".

Il precedente e gli alibi confermati

L’uomo era già stato sentito nelle ore immediatamente successive all'omicidio: aveva raccontato che quando Sharon Verzeni era uscita dalla loro casa per fare la sua consueta passeggiata serale, consigliatale dalla dietologa, era andato a letto perché si sarebbe poi alzato presto la mattina dopo. Alibi confermato anche dalle immagini delle telecamere di due abitazioni vicine, che non avevano ripreso nessun altro uscire dalla loro casa dopo Sharon Verzeni, né dal cancello anteriore e neppure dalla parte posteriore della recinzione.

I filmati delle telecamere

Intanto proseguono le indagini, con i carabinieri che hanno visionato anche i filmati delle telecamere della zona di via Castegnate delle due serate precedenti all'omicidio di Sharon Verzeni. In questo modo gli inquirenti vogliono capire se effettivamente la donna facesse sempre quello stesso tragitto e se la passeggiata serale fosse davvero un'abitudine come evidenziato dal compagno e dagli altri parenti, per capire se l'assassino fosse in qualche modo a conoscenza delle sue abitudini. Dai filmati visionati, perlomeno nelle due sere precedenti all'omicidio, non si vedono né la donna né il compagno che, a suo dire, spesso la accompagnava in queste camminate consigliate alla donna dal dietologo. La domanda che si stanno ponendo investigatori e inquirenti è quindi come abbia fatto l'assassino a posizionarsi, proprio in un punto non coperto direttamente dalle telecamere della zona, e a colpire Sharon Verzeni senza avere la certezza che passasse proprio quella notte.

Le indagini e le analisi

Mentre i carabinieri del Ros stanno vagliando le immagini delle telecamere e i loro colleghi del Ris di Parma gli abiti della vittima, alcuni campioni prelevati durante l'autopsia e alcuni coltelli (alla ricerca dell'arma del delitto), i carabinieri di Bergamo stanno cercando di capire, anche sentendo i medici di base della zona, quali siano i soggetti con problemi psichiatrici che vivono nel territorio, senza escludere poi l'elenco dei pregiudicati. Un lavoro comunque lungo e che, per il momento, non ha portato ad alcuna svolta. Così come l'analisi della "copia forense" del cellulare di Sharon Verzeni: poche chiamate, poche chat

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Manca anche il movente

Dal giorno dopo il delitto Ruocco si è di fatto trasferito a Bottanuco a casa dei genitori di Sharon, dove è rimasto a vivere, anche perché la casa dove la coppia abitava da tre anni è sotto sequestro. I rapporti tra l'uomo e i suoceri sono sempre stati ottimali. Lo stesso Ruocco aveva raccontato alla stampa di aver saputo che Sharon era stata accoltellata ed era morta soltanto alle 16 del giorno dopo l'omicidio, dunque esattamente due settimane fa, martedì 30 luglio, quando era uscito dalla caserma dei carabinieri: la donna era infatti morta all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo la mattina dopo l'aggressione, per le conseguenze delle coltellate (tre su quattro si erano rivelate letali). Proprio la profondità dei fendenti aveva spinto gli inquirenti a ipotizzare che il killer volesse uccidere proprio Sharon: ma, a distanza di due settimane, dalla vita della barista non è emerso neppure lontanamente un possibile movente che possa aver spinto qualcuno ad agire con tanta violenza.

The house in via M. Merelli in Terno d'Isola, where Sharon Verzeni lived, stabbed a few hundred meters away. Terno d’Isola, Italy, 30 July 2024.
ANSA/MICHELE MARAVIGLIA

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