Andrea Joly, giornalista La Stampa aggredito a Torino: avevo un braccio stretto alla gola
Cronaca"Quando ha iniziato a stringere forte non riuscivo a respirare, poi ho sentito in lontananza le voci delle persone affacciate ai balconi che gridavano “lasciatelo andare”, “liberatelo”, e penso che questo mi abbia salvato
Contro l’aggressione, avvenuta sabato scorso a Torino, ai danni del giornalista della Stampa si è sollevato il mondo politico e istituzionale per manifestare la propria solidarietà e la condanna di simili atti di violenza. Oggi per Andrea Joly è un normale giorno di lavoro in redazione, come ci racconta a poche ore dal pestaggio da parte di alcuni ragazzi che partecipavano alla manifestazione dell'Asso di Bastoni, un circolo frequentato da simpatizzanti e militanti di estrema destra.
Innanzitutto come sta?
Sto meglio, ho qualche escoriazione che ancora brucia, ma va meglio. Sono qui di nuovo al lavoro.
Ci può raccontare cosa è accaduto? Cosa stava succedendo quando è stato aggredito?
Stavo camminando in via Cellini a Torino quando mi sono imbattuto in una manifestazione con tanto di fuochi d’artificio, mi sono guardato intorno e ho visto che mi trovavo davanti alla sede di Asso di bastoni e ho notato sull’ingresso del palazzo la bandiera di Casa Pound. Quando ho preso il cellulare per documentare quello che stava accadendo, dei ragazzi si sono avvicinati chiedendomi “cosa stai facendo”, “cosa hai ripreso”, “sei uno di noi”, per poi iniziare a spingermi. In un attimo mi sono trovato a terra con questi ragazzi che mi prendevano a calci.
Cosa è successo poi quando è riuscito a liberarsi? Si è reso conto di tutto? Ha avuto paura?
Quando ha iniziato a stringere forte non riuscivo a respirare, poi ho sentito in lontananza le voci delle persone affacciate ai balconi che gridavano “lasciatelo andare”, “liberatelo”, e penso che questo mi abbia salvato. Comunque una volta liberatomi sono corso via, alla macchina che era in una via vicino, a 300-400 metri e sono andato a casa, mi sono fatto una doccia, ero un po’ confuso ancora, poi mi sono ripreso e sono andato all’ospedale a farmi vedere perché sanguinavo.
Questo è un episodio che provocato la condanna unanime da parte di tutto il mondo politico, una manifestazione importante? Ha ricevuto manifestazioni di solidarietà, telefonate, messaggi?
Sono stato contattato dal sindaco di Torino e dal presidente della Regione, che per lavoro seguo abitualmente. Mi ha fatto piacere e li ringrazio. Poi ieri ho ricevuto tanti messaggi e telefonate, sicuramente non sono riuscito a rispondere a tutti e me ne scuso. In ogni caso la solidarietà del mondo politico è importante per evitare che questi episodi si ripetano, ho letto anche io le dichiarazioni di politici e istituzioni.
Odg Piemonte ha convocato un presidio a Torino, sotto la prefettura, per domani "in difesa della libertà di stampa garantita dalla Costituzione che vieta anche la ricostituzione del partito fascista”. Pensa che ci sia un clima teso in questo momento, che fare il giornalista sia più difficile?
Sicuramente oggi la professione del giornalista è cambiata rispetto al passato, in alcuni casi effettivamente il clima è teso, c’è anche un po’ di diffidenza nei confronti del mondo dell’informazione. Ma rimane fondamentale raccontare quello che accade intorno a noi, sempre nel rispetto del codice deontologico.