Si continua a indagare sulla morte del barista 25enne di Marcon, scomparso il 30 giugno e il cui corpo è stato trovato il 2 luglio in un isolotto del fiume Piave. Tra le ipotesi, anche quella che sia caduto dall'alto. L’avvocato: "Più che buttarsi è stato lanciato da qualcuno da un terrapieno". Particolarmente attesi gli esiti dell'esame tossicologico del sangue e dei tessuti prelevati dal corpo di Alex, che però non saranno disponibili prima di un mese
Continuano le indagini per scoprire cos’è successo ad Alex Marangon, il barista 25enne di Marcon (Venezia) scomparso il 30 giugno e il cui corpo è stato trovato il 2 luglio in un isolotto del fiume Piave alle Grave di Ciano. Domani, 12 luglio, i vigili del fuoco torneranno per un nuovo sopralluogo nelle vicinanze della ex abbazia Santa Bona di Vidor (Treviso), dove si teneva il rito sciamanico a cui partecipava il giovane nella notte tra il 29 e il 30 giugno. Si cercheranno tracce del passaggio di un corpo pesante lungo i possibili percorsi verticali tra la sommità della scarpata vicina all'abbazia Santa Bona e il letto del fiume Piave, ha annunciato il procuratore capo Marco Martani. Si tratterà quindi di individuare eventuali segni provocati da impatti o rotolamenti come rami spezzati, terra o ciottoli spostati dalla propria sede e deformazioni da impatto al suolo. L'ipotesi al momento più accreditata è quella che il giovane sia caduto dall'alto. "Più che buttarsi è stato lanciato da qualcuno da un terrapieno", ha detto l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali dei familiari del barista. "Chiediamo con forza che siano fatte verifiche anche su tutti i soggetti presenti a quel rituale di cura circa l'uso di sostanze che, se venissero riscontrate, avrebbero alterato il loro ricordo e la genuinità delle dichiarazioni", ha aggiunto l'avvocato. A questo proposito dovrebbe fornire indicazioni utili l'indagine tossicologica sui fluidi prelevati dal cadavere, la quale non sarà disponibile presumibilmente prima di un mese. Nel caso in cui il ragazzo fosse precipitato per cause indipendenti dalla sua volontà o da suoi imprudenti movimenti nel buio, il reato da contestare contro ignoti diventerebbe quello di morte come conseguenza di altro reato.
Il nuovo sopralluogo e le indagini
Dopo il sopralluogo di ieri gli investigatori hanno dimostrato un cauto ottimismo: "Abbiamo fatto un grosso passo avanti". Durante le attività, l'attenzione degli investigatori si è concentrata sulla zona interna e quella esterna dell'edificio, nel tentativo di trovare indizi utili alle indagini. Caccia soprattutto a tracce di sangue e all'oggetto, un bastone o una pietra, compatibili con le ferite che hanno provocato la morte del 25enne. La procura di Treviso ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario. In questa fase delle indagini restano centrali le figure dei due guaritori colombiani che, secondo i testimoni, sarebbero gli ultimi ad aver visto Alex Marangon in vita. I due avrebbero seguito il giovane che si allontanava dalla chiesa dell'abbazia, pare in stato di alterazione, probabilmente in preda a degli allucinogeni consumati durante un rito sciamanico.
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Le ipotesi
Sulla morte del giovane sono aperte ancora tutte le ipotesi, compresa la caduta dall'alto: tuttavia, secondo fonti dell’Ansa, l'autopsia svolta dai medici legali Alberto Furlanetto e Antonello Cirnelli tenderebbe a escludere questo scenario. Per considerare valida l'ipotesi del decesso da precipitazione, spiega l’Ansa, bisognerebbe spiegare in primis perché la vittima non ha lesioni agli arti superiori, agli arti inferiori e al collo, soprattutto dopo aver urtato la testa in caduta così violentemente da provocarne lo sfondamento. Ci sarebbe poi da spiegare perché un corpo che cade da una superficie rialzata istintivamente non pone le mani in avanti, dal momento che non c'è nessuna lesione sul palmo delle mani e ai polsi. Per avere un quadro ancora più fedele, è fondamentale comunque attendere il risultato delle indagini tossicologiche. Anche ieri il procuratore Marco Martani, dopo il sopralluogo dei carabinieri all'abbazia, ha ribadito che "si tratta di un omicidio, non di una caduta. Quel tipo di lesioni alla testa le riscontriamo solitamente solo negli incidenti stradali".