Chico Forti nel carcere di Verona, protesta degli altri detenuti: "Trattato da star"

Cronaca

All'interno del carcere veronese dove è stato trasferito, in molti sottolineano come il 65enne condannato all'ergastolo per omicidio, sia "trattato da star". "Dispiace vedere questa situazione di privilegio, specie se ad assistere a questo spettacolo è gente che deve dividere pochi metri di spazi vitali in una cella", ha detto la moglie di un detenuto. Boldrini: "Incredula, trattamento decisamente privilegiato"

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Sta scatenando alcune polemiche il trattamento riservato a Chico Forti al suo rientro in Italia dopo 24 anni trascorsi in un carcere statunitense. A segnalare una disparità di trattamento anche i detenuti del carcere di Verona.

"Situazione di privilegio"

Come riporta La Repubblica, infatti, all'interno del carcere veronese dove è stato trasferito, in molti sottolineano come Forti, condannato all'ergastolo per omicidio, sia "trattato da star". "Dispiace vedere questa situazione di privilegio, specie se ad assistere a questo spettacolo è gente che deve dividere pochi metri di spazi vitali in una cella", ha fatto sapere al quotidiano la moglie di un detenuto. "Venga qua con noi a vedere che inferno è questo", dicono invece gli altri carcerati, come riporta l’associazione Sbarre di Zucchero.  

"Trattamento uguale per tutti"

 A proposito del permesso concesso a Forti di andare a trovare la madre 96enne nei giorni scorsi, si è espressa anche la Camera penale veronese: "Si auspica che la celere tempistica nel rilascio del permesso divenga un trattamento riservato indiscriminatamente a tutti i detenuti", ha scritto il consiglio direttivo in una nota.

Boldrini: "Trattamento decisamente privilegiato"

"A leggere le notizie su Chico Forti riportate dalla stampa c'è da restare increduli e da sperare che si tratti di coloriture giornalistiche. Permessi velocissimi per poter vedere la madre, tour del carcere come fosse in visita, addirittura di cibo speciale. Il tutto mentre apprendiamo dell'ennesimo suicidio in carcere: questa volta si tratta di una donna detenuta a Torino", dice Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. "Siamo tutti sollevati per il fatto che un nostro concittadino condannato all'ergastolo all'estero possa finire di scontare la pena in Italia, come è giusto che sia. Quello che non è chiaro, però, è il motivo di un trattamento che sembra decisamente privilegiato", continua Boldrini. "Prima la presidente del Consiglio che va in aeroporto ad accoglierlo, come se fosse rientrato un eroe nazionale, un fatto senza precedenti. E non è bastata l'accoglienza in grande stile. Adesso a quanto pare, Chico Forti usufruirebbe anche di trattamenti speciali all'interno del carcere. Altri detenuti, invece, aspettano mesi, se non anni, per potere incontrare i propri cari, a volte per carenza di personale, a volte per problemi logistici. Chi, come me, gira le carceri d'Italia ne conosce bene le condizioni. Il punto, sia chiaro, non è che Chico Forti ha potuto incontrare la madre dopo appena 5 giorni dal rientro in Italia. Il punto è che la stessa possibilità non è garantita a tutti i detenuti e le detenute del Paese che vivono in condizioni di sovraffollamento e di carenza di servizi".

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