Christian Di Martino, il poliziotto accoltellato a Milano, esce dalla terapia intensiva

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Le condizioni di salute dell'agente sono buone, dicono i medici dell’ospedale Niguarda. Ora si attende solo di sapere quando potrà tornare a casa

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“Tornerò presto come prima" sono le primissime parole di Christian Di Martino, il vice ispettore accoltellato da un pregiudicato alla stazione di Lambrate il 9 maggio scorso. Il suo aggressore, invece, si trova nel carcere di San Vittore con l'accusa di tentato omicidio. "Il poliziotto oggi sta bene, è molto reattivo, in grado di interagire anche in maniera spigliata e simpatica con chi lo assiste quotidianamente, di buonumore ed estremamente desideroso di tornare presto al lavoro". Così lo descrive Stefania Cimbanassi, responsabile Chirurgia generale - Trauma team dell'ospedale Niguarda, che ha operato il giovane e che lo accoglie nel suo reparto dopo il trasferimento dalla Terapia intensiva.  

 

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5 ore di intervento e 100 trasfusioni

 

Oltre 5 ore di intervento, un centinaio di trasfusioni. Quello che ha salvato la vita a Christian Di Martino è stato "un intervento concitato, eseguito in regime di emergenza a causa della gravità delle lesioni riportate". Così descrivono l'operazione i medici del Niguarda. Sono state utilizzate "circa 50 trasfusioni di sangue, una quarantina di plasma più una decina di altri emoderivati", riferisce Fumagalli, direttore del Dipartimento di Emergenza e del reparto di Terapia intensiva di Niguarda. "Grazie anche all'aiuto del Centro trasfusionale che ci ha supportato in questo, siamo riusciti a superare la fase acuta e arrivare alla giornata di oggi", con il trasferimento del paziente dalla Terapia intensiva al Trauma team. La parte più difficile "è stata la correzione della lesione alla vena cava, che era la più a rischio per la sopravvivenza immediata del paziente".

 

Verrà dimesso tra qualche giorno

 

Per le dimissioni "ci vorrà ancora qualche giorno", sottolinea la specialista oggi a Niguarda, a margine di una donazione straordinaria di sangue da parte delle forze dell'ordine, promossa dalla Questura in segno di riconoscimento per le cure che hanno salvato il collega. Per quanti giorni resterà ancora ricoverato "non è in questo momento prevedibile", precisa Cimbanassi. "Dovrà recuperare le forze - spiega - cominciare l'alimentazione e recuperare quel minimo di autonomia che poi gli consentirà di tornare prima a casa, nella sua famiglia, e poi nuovamente nella sua famiglia di adozione, il corpo della polizia".

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