Hasan Hamis, chi è l'uomo che ha accoltellato l'agente Christian Di Martino a Lambrate
CronacaIrregolare da 22 anni sul territorio italiano, il cittadino marocchino ha a suo carico tre ordini di espulsione, mai eseguiti. Pregiudicato e finito più volte in carcere, era stato di nuovo fermato pochi giorni fa per aver minacciato con un rasoio alcuni passeggeri di un treno ad alta velocità. Denunciato a piede libero, è salito a Milano, dove ha ferito gravemente il poliziotto
Si chiama Hasan Hamis, ha 37 anni, è di nazionalità marocchina ed è accusato di aver accoltellato il vice-ispettore Christian Di Martino intorno alla mezzanotte tra l'8 e il 9 maggio, alla stazione Lambrate di Milano. Secondo la ricostruzione, l'assalitore - con tre ordini di espulsione dall'Italia a suo carico - ha colpito l'agente tre volte (al polmone, alla milza e alla pancia) con una lama di 16 centimetri. Ora deve rispondere dell'accusa di tentato omicidio, mentre Di Martino - che è stato rianimato cinque volte per arresto cardiaco - lotta tra la vita e la morte all'ospedale Niguarda di Milano.
Dalla prima segnalazione alle (tentate) espulsioni
Hasan Hamis è stato segnalato la prima volta in Italia il 18 dicembre 2002, a Napoli. Come scrive il Corriere della Sera, qui viene fermato dalla polizia: l'uomo ha fornito un nome falso e i documenti non erano in regola. Il primo provvedimento di espulsione risale a due anni dopo, il 2004, emesso dal prefetto di Napoli. Ma Hamis non lascia l'Italia spontaneamente e non viene nemmeno imbarcato su un volo per il Marocco. Il secondo provvedimento arriva sempre da Napoli, nel 2012: anche in questo caso, il cittadino marocchino non lascia il Paese. In questo lasso di tempo, scrive ancora il Corriere della Sera, Hamis si è reso protagonista di diversi reati - rapina aggravata, furto, lesioni personali, droga e sequestro di persona - agendo sempre col coltello. Viene più volte chiuso in carcere a Poggioreale (Napoli) e ad Ariano Irpino (Avellino).
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Dai Cpr all'accoltellamento del poliziotto
Proprio da Avellino arriva il terzo provvedimento di espulsione, del luglio 2023: Hamis deve essere rinchiuso in un Cpr, i Centri di permanenza per il rimpatrio. Tuttavia nelle strutture non c'è posto, e l'ordine di espulsione si tramuta in un invito a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni. L'uomo resta però in Italia, come peraltro aveva già fatto nel 2021, quando l'ufficio Immigrazione della questura di Avellino aveva cercato contatti con il consolato marocchino per espellerlo: da Rabat non è però mai arrivata una risposta. Come scrive il Corriere della Sera, ciò accade perché gli archivi anagrafici sono incompleti (per espellere uno straniero serve che il Paese d'origine ne riconosca la cittadinanza) oppure perché mancherebbe "la volontà di farsi carico di un cittadino problematico". Sta di fatto che Hamis resta in Italia, e ricompare domenica scorsa, il 5 maggio, quando su un treno ad alta velocità per Bologna minaccia con un rasoio alcuni passeggeri. Bloccato dalla polizia ferroviaria, viene denunciato a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. Poi sale a Milano, fino all'accoltellamento di Di Martino.
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Gli alias
Come scrive La Repubblica, Hamis ha usato 22 alias diversi per identificarsi alle forze dell'ordine ogni volta che viene fermato: prima si presenta come marocchino (ma con nome diverso da quello reale), poi come egiziano, algerino, palestinese e israeliano. Ma con l'analisi delle sue impronte digitali, ogni volta è stato identificato con le vere generalità grazie al codice unico assegnato agli stranieri al primo foto-segnalamento in Italia. Ma nonostante questo, è rimasto irregolare sul territorio nazionale per 22 anni.