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Peppino Impastato, quasi mezzo secolo dopo la sua memoria è viva

Cronaca

Raffaella Daino

Migliaia di partecipanti da ogni parte d’Italia e d’Europa a Cinisi per le commemorazioni del 46esimo anniversario dalla morte del giornalista siciliano. Il suo coraggio, simbolo della resistenza alla mafia, è sempre più da esempio per le nuove generazioni

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E’ il caso di Peppino Impastato, più passa il tempo e più la memoria si fa viva e il coraggio dell’attivista e giornalista militante di Democrazia proletaria si fanno esempio e punto di riferimento per le nuove generazioni ben al di là dei confini siciliani. C’è voluto del tempo perché questa storia venisse conosciuta, come c’è voluto del tempo perché il mandante del suo omicidio venisse condannato, 22 anni dopo per la precisione, ma ogni anno anziché sbiadire la sua figura si fa sempre più iconica e il suo ricordo attira ogni anno un numero sempre più alto di persone. E non solo il 9 maggio. Un continuo pellegrinaggio si registra a Casa Memoria da quando è nato un museo, luogo di cultura e legalità, nella casa dove Peppino abitava con la madre Felicia e il fratello Giovanni; il padre Luigi morì in circostanze misteriose e mai chiarite, investito da un’auto in piena notte nel 1977. 

 

Anche quest’anno alla commemorazione tra Terrasini e Cinisi c’erano centinaia di studenti siciliani e di varie regioni d’Italia e tra questi rappresentanti del Liceo Umberto I di Palermo, del Liceo Felicia e Peppino Impastato di Partinico, dell'Istituto comprensivo Cassarà-Guida di Partinico, dell'Istituto comprensivo Santa Maria Bambina di Brescia, del liceo d’Ascanio di Montesilvano, Pescara.  Hanno studiato in classe le vicende legate alla mafia, alla criminalità organizzata e ai suoi collegamenti e ramificazione con l’economia e gli affari nel Nord Italia e hanno voluto essere presenti, per conoscere i luoghi in cui efferati omicidi sono stati commessi per spegnere le voci di uomini eroici che per amore della verità hanno sfidato i boss e il loro strapotere, come Peppino Impastato, che i mafiosi li derideva, in un’epoca in cui nessuno osava nemmeno pronunciare la parola mafia.  

Un fiume di persone si riunisce davanti a Radio Aut, la radio libera e autofinanziata da cui per un anno dal 25 aprile del 1977 Peppino impastato mandò in onda la satira irriverente con cui denunciava e scherniva l’arroganza dei boss. Poté farlo fino a quando il tritolo lo fece saltare in aria il 9 maggio del1978. Un esempio Peppino impastato che supera i confini e arriva sempre più lontano. Ci sono molti stranieri tra i partecipanti alle commemorazioni, e tra loro c’è Darren O’Grady, irlandese venuto qui apposta, ispirato dalla forza della resistenza alla mafia persone come Peppino Impastato hanno dimostrato.

 

 In testa al lunghissimo corteo che si muove da Terrasini verso Cinisi con il fratello di Peppino, Giovanni Impastato c’è il padre di Ilaria Salis, Roberto, che sottolinea l’importanza di combattere la mafia tanto quanto lo è combattere il fascismo. Presenti anche il presidente della Commissione antimafia regionale Antonello Cracolici, gli ex sindaci di Palermo Leoluca Orlando, di Messina Renato Accorinti, di Riace Mimmo Lucano.

 

Sventolando bandiere della pace, della Cgil, della Palestina, con il pensiero anche alle vittime della guerra e del lavoro si muove un lungo corteo scandito da canti e inni, con le note di Bella Ciao, l’urlo “Ilaria Salis libera”, e poi “Peppino è vivo e combatte insieme a noi”.  Immancabili l'associazione dei Compagni di Peppino Impastato. "Organizziamo il corteo dal 1979, l'anno successivo a quello dell'omicidio” dice Carlo Bommarito, dell'associazione compagni di Impastato. “E’ bello vedere presenti molti giovani e molte associazioni”.  Tra le tante sigle associative,  oltre alla Cgil ci sono i Cobas dell'Orsa e Libera.

Il corteo passa dai binari della ferrovia su cui furono ritrovati i resti dell’attivista e raggiunge casa Impastato a 100 passi da quella del boss Tano Badalamenti condannato per il suo omicidio. Entrambe le palazzine sono ora luogo di memoria e legalità. Il palco su cui si tengono i momenti conclusivi, è a metà strada in Corso Umberto I tra le due abitazioni. E’ la musica a chiudere la settimana di eventi, durante la quale sono stati assegnati anche alcuni premi dedicati alla memoria  di Peppino Impastato, ad Antonella Delli Gatti e Manlio Marinelli per lo spettacolo “Il mare a cavallo” ai Marlene Kuntz per aver contribuito a tenere viva la memoria di Peppino con la canzone “E lui cantava” e per il disco Karma Clima e  all'associazione che ha realizzato l'evento “A NOME LORO” nato da un'idea della musicista Sade Mangiaracina dopo la cattura di Matteo Messina Denaro e che il 25 maggio al Parco Archeologico di Selinunte porterà una maratona dal titolo “Musica e voci per le vittime di mafia”, un evento gratuito con un cast eccezionale di artisti e musicisti (info su https://anomeloro.it/ ) .