"Ridateci la Gioconda", gli eredi di Leonardo fanno causa alla Francia per riaverla

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Toccherà adesso al Consiglio di Stato francese esprimersi sulla questione. E, anche in caso di rigetto della richiesta, come riporta La Nazione, l’associazione che rappresenta i discendenti del Genio ha già esternato l’intenzione di presentare ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo

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Un ricorso al Consiglio di Stato della Francia, per chiedere la restituzione della Gioconda ai quattordici presunti discendenti diretti di Leonardo Da Vinci. Sembra quasi uno scherzo o un meme social, invece è tutto vero. Negli scorsi giorni, come riporta La Nazione, l’associazione International Restitutions, che si presenta come una Ong “il cui scopo statutario è quello di garantire la legalità della composizione delle collezioni museali pubbliche”, ha presentato una causa legale per chiedere la restituzione della Monna Lisa, probabilmente l’opera d’arte più famosa al mondo, oggi esposta al Museo del Louvre di Parigi dove ogni giorno viene vista dai 15 mila ai 20mila visitatori. Intanto la giustizia transalpina ha già protocollato l’atto in questione lo scorso febbraio. Ma su quali presupposti si basa l’azione legale?

La causa dei discendenti di Leonardo

L’associazione ha reso noto in un comunicato di agire in nome dei quattordici eredi di Leonardo individuati qualche anno fa dagli studiosi Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato. Sul loro conto si sanno al momento poche informazioni come il fatto che abitano in Toscana, ma i loro nomi non sono stati resi noti e nemmeno la loro provenienza specifica. La posizione sostenuta da International Restitutions punta il dito contro l’acquisizione della Gioconda da parte del re di Francia Francesco I, che a detta dell’associazione sarebbe in sostanza avvenuta illegalmente. Il motivo? Prima di tutto perché non esiste alcun atto che certifichi la vendita o la donazione del dipinto. E poi perché, sempre secondo l’organizzazione, il sovrano francese si sarebbe in realtà appropriato dell’opera grazie al “diritto d’albinaggio”. Si tratta di una legge in vigore nella Francia del XVI secolo che faceva sì che i beni dei cittadini stranieri deceduti senza figli sul territorio francese -come nel caso del Genio per l’appunto- venissero ereditati dalla corona.

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La Gioconda di Leonardo da Vinci - ©Getty

La decisione del Consiglio di Stato francese 

Toccherà adesso al Consiglio di Stato francese esprimersi sulla questione.  “La Gioconda appartiene effettivamente ai discendenti di Leonardo - ha sostenuto Robert Casanovas, docente nonché presidente di International Restiturions - il primo atto di appropriazione di Francesco I sotto la copertura del diritto d’albinaggio è giuridicamente inesistente. E non può produrre alcun effetto, né creare alcun diritto a beneficio dello Stato francese”. Il professore ha citato a sostegno della sua posizione l’incompatibilità delle modalità di acquisizione dell’opera d’arte con le leggi vigenti ad oggi nell’Unione Europea. “L’acquisizione, poiché la decisione impugnata continua a produrre i suoi effetti anche oggi, è contraria agli articoli 1 e 17 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 – ha detto Casanovas- all’articolo 17 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948 e dell’articolo 1 del protocollo addizionale alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”.  In caso di rigetto della richiesta, lo scenario ad oggi più probabile, Casanovas ha già esternato l’intenzione di presentare ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. 

 

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