Strage Casteldaccia, sciopero dei sindacati a Palermo e sit in davanti alla prefettura

Cronaca

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "Giusto lo sciopero. Un modello di impresa fondato su appalti, subappalti e precarietà è un modello che uccide. Un sistema basato sui tagli dei costi e dei tempi di lavoro non rispetta i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, e va immediatamente cambiato"

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Sciopero generale di 4 ore nella giornata di martedì 7 maggio (e di 8 ore dei lavoratori edili nella sola provincia di Palermo). Previsto anche un presidio davanti la prefettura alle 9 di mattina. Questa la decisione di Cgil, Cisl e Uil e delle segreterie provinciali dei sindacati edili Fillea, Filca, Feneal dopo la morte, a Casteldaccia, dei cinque operai che stavano eseguendo alcuni lavori all'interno di una vasca di sollevamento delle acque reflue vicina a una cantina vinicola.  “E’ un dramma davanti al quale tutti noi siamo tenuti a pretendere una risposta- afferma Piero Ceraulo, segretario degli edili della Cgil Fillea di Palermo- Non si può morire di lavoro, un lavoro che tra l’altro è sempre più precario”.

Il segretario generale Cgil

"E' giusto scioperare - ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini - Un modello di impresa fondato su appalti, subappalti e precarietà è un modello che uccide. Un sistema basato sui tagli dei costi e dei tempi di lavoro non rispetta i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, e va immediatamente cambiato. Inoltre- aggiunge Landini-  la Cgil si costituirà parte civile al processo".

Le vittime del lavoro a Palermo

Quella delle morti sul lavoro nel territorio palermitano è una stata definita dai sindacati una scia di sangue senza fine, 16 le vittime nel capoluogo solo nel 2023. “Appena l'altro giorno a Palermo ricordavamo i morti di Campofelice e di via Ugo La Malfa- Fillea, Filca, Feneal - con questa nuova tragedia, si certifica una situazione di emergenza e di stato di guerra. Qui i morti sul lavoro si stanno moltiplicando giorno dopo giorno”.  Sull’iniziativa i sindacati aggiungono: “saremo davanti al prefetto a chiedere l'intervento delle istituzioni e a sollecitare il tavolo su salute e sicurezza che da tempo chiediamo".

Vigili del fuoco al lavoro nel cantiere dove sono morti due operai in Piazza Ludovico Cerva in zona Vigna Murata, Roma, 20 luglio 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

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La mobilitazione della società civile

Lo sciopero e il sit in davanti alla prefettura proclamato dai sindacati si pongono un obiettivo: "Istituzioni e società civile devono unirsi in una battaglia comune perché, finché ogni lavoratore che non fa rientro a casa, il sistema lavoro non sarà mai degno di un Paese civile”, affermano i sindacati confederali. Le richieste sono un dialogo fra tutte le realtà coinvolte, controlli continui e a tappeto, vigilanza sul sistema degli appalti, e più attenzione alla formazione dei lavoratori ma anche dei giovani fin dal percorso scolastico. “Si tratta di affermare un principio base- aggiungono i sindacati- la prevenzione è anche un fatto culturale che tutti devono porre come priorità”. Sulla tragedia di Casteldaccia sono intervenuti anche i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Luisella Lionti: "E' uno schema che si è ripetuto troppo spesso in questi mesi”. 

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