Il dramma nelle carceri tra sovraffollamento e cure mediche inadeguate

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

A Palermo davanti al tribunale sit in degli avvocati per denunciare l'allarmante fenomeno dei suicidi nelle carceri. Occorrono interventi urgenti ed immediati per affrontare l'emergenza, avverte il Garante

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Nell'iniziativa del Garante di Palermo per le persone private della libertà, gli avvocati della commissione diritti umani e carcere della camera penale del capoluogo espongono cartelli, ognuno dei quali è una denuncia, il sovraffollamento su tutte, e una richiesta, garantire la salute in carcere. Leggono il lungo elenco dei detenuti morti in carcere: 34 in tutta Italia nei primi 4 mesi di quest’anno. Una cifra drammatica che rischia di superare il tragico record del 2022 quando le persone che si tolsero la vita tra le sbarre furono 85. In Sicilia si contano già 3 suicidi nel 2024, furono 8 nel 2023.

La tragica fine di Samuele Bua

Tante le vite spezzate e le famiglie distrutte come quella di Samuele Bua, morto a 29 anni il 4 novembre del 2018. Al sit in ci sono anche la mamma e la sorella, indossano la maglia su cui hanno fatto stampare il volto sorridente del loro familiare. Dopo anni non si danno pace. “Samuele era in entrato in carcere per questioni di droga” dice mamma Lucia tra le lacrime “aveva un fascicolo pieno di indicazioni sui problemi di salute psichica di cui soffriva, aveva subìto diversi tso, aveva bisogno di cure mediche e non le ha ricevute, ha chiesto aiuto e la sua richiesta è stata ignorata, fino a quando non ce l’ha fatta più”.

L'immagine di Samuele Bua, morto in carcere

Sovraffollamento e carenza di cure sanitarie

 “Moltissimi suicidi si registrano fra i nuovi arrivati o tra i detenuti che stanno per scontare la pena ma non hanno una casa nè prospettiva di lavoro o di reinserimento e sono sopraffatti dal senso di vuoto” dice Pino Apprendi, dal 2023 Garante per i detenuti di Palermo. Al Comune di Palermo abbiamo proposto di adottare la soluzione che si sta sperimentando in Campania: case famiglia, ostelli, comunità che ricevano un sostegno di 30 euro al giorno per fornire vitto e alloggio agli ex detenuti che stiano provando a reinserirsi nella società”.

“Il problema del sovraffollamento riguarda tutta Italia, ci sono 60mila detenuti in spazi dove dovrebbero essercene 50mila. La carente assistenza sanitaria è un problema che abbiamo riscontrato nei penitenziari palermitani dove tanti sono i soggetti fragili, con problemi psichiatrici che non vengono affrontati, non hanno risposte tempestive e sono privati di quell’ascolto che è fondamentale” dice Apprendi.

“C'è bisogno di più psicologi nelle carceri, quando vado in carcere e parlo col detenuto mi accorgo di come provi una sorta di liberazione, un sollievo che se pur temporaneo può dare beneficio. E mancano una serie di specialisti , tra cui gli oncologi, e questo significa che i detenuti per ricevere certe cure devono aspettare mesi, perché devono esser portati negli ospedali, ma questo trasferimento può avvenire a condizione che ci siano ambulanze disponibili e personale della polizia penitenziaria per fare la scorta, e non è facile essendo il numero degli agenti di gran lunga sottodimensionato".

"La Costituzione all’articolo 32 tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, un diritto che spetta ai detenuti come ai liberi cittadini, ma la verità" - dice Apprendi - "è che in carcere il diritto alla salute non è garantito. Il grido che vogliamo lanciare da questa iniziativa è: accendete i fari sulla comunità carceraria”. 

Sit in del Garante e degli avvocati di Palermo contro i suicidi in carcere

Lettera dei garanti territoriali: servono provvedimenti urgenti

“Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti” aveva detto il capo dello Stato il 18 marzo. “Si tratta di uno stillicidio insopportabile, al pari della sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione” avvertono i garanti territoriali, ribadendo, ancora una volta, con forza l’impellente necessità di interventi urgenti, in una lettera aperta a Governo e Parlamento.

“La maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle cosiddette ore d’aria. Questo rappresenta, senza dubbio, una violazione dei principi e delle garanzie riconosciute dalla nostra Carta costituzionale e dall’Ordinamento penitenziario. È necessario riempire di senso, il tempo della detenzione, offrendo più attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l’aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate. Si sottolinea, altresì, l’assoluta necessità di personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza".

"È necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. Così come sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e gli stessi magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi – come scriveva nel 1949 Piero Calamandrei - “bisogna vederle, bisogna esserci stati, per rendersene conto”. I suicidi sono il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere".

Santi Consolo, Garante detenuti Sicilia

Carenze strutturali e sovraffollamento, situazione critica nelle carceri siciliane

In Sicilia nel 2023 è stato nominato Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti Santi Consolo; magistrato in pensione, tra gli altri incarichi, ha ricoperto quello di capo del Dap, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. La situazione nelle carceri la conosce molto bene e la definisce grave. "Ai 34 suicidi di detenuti da inizio anno si aggiungono le 55 morti di detenuti e i 5 decessi di agenti di polizia penitenziaria avvenute in carcere nel 2024.  Si segnalano carenze di tipo strutturale, in inverno si soffre il freddo per mancanza di riscaldamento e in estate il caldo è insopportabile.  Mancano attività che possano impegnare i detenuti e colmare il senso di vuoto che spesso porta a gesti estremi. Dove c’è malessere i rapporti interpersonali inevitabilmente peggiorano, tutti gli operatori penitenziari sono da considerarsi eroi, sono in grave sotto organico e devono far fronte al malessere diffuso dovuto soprattutto a disabilità di tipo mentale. Lo Stato è latitante ed è carente nell’assistenza sanitaria soprattutto nel settore del personale psichiatrico".

"E’ necessario prendere provvedimenti immediati e urgenti che possano far fronte a difficoltà drammatiche" dice Consolo. "Il numero di suicidi tra detenuti ma anche tra agenti penitenziari è preoccupante. L’unico provvedimento che è possibile attuare è a mio avviso quello della proposta di legge Giachetti Bernardini,  che riguarda la liberazione anticipata ampliata. Questo provvedimento non è un indulto mascherato, come qualcuno insinua, ma un beneficio a favore dei soli detenuti che si sono comportati regolarmente e hanno partecipato all’opera di rieducazione. Per un verso è selettivo e premiale ma è anche un giusto compenso per chi ha sopportato un’afflittività ulteriore, non solo privato della libertà personale ma anche sottoposto a disagi e difficoltà legati alla condizione delle carceri, alle criticità strutturali, alla mancanza di attività trattamentali come il lavoro. Secondo i risultati di un censimento che ho di recente disposto, mille detenuti vorrebbero partecipare a programmi di formazione per abilitazioni lavorative ma questa aspirazione non viene, se non in minima parte, soddisfatta".

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