I carabinieri stanno indagando sull'ipotesi che nell'appartamento ci fosse un allevamento abusivo. La donna attaccata dai pitbull ha subito l'amputazione dell'intero braccio destro e dell'avambraccio sinistro
Il sostituto procuratore Marco Brusegan ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati la figlia dell'anziana di 83 anni che giovedì scorso è stata attaccata violentemente da cinque degli otto cani - tutti di razza amstaff e american bully - con cui viveva. Le accuse ipotizzate dalla procura nei confronti della figlia della vittima, che risulterebbe proprietaria degli otto animali(cinque adulti e tre cuccioli), sono di cattiva gestione e lesioni colpose gravissime.
Come si stanno sviluppando le indagini
Le accuse potrebbero però cambiare già nelle prossime ore: come spiega 'Il Messaggero', da un lato il reato di lesioni colpose gravissime è perseguibile solo a seguito di querela (in questo caso dovrebbe essere la madre, una volta uscita dalla terapia intensiva dell'ospedale di Padova, dove è ricoverata dopo aver subito l'amputazione di un braccio e di un avambraccio, a denunciare la figlia) e dall'altro ci sono le indagini dei carabinieri, incaricati dal pm Brusegan di andare oltre la ricostruzione dei fatti e di esaminare tutti gli aspetti della vicenda, compreso il motivo per cui in un appartamento così piccolo ci fossero otto cani.
leggi anche
Eboli, bambino di un anno ucciso da due pitbull: ferita anche la mamma
L'ipotesi dell'allevamento abusivo di cani
Anche ieri i carabinieri della stazione principale di Padova sono tornati nell'abitazione di via Alberto Riva Villasanta 26, a Mortise, per un sopralluogo utile a rimettere insieme tutti i tasselli della vicenda. Il sospetto, per ora, è che quell'appartamento sia stato trasformato dalla madre e dalla figlia in una sorta di allevamento abusivo di cani. Da lì gli animali sarebbero stati venduti ad acquirenti in tutta Italia, attraverso alcuni portali internet. Annunci sono stati trovati su Subito.it e l'ultimo risale alla sera della tragedia, quando è stata messa in vendita una femmina di amstaff appartenente al branco che poco prima aveva attaccato l'anziana.
leggi anche
Lecce, bimba azzannata dal suo cane mentre dormiva: è grave
Ascoltati dai carabinieri i condomini
I carabinieri stanno cercando di capire anche se l'83enne e la figlia avessero qualche tipo di autorizzazione a condurre quel tipo di commercio. Verrà verificata anche l'iscrizione all'anagrafe canina attraverso il microchip che dovrebbe essere impiantato sottopelle a ogni animale. I militari stanno anche indagando a ritroso: a gennaio c'era stato un sopralluogo della polizia locale, chiamata dai residenti per il troppo rumore causato dagli abbai e guaiti degli animali. I condomini sono stati ascoltati dai carabinieri per capire se ci siano stati, in passato, altri episodi simili e per poter inquadrare meglio la situazione: tutto - compreso il comportamento dei cani, ieri docili - finirà in un rapporto atteso questa mattina al quarto piano del palazzo di Giustizia.
leggi anche
Donna aggredita da un pitbull nel Pavese: morta 86enne
La ricostruzione dell'attacco dei cani all'anziana
A dare l'allarme, nel primo pomeriggio di giovedì, era stata la postina che dal piazzale aveva sentito le grida della donna. In pochi minuti è arrivata sul posto una pattuglia dei carabinieri della stazione di Prato della Valle: sentendo le urla, i due militari hanno bussato alla porta dell'83enne, ma dall'interno le grida si facevano sempre più deboli fino a fermarsi. Per questo motivo, uno dei militari è uscito e, sfruttando il fatto che l'appartamento dell'anziana era al primo piano, è salito sul balcone: dalla portafinestra della cucina ha notato una striscia di sangue. Forzata la porta, il militare è entrato ma è stato aggredito da cinque cani inferociti (i cuccioli erano chiusi in una stanza). Mentre il collega era all'esterno della porta di casa, il carabiniere è riuscito a proteggersi dai cani con un'asse da stiro trovata sul balcone: spaventandoli, è riuscito a rinchiuderli in una stanza e ha aperto la porta al collega e ai soccorsi. La donna, incosciente, era nel corridoio in una pozza di sangue: aveva cercato di trascinarsi verso la porta per aprirla e scappare.