Caso Scurati, dg Rossi: "C’è istruttoria su eventuali errori, dalla Rai nessuna censura"

Cronaca
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Il direttore generale parla di "ennesimo attacco strumentale al servizio pubblico" e di "notizie inverosimili e ricostruzioni surreali". "Mi trovo costretto  - afferma - ad intervenire per cercare di frenare l'ennesimo tentativo di aggressione nei confronti della Rai". I vertici dell’azienda l’8 maggio in commissione Vigilanza, ma la presidente Floridia precisa: "Si tratta di un'audizione programmata da tempo". Le scrittrici Nadia Terranova e Jennifer Guerra: "Anche noi censurate"

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"In queste ore in cui si susseguono notizie inverosimili e ricostruzioni surreali, mi trovo costretto ad intervenire per cercare di frenare l'ennesimo tentativo di aggressione nei confronti della Rai". A dirlo, dopo due giorni di polemiche sul caso Scurati, è il direttore generale della tv pubblica Giampaolo Rossi, che aggiunge: "È in atto un'istruttoria per verificare se ci siano stati errori relativi alla mancata partecipazione dello scrittore Scurati alla trasmissione CheSarà di Serena Bortone, partecipazione che era prevista nel comunicato stampa ufficiale uscito la sera prima della puntata in questione. La narrazione di una Rai che censura è del tutto priva di fondamento". Intanto la presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia, annuncia: "I vertici Rai verranno convocati in commissione di Vigilanza il prossimo 8 maggio. Si tratta di un'audizione programmata da tempo e comunicata in ufficio di presidenza ai rappresentanti dei gruppi giorni fa. Avevo previsto questa audizione e, diversamente da quanto affermato da alcuni esponenti politici, al netto dei comunicati stampa di questo o di quel partito, a questa presidenza non è giunta alcuna richiesta formale". Una decisione "dunque già presa e condivisa" e una "cosa che evidentemente avrei fatto in ogni caso - sottolinea Floridia - senza alcun tipo di sollecitazione, alla luce dell'ampio dibattito sugli ultimi casi che hanno scosso la Rai, primo fra tutti la mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione di Serena Bortone".

Rossi: "La programmazione del servizio pubblico dimostrano pluralismo"

"Il senso di responsabilità - sottolinea il dg Giampaolo Rossi - richiederebbe di attendere il termine dell'istruttoria prima di lasciarsi andare a commenti o conclusioni che rischiano di risultare meri polveroni mediatici, come altre volte in passato. Mi preme sottolineare che il direttore generale di Corporate non ha alcuna competenza sugli aspetti editoriali (dentro i quali ricade anche la scelta degli ospiti nelle trasmissioni)". "Oggi - dice Rossi - il palinsesto e la programmazione del servizio pubblico dimostrano pluralismo, varietà di punti di vista, di visioni e culture, finalizzate a garantire la maggior eterogeneità di racconti possibile. All'interno di un'offerta quotidiana fatta di informazione, intrattenimento, fiction, cinema, divulgazione culturale, e di una incredibile ricchezza di conduzioni, artisti e ospiti, la Rai dimostra di avere una libertà espressiva unica in Italia".

Rossi: "Ennesimo attacco strumentale"

"Mentre imperversa su giornali e televisioni concorrenti l'ennesimo attacco strumentale al servizio pubblico, la Rai - insiste il dg - in tutte le sue strutture sta lavorando alla realizzazione del nuovo piano industriale proprio con l'obiettivo di trasformare questa azienda in una moderna digital media company e di fronteggiare al meglio le grandi sfide a cui è chiamata nel prossimo futuro. La stessa approvazione da parte del Cda del bilancio, con un rafforzamento dei fondamentali economici, è la dimostrazione dell'importante lavoro fatto in questi mesi per rimettere la Rai in linea con un percorso di sostenibilità economica e finanziaria. Lavoro di cui ovviamente non c'è traccia nel dibattito attorno all'azienda". "La Rai è un patrimonio della nostra Nazione, oltre che un hub industriale che sostiene intere filiere produttive italiane, a partire da quella dell'audiovisivo. Credo sia mio dovere difendere il lavoro quotidiano che viene fatto da migliaia di lavoratrici e lavoratori - conclude - per continuare a garantire uno dei più grandi servizi pubblici d'Europa".

Lo scrittore Antonio Scurati in un momento della Repubblica delle Idee a palazzo reale. Napoli 21 Aprile 2024. ANSA/CESARE ABBATE

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"Sono stata trattata come Antonio Scurati", dice anche la scrittrice e giornalista Jennifer Guerra che - in un'intervista pubblicata da BresciaOggi, L'Arena e la Gazzetta di Mantova - afferma di essere stata invitata a partecipare alla trasmissione Quante Storie ma che poi il suo intervento nel programma di Serena Bortone è saltato. "La mia partecipazione era data per certa", ricorda la 29enne scrittrice bresciana, spiegando di aver avuto "una telefonata con un'autrice" il giorno precedente la messa in onda: "Visto che il tema della puntata erano i diritti delle donne, ho risposto alle domande dell'autrice (che non ricordo nel dettaglio) criticando le azioni del governo Meloni, in particolare sul tema aborto. Non c'era ancora stato l'emendamento del Pnrr, ma le avevo detto che Meloni stava legittimando gli antiabortisti e minando il diritto di aborto in maniera subdola". "Finita la telefonata - prosegue Guerra - in cui mi viene ripetuto ancora una volta che di lì a poco avrei saputo come collegarmi alla trasmissione, non ho più avuto notizie del programma fino alle 10 di sera. L'autrice mi scrisse un messaggio per dirmi che le dispiaceva ma che non c'era spazio in scaletta per il mio intervento. Ricordo bene che dissi subito a mio marito che sospettavo che il collegamento fosse saltato perché avevo criticato il governo. Dopo la questione Scurati sono ancora più convinta che i miei sospetti fossero fondati". "Ovviamente - precisa - non ho mai pensato che la colpa fosse dell'autrice o di Serena Bortone, anzi, il suo comportamento dopo la censura di Scurati è stato davvero ammirevole". "Non pensavo mi sarei ritrovata a parlare di censura, ma adesso tutto mi fa pensare di averla subita", conclude.

Antonio Scurati, durante la cerimonia di premiazione del premio Strega 2014. Roma 03 luglio 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

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"Non è mai bello dire io l'avevo detto, ma purtroppo è così, io l'avevo detto. Quando è successo a me, in molti hanno taciuto credendo che si trattasse solo della mia persona. Mentre l'antifascismo è un valore condiviso almeno da una parte democratica e importante del Paese, l'antimafia non lo è", dice a Il Corriere della Sera Roberto Saviano, parlando del caso Scurati. Saviano sostiene che sia giusto parlare di censura: "Ma certo. Anzi. Quel gesto da parte della presidente del Consiglio è il solito atto intimidatorio, perché indica un privato cittadino, come sempre fa Meloni, additandolo come un suo nemico, ed esercitando a suo favore una sproporzione di potere enorme. È il suo metodo abituale. Un anno fa mi attaccò dicendo che guadagnavo parlando di camorra. Oggi, i media di destra scrivono che Scurati fa soldi con il fascismo. Questo tipo di attacchi sono mirini sui corpi di alcune persone che vengono poi bersagliate dalla comunità dei sostenitori di Meloni". Meloni ha negato di essere intervenuta sul caso Scurati: "Per presentare il mio nuovo libro mi hanno invitato a tre trasmissioni Rai, che subito dopo hanno bloccato la mia partecipazione. Allora ho chiamato il dg Giampaolo Rossi, uomo di Meloni. Mi ha detto che venendo da una cultura che lui considera censurata, non eserciterebbe mai la censura nei miei confronti. Allora ho contattato le tre trasmissioni. 'Ma comunque è meglio di no' è stata la risposta. Non c'è manco bisogno di dare un ordine, la censura va in automatico. Perché questo è un governo che ha creato un clima di paura".

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