Riapre a Trieste la libreria antiquaria di Umberto Saba

Cronaca
Andrea Ceredani

Andrea Ceredani

Dopo la morte a gennaio di Mario Cerne, l’ultimo gestore di “quell’antro oscuro” che il poeta triestino acquistò nel 1919, il locale è stato restaurato e i suoi tesori riportati alla luce: cataloghi firmati, manuali antichi e persino la macchina da scrivere su cui è stato composto il Canzoniere

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La libreria antiquaria del poeta Umberto Saba, a pochi passi dalla centralissima piazza Unità d'Italia di Trieste, ha riaperto. Ha iniziato a mostrare i propri cimeli già dai fine settimana di dicembre e, con l'avvento del 2025, ha dato il via alla vendita al dettaglio. Ma la bottega attirava curiosi da mesi. “Mentre erano in corso i lavori di restauro – racconta l’avvocato Paolo Volli, che ha curato la messa a nuovo della libreria – è passato un gruppo di studenti e li abbiamo fatti entrare. Erano felicissimi. Molti triestini non sanno neppure che esista un luogo del genere”.
Così, dopo mesi di restauro, i gestori restituiscono ora ai friulani le sale che a lungo hanno ospitato la penna del poeta, per decenni proprietario del negozio, assieme ai suoi circa 30mila volumi antichi. “Non sarà una biblioteca, ma una vera e propria libreria adatta a ogni gusto”, assicura Massimo Battista, attuale gestore del locale.

La storia

Non era entusiasta della libreria, Umberto Saba, al momento dell’acquisto nel 1919. “Se dovessi trascorrere in questo antro oscuro il resto della mia esistenza: quale tristezza!”, scriveva in uno scritto pubblicato postumo. Eppure, la sua vita non solo la passò – almeno in parte – a scrivere tra le alte sale di quel negozio, ma la trasse in salvo proprio grazie alla libreria stessa. Durante gli anni delle persecuzioni razziali fasciste, tra una convocazione al Minculpop e l’altra, il poeta triestino fece infatti della bottega di via San Nicolò la sua principale fonte di sostentamento. Anche quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fu costretto a fuggire al Sud.
Al momento della sua morte, però, la libreria fu affidata al fidato aiutante “Carletto” Cerne, che l’acquistò dopo decenni di lavoro al fianco di Saba. A lui succedette il figlio Mario che, dopo la morte nel gennaio dello scorso anno, lasciò la bottega in mano alla comunità ebraica per il restauro appena portato a termine.

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I cimeli

Al centro della sala principale campeggia una macchina da scrivere, su cui Umberto Saba componeva poesie. Al suo fianco, in una teca, sono racchiuse le lettere e le corrispondenze con amici scrittori, notabili del ‘900 e clienti. Molti dei quali habitués della libreria. Un’intera parete, invece, ospita i cataloghi e i volumi vincolati dalla Soprintendenza (in altre parole, non disponibili alla vendita): sono tutti i libri su cui il poeta aveva apposto un una nota, un autografo o una dedica. E che adesso arricchiscono gli scaffali della bottega. “Quelli non si possono vendere – spiega Battista – e non si possono fare molte altre cose, come ospitare servizi di ristorazione. Persino sulla carta da parati ci sono dei vincoli”. Ma non per questo la libreria sarà meno accogliente: “Venderemo libri e libri antichi – assicura – quelli acquistati di recente e quelli comprati da Mario e Carlo Cerne, che ancora ci accompagna in bottega guardandoci dal ritratto dipinto per lui dallo scrittore Carlo Levi, uno dei tanti clienti rimasti incantati ‘dall’antro oscuro’ di via San Nicolò”.

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