Cgil e Uil in corteo a Roma per lavoro e diritti. Landini: “È il Paese reale che parla"

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I due sindacati scendono oggi in piazza per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per il diritto alla cura e alla sanità pubblica e per una "giusta" riforma fiscale e tutela dei salari. “Si ascolti il mondo del lavoro, che tiene in piedi questo Paese e non ce la fa più", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini 

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“Adesso basta!”. È questo lo slogan che accompagna la manifestazione nazionale dei sindacati di Cgil e Uil che, con i rispettivi segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, scendono oggi in piazza per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per il diritto alla cura e alla sanità pubblica e per una "giusta" riforma fiscale e tutela dei salari. “Da questa piazza arriva il messaggio del Paese reale, visto che stanno raccontando delle balle, irreggimentando e cercando di controllare tutto. Questo è il Paese reale che parla, che dice quali sono i problemi e che c'è bisogno di cambiare: si ascolti il mondo del lavoro, che tiene in piedi questo Paese e non ce la fa più", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini aggiungendo che "non abbiamo alcuna intenzione di fermarci".

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La manifestazione dei sindacati a Roma

L'appuntamento è ora in piazzale Ugo la Malfa a Roma: da qui si prepara a partire il corteo diretto a piazzale Ostiense, dove è invece allestito il palco su cui saliranno lavoratrici e lavoratori per i loro interventi e poi Landini e Bombardieri per le conclusioni. I due sindacati scendono di nuovo in piazza a meno di dieci giorni dallo sciopero dell'11 aprile, per chiedere zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa.

Landini: “Il mondo del lavoro non ce la fa più”

"Il mondo del lavoro che tiene in piedi questo Paese non ce la fa più”, ha sottolineato Landini, aggiungendo che il sistema lavorativo nazionale “ha un problema salariale grande quanto una casa, un livello di precarietà inaccettabile, mentre i diritti della Costituzione non sono garantiti, a partire da sanità pubblica, istruzione, lavoro. E si continua a morire sul lavoro in modo indecente. C'è bisogno di cambiare". Il leader della Cgil ha inoltre ribadito che "abbiamo cominciato questa mobilitazione a novembre, non abbiamo avuto risposte e intendiamo andare avanti senza escludere l'utilizzo degli strumenti democratici a nostra disposizione. Lo stiamo facendo per dare un futuro al Paese". Landini sostiene anche la necessità di "cambiare il modello di fare impresa e il modello economico e sociale" e di arrivare fino "ad una legge sulla rappresentanza. Quando in un Paese ci sono sei milioni di persone che pur lavorando sono povere perché non arrivano a 10-11mila euro l'anno vuol dire che c'è un livello di ingiustizia infinito. Siamo in un Paese che ha visto l'aumento degli profitti e degli extraprofitti e delle diseguaglianze. Oggi la battaglia è questa, che non è una battaglia di resistenza. Ma per dare un futuro al Paese e cambiare le scelte sbagliate fatte in questi anni".  

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Aborto e autonomia differenziata

Tra i temi affrontati dal segretario della Cgil c'è anche l'aborto. "Mi sembra che la destra voglia impedire alle donne di decidere sul loro corpo. Siamo di fronte ad una pericolosissima regressione. C'è una logica di comando e controllo”. Poi aggiunge: "Questa cosa contro le donne è molto grave perché è un elemento contro la democrazia del Paese. È una logica pericolosa, sbagliata e regressiva". Landini si è espresso anche sulla questione dell'autonomia differenziata, definendola “una follia pura”. “Se pensiamo alla sanità e guardiamo quello che sta succedendo – continua - abbiamo 12 regioni su 20 che dichiarano già adesso di non essere nella condizione di garantire i livelli di assistenza minimi garantiti dalla Costituzione. Abbiamo quasi cinque milioni di persone che non si curano perché non hanno i soldi per farlo. Anziché fare sistema e discutere di ciò che si fa in Europa, qualcuno pensa che bisogna fare l'autonomia differenziata". Poi conclude: "Siamo radicalmente contrari a questa logica, per noi bisogna applicare la Costituzione e rivoluzionare il nostro Paese cambiando e applicando i principi della Costituzione".

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