Crisi idrica, la Sicilia chiede lo stato di emergenza nazionale

Cronaca
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Il governo regionale ha preso questa decisione nel corso dell’ultima giunta in conseguenza al lungo periodo di siccità e alla rilevante riduzione delle riserve di acqua in tutta la regione. “La siccità in Sicilia sta diventando drammatica” ha detto il presidente della Regione Renato Schifani

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La regione Sicilia chiede lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica. Il governo regionale guidato da Renato Schifani ha preso questa decisione nel corso dell’ultima giunta in conseguenza al lungo periodo di siccità e alla rilevante riduzione delle riserve di acqua in tutta la regione. Il provvedimento dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri e l’obiettivo è quello di garantire acqua potabile ai cittadini e l'approvvigionamento idrico ai settori agricolo e zootecnico, oltre che alle imprese impegnate nei cantieri nell'Isola. 

Il commento di Schifani

“La siccità in Sicilia sta diventando drammatica” commenta Schifani. “La Regione ha già messo in campo una serie di azioni per mitigare la crisi, aiutando i settori produttivi e limitando i disagi ai cittadini, ma servono anche urgenti interventi statali per operare su reti e sistemi di approvvigionamento idrico e per sensibilizzare i cittadini a un uso più razionale della risorsa. Inoltre, sono necessari sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di adempimenti per le imprese del settore agricolo e zootecnico che sono in gravissima difficoltà”. 

Fiume Po in secca a Torino, 3 febbraio 2023. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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Stato di crisi idrico

La Regione, nelle scorse settimane, aveva già dichiarato lo stato di crisi idrico sia per l'uso potabile che per quello agricolo-zootecnico, nominando anche due commissari. Per i settori produttivi interessati sono state avviate le procedure per provvedimenti per circa 5,5 milioni di euro che prevedono sgravi dai canoni dei consorzi di bonifica e misure di semplificazione amministrativa. È stato costituito anche un osservatorio regionale sugli utilizzi idrici per monitorare costantemente lo stato degli invasi e delle riserve di acqua.

Il fiume Po nel comune di Boretto. Boretto (Reggio Emilia), 13 aprile 2023. ANSA/LUCA ZENNARO

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Gli interventi della protezione civile

La protezione civile regionale ha indicato in una relazione una serie di interventi a breve e a medio termine per mitigare la crisi. Questi prevedono la riduzione dei consumi delle utenze idropotabili, interventi sugli invasi, campagne di informazione e sensibilizzazione per il risparmio, interventi per reperire risorse alternative (come dissalatori mobili e navi con moduli dissalativi), acquisto di autobotti e silos per la distribuzione in luoghi pubblici, utilizzo di pozzi e sorgenti, riparazione di reti idriche, ammodernamento degli impianti di dissalazione nei siti dismessi di Porto Empedocle, Paceco-Trapani ed eventualmente anche Gela. Il costo delle azioni a breve termine è di 130 milioni di euro, mentre di quelle a medio termine è di 590 milioni di euro.

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