Il trapper Jordan Jeffrey Baby trovato morto nel carcere di Pavia

Cronaca
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Stava scontando una pena a 4 anni e 4 mesi per una rapina avvenuta in un sottopassaggio della stazione di Carnate nei confronti di un operaio nigeriano insieme al trapper romano Traffik. Il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo lancia l'allarme sui detenuti morti in carcere

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Jordan Tinti, nome d'arte Jordan Jeffrey baby, è stato trovato morto nel carcere di Torre del Gallo a Pavia. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe tolto la vita. Stava scontando una pena a 4 anni e 4 mesi per una rapina avvenuta in un sottopassaggio della stazione di Carnate (Monza e Brianza) nei confronti di un operaio nigeriano insieme al trapper romano Traffik. All'uomo avevano rivolto minacce e frasi inequivocabilmente razziste come "ti ammazziamo perché sei nero". La scena era stata ripresa da un video poi postato sui social.

Trasferimento in comunità

Tre mesi fa Jordan era stato stato trasferito in una comunità pavese, dopo aver ottenuto la misura dell'affidamento terapeutico. Il trapper aveva tentato di togliersi la vita in passato e aveva confidato al suo avvocato di avere subito maltrattamenti e abusi durante la sua detenzione. La misura era stata poi sospesa dal Tribunale di Sorveglianza dopo il ritrovamento nella sua stanza di uno smartphone e un pacchetto di sigarette. 

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Un passato controverso

Jordan aveva iniziato a fare musica da giovanissimo, ma ben presto si era fatto notare per una serie di comportamenti "estremi". Nel 2020 era stato interdetto dalla città di Pordenone dopo aver urinato sui verbali della polizia, che lo aveva scoperto in possesso di droga in un bed and breakfast. Uscito dalla questura aveva postato un altro video in cui faceva sesso con una ragazza che non aveva dato il suo consenso alla pubblicazione, scrivendo "ecco che cosa faccio alla figlia del poliziotto".

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Sindacato Polizia Penitenziaria: "Triste realtà nelle carceri"

Il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo ha commentato l'ennesima morte in carcere di un detenuto: "Il suicidio del rapper Jordan Tinti avvenuto nel carcere di Pavia, ad un giorno dai festeggiamenti dell’anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, ci riporta alla triste realtà quotidiana dei suicidi nei primi 70 giorni dell’anno arrivati a 22 e alle altre emergenze delle nostre carceri", ha detto Di Giacomo. "Purtroppo, questo ennesimo caso abbassa sempre più l’età dei suicidi nei penitenziari con una media over 40 e numerosi over 30 e riguarda i soggetti più fragili che hanno più bisogno di assistenza specie psicologica", conclude.

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