Dossieraggio, indagato Gravina. I legali: "Chiarita la sua posizione"

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Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo in Commissione: "La gravità dei fatti è estrema. Credo che le azioni di Striano non siano individuali. Ho chiesto di essere ascoltato affinché vengano colti i fatti e i problemi e per allontanare il pericolo di disinformazione, speculazione e letture strumentali di vicende che riguardano delicate funzioni statuali". Il presidente della Figc è stato iscritto nel registro degli indagati dai pm di Roma con l'accusa di autoriciclaggio

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"La nostra richiesta di essere auditi nasce da un semplice, sincero spirito di collaborazione istituzionale che crediamo sia doveroso". È iniziata con queste parole l'audizione alla Commissione Antimafia del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, in merito all'inchiesta di Perugia relativa ai presunti dossieraggi: "La gravità dei fatti in corso è estrema - ha aggiunto - Bisogna sottolineare la complessità estrema della corretta e rigorosa gestione delle banche dati dove confluiscono quelle e altre non meno delicate informazioni al fine della repressione dei reati". Nei giorni scorsi era stato lui stesso a chiedere di essere sentito, così come il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, che sarà ascoltato invece domani mattina alle 10. Entrambi saranno poi sentiti domani anche al Copasir, Melillo alle 12.30 e Cantone alle 14.30. Intanto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di autoriciclaggio dai pm di Roma nell'inchiesta aperta nei giorni scorsi. Gravina è stato indagato a sua tutela: il presidente della Figc, così facendo, è stato ascoltato alla presenza dei suoi legali e ha potuto chiarire la sua posizione. 

Melillo: "Polemiche scomposte per incrinare immagine Antimafia"

"Ho chiesto di essere ascoltato affinché vengano colti i fatti e i problemi e per allontanare il pericolo di disinformazione, di speculazione e di letture strumentali di vicende che riguardano delicate funzioni statuali - ha detto Melillo - Per tacere delle punte di scomposta polemica che sembrano mirare non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all'avanzamento degli equilibri del sistema ma ad incrinare l'immagine dell'ufficio e a delegittimare l'idea di istituzioni neutrali come la Procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d'Italia".

Melillo: "La nostra banca dati non è un buco nero"

"Potrà essere interessante rilevare - ha proseguito Melillo - che nella nostra banca dati, ben lontana dall'essere un mostro nero, si ritrova una ridotto numero delle Sos (segnalazioni di operazioni sospette) generate nel sistema finanziario e trasmesse dall'unità di informazione finanziaria".

Melillo: "Valutare adeguatezza strumenti per tutela segreto"

Melillo ha poi aggiunto: "La consapevolezza della serietà estrema dei rischi che gravano sull'immagine di trasparenza, correttezza e affidabilità di tutte le istituzioni che gestiscono informazioni riservate, credo potrà utilmente contribuire a valutare l'adeguatezza degli attuali strumenti legislativi tecnologici e gli assetti della pubblica amministrazione necessari per assicurare la tutela del segreto d'ufficio e investigativo, ma anche la protezione di persone coinvolte dall'eventuale uso abusivo di quelle informazioni e di ogni altro patrimonio informativo, ma anche a tutelare la sicurezza della Repubblica".

Melillo: "Esiti sconfortanti da ispezione sicurezza sistemi"

Nel luglio del 2022 Melillo spiega di aver avviato "un'attività di ispezione supervisionata da ispettori" con "stress test" che hanno messo in evidenza "preoccupanti vulnerabilità del sistema Ares e della banca dati" ed ha avuto "esiti sconfortanti". È stata rilevata "una profonda difficoltà, con deficit cognitivo dell'intera struttura" una sorta di "subalternità cognitiva della struttura". Inoltre "l'ispezione ministeriale ha rilevato diverse vulnerabilità in grado di compromettere l'integrità, la confidenzialità e la disponibilità dei dati trattati". Prima "un solo magistrato" era addetto al servizio Sos mentre "oggi quattro magistrati partecipano alla gestione del servizio Sos", ha specificato Melillo, il quale ha anche spiegato di aver compiuto "un profondo rinnovamento dei quadri di polizia giudiziaria addetti al servizio Sos, non perché sospettassi ma per introdurre principi di rotazione per determinate funzioni. E c'era gente che la svolgeva da 20 anni".

Melillo: "C'è mercato parallelo di informazioni riservate"

"C'è un mercato parallelo di informazioni riservate", ha detto Melillo, la questione è capire se "è regolato da casualità, frutto magari solo della debolezza dei sistemi digitali che le contengono, o se ci sono logiche più sofisticate e ampie". Poi ha ricordato che i tribunali "sono discretamente affollati di procedimenti per accessi abusivi". In un altro passaggio Melillo ha aggiunto: "mille altre indagini si sono concluse con l'acquisita prova del singolo accesso abusivo e la richiesta di giudizio del singolo ufficiale di polizia giudiziaria".

Dettaglio delle mani di una persona che lavora al computer in un'immagine diffusa dall'Hacking Team il 9 luglio 2015. ANSA

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Melillo: "Credo che azioni di Striano non siano individuali"

Le condotte di Striano, ha detto Melillo, "mi paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale. Credo ci siano molti elementi che confliggano con l'idea di un'azione concepita e organizzata da un singolo ufficiale ipoteticamente infedele. Uno dei punti centrali della procura di Perugia sarà comprendere la figura e il sistema di relazioni di Striano". È "una mia personale valutazione. Ma - ha aggiunto - ho una discreta esperienza anche come vittima di autentici dossieraggi abusivi come quelli ritrovati negli archivi paralleli della sede Sismi affidati a Pio Pompa nel 2006".

Melillo: "Sos strumento fondamentale, uso deve essere rigoroso"

Secondo Melillo "le Sos sono strumenti essenziali contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. E inoltre sono uno strumento fondamentale anche per l'esercizio delle funzioni di impulso e coordinamento investigativo del mio ufficio. Le Sos sono strumenti delicatissimi, contengono dati, notizie e informazioni in grado di profilare chiunque e di rivelare la natura delle nostre relazioni personali e sociali: da questo deriva che l'uso delle Sos deve essere circondato dal massimo rigore delle procedure di accesso e di controllo successivo e deve avvenire nei limiti e all'esclusivo fine dell'attribuzione di ciascuna istituzione coinvolta".

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Il caso Gravina

"In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni, pur non risultando indagato, Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima", hanno affermano i legali Leo Mercurio e Fabio Viglione. L'oggetto del procedimento riguarda vari aspetti su presunte irregolarità: dall'assegnazione del bando del 2018 per il canale tematico della Lega Pro di calcio alla Isg Ginko alla compravendita sfumata di una collezione di libri antichi nella disponibilità di Gravina, nonché l'acquisto di un appartamento a Milano da parte del numero uno della Federcalcio. Proprio quest'ultimo tassello del fascicolo sarà attentamente valutato dagli inquirenti in relazione alla questione di competenza territoriale e su una eventuale trasmissione alla procura meneghina del procedimento. Secondo l'accusa dei pm umbri, Striano avrebbe ricevuto una "soffiata" sull'affidamento dell'appalto della Lega Pro e poi effettuato una serie di accessi per recuperare altre notizie su Gravina, che nei mesi scorsi è stato ascoltato come testimone a Perugia. Il tenente della Gdf, "d'accordo con Laudati, avrebbe preparato un'informativa per i magistrati sostenendo di averli ricevuti come elementi informativi provenienti dalla Procura di Salerno (dettaglio poi risultato falso, ndr) e da quest'ultima acquisiti nell'ambito di proprie attività investigative". Gli inquirenti umbri dopo avere accertato l'accesso abusivo di Striano hanno valutato comunque l'opportunità di inviare gli atti a Roma al fine di verificare eventuali illeciti e in particolare il ruolo svolto da Gravina nella sua veste, all'epoca dei fatti, di presidente della Lega Pro.

Costa: "Pronto emendamento per secretazione"

"Ho scritto un emendamento che presenterò la prossima settimana al decreto sicurezza ora all'esame della Commissione Giustizia della Camera per far sì che le 'Segnalazioni di operazioni sospette' vengano coperte dal massimo segreto sin dall'inizio", annuncia intanto il deputato di Azione Enrico Costa, commentando con l'Ansa l'inchiesta di Perugia sugli oltre 800 accessi abusivi alle banche dati per raccogliere informazioni anche su personaggi politici. "Nel 2023 ci sono state 150mila segnalazioni di operazioni sospette, per la stragrande maggioranza finite nel nulla. È incivile che finiscano sui giornali", spiega Costa. Le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) rappresentano le transazioni finanziarie sospette che gli operatori sono tenuti a segnalare e sulla cui legalità la magistratura deve fare luce. Pasquale Striano, coinvolto nell'inchiesta di Perugia, avrebbe compiuto ripetute ricerche su queste transazioni, senza trovare informazioni rilevanti. Ora, la proposta di Costa, che verrà concretizzata con l'emendamento al decreto sicurezza, è quella di mettere il segreto anche nella fase precedente a quella delle indagini preliminari. Dove il codice prevede comunque la secretazione degli atti.

Una ricostruzione di un hacker con il suo computer che tenta di entrare in un sito. Torino 20 luglio 2021 ANSA/TINO ROMANO

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