Compleanno il 29 febbraio, quando si festeggia negli anni non bisestili

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Generalmente genitori e figli decidono di festeggiare il compleanno il 28 febbraio o il primo marzo o di considerare l'orario di nascita

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“Anno bisesto anno funesto” è il noto proverbio sull’anno bisestile che forse vale di più per i bambini nati il 29 febbraio, una data che compare sul calendario una volta ogni quattro anni e che costringe ciclicamente i festeggiati ad aspettare un quadriennio per festeggiare il giorno esatto di nascita. I nati in questo giorno sono chiamati leapers, dall’inglese “saltatori”, che deriva da leap year (anno del salto). Ma i nati il 29 febbraio quando devono soffiare sulle candeline? Una regola univoca non esiste: sarà il singolo leaper a decidere quando ricevere i regali, se il 28 febbraio o il primo marzo.

Si può decidere in base all'orario di nascita

Si contano circa 5 milioni di “leapers” nel mondo. Gli anni bisestili comportano un giorno in più in agenda, e creano non poca confusione per i piccoli nati in quella data straordinaria e per i loro genitori, indecisi inevitabilmente sul giorno in cui riunire amici e parenti e festeggiare l’età che avanza del figlio. Le alternative più gettonate sono tre. C’è chi opta per il 28 febbraio, sostenendo che l’ultimo giorno del secondo mese dell’anno sia più preciso; chi, al contrario, preferisce festeggiare il 1° marzo essendo nato il giorno successivo al 28 febbraio. Esiste pure una terza opzione, meno popolare, che consiste nel considerare l’orario di nascita: se si è nati di mattina, si festeggia il 28, mentre dopo mezzogiorno, si aspetta il primo marzo.

Intoppi burocratici

I veri problemi, però possono essere legati alla burocrazia, ai documenti legali e persino a Facebook. Il social network ad esempio non contempla quella data tra quelle da inserire come compleanno al momento dell'iscrizione. Anche raggiungere la maggior età può essere un problema, infatti c'è anche chi sceglie di cambiare la propria data di nascita sui documenti, in modo da non mandare in confusione la burocrazia. Anche se la legge prevede che i documenti di identità e riconoscimento siano “rilasciati o rinnovati con validità fino alla data, corrispondente al giorno e mese di nascita del titolare, immediatamente successiva alla scadenza che sarebbe altrimenti prevista per il documento medesimo”. Per questo i nati il 29 febbraio ricevono una carta d'identità che ha validità di 14 anni, anziché 10 anni.

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