Morte Navalny, Salvini: "Avvelenamento? Saranno i giudici a chiarirlo"

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Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si esprime in merito alla morte dell'oppositore di Putin. Dichiarazioni che hanno provocato la reazione del leader di Azione Carlo Calenda, che ha promesso di verificare i rapporti tra Lega e Russia

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Dopo le contestazioni durante la Fiaccolata di Roma, Matteo Salvini è tornato ad esprimersi in merito alla morte del dissidente russo Alexei Navalny, avvenuta il 16 febbraio nella colonia penale di Kharp. “Difficilmente riesco a sapere cosa succede in Italia, come posso giudicare cosa è successo dall'altra parte del mondo? Capisco la posizione della moglie di Navalny, bisogna fare chiarezza. Ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi”, ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ribadendo una posizione che resta ambigua agli occhi dell’opposizione. “Le contestazioni alla Lega da parte della sinistra ci sono tutti i giorni, sulla Tav, sul Ponte sullo stretto, sulla riforma del fisco e della giustizia. Noi eravamo in piazza per chiedere chiarezza e la fine di tutti i conflitti aperti. Tutte le fesserie sui legami con la Russia sono state archiviate, i giudici hanno detto non esiste nulla”, ha aggiunto. 

La risposta di Azione

La risposta di Carlo Calenda è arrivata a breve giro di posta. Il leader di Azione, che si è occupato in prima persona di organizzare la Fiaccolata in memoria di Navalny, ha richiesto a Salvini di confermare la disdetta dell’accordo con Russia Unita e ha affermato di voler approfondire quelli che sarebbero i legami tra la Russia e gli imprenditori che finanziano la Lega.

Anche Mara Carfagna, presidente di Azione, ha criticato nel corso di un’intervista a Sky TG24 Start l’atteggiamento di Salvini: “Non è la prima volta che Salvini tende a minimizzare le responsabilità del regime russo. Che lo faccia ora, dopo l'orrore della morte di Navalny, della persecuzione che Navalny ha subito, è oggettivamente sorprendente”.

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“Non servono indagini penali”

Anche il portavoce della Commissione Europea Peter Stano ha detto la sua sulle parole del ministro della Lega: “La posizione dell'Ue sui dossier di politica estera, incluso quello relativo alla morte o all'assassinio di Navalny, è stata oggetto di una dichiarazione a 27. E vuol dire che è stata concordata anche dall'Italia”, ha affermato. “Non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la sua morte, considerate le continue intimidazioni di cui è stato vittima”.

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