Generazione ansia, come aiutare i minori stranieri non accompagnati?
CronacaNona puntata del podcast "Generazione anZia" con la storia di Hemdam, arrivato in Italia a 13 anni: "Ho iniziato a star male da subito". Dalla comunità al primo lavoro, così è iniziato il suo percorso per superare l'ansia
Alla fine del 2023 i minori stranieri non accompagnati in Italia erano circa 24 mila. Il 90% sono maschi e poco più di un quarto arriva dall’Egitto. Dopo la Sicilia, la Lombardia è la regione che ne accoglie il numero maggiore in particolare l’area metropolitana di Milano.
Anche Hemdam è arrivato dall’Egitto nel 2014. Ha viaggiato da solo a 13 anni. Ha lasciato nel suo paese la mamma e i fratelli.
Hemdan è arrivato a Milano dove ha alcuni parenti poi è stato ospitato in una comunità per minori a Novara dove è rimasto per due anni. Quando è tornato a Milano, Hemdam ha iniziato a non stare bene. Dopo alcuni accessi in pronto soccorso è stato preso in carico dal Progetto Migranti della neuropsichiatria infantile del Policlinico di Milano. I suoi problemi fisici nascondevano un malessere profondo.
Oggi Hemdam è maggiorenne, ha concluso il suo percorso, lavora, ha una casa e una fidanzata.
In aumento i minori stranieri non accompagnati seguiti nel centro di salute mentale
Ma come Hemdan sono tanti i minori stranieri non accompagnati che necessitano di un percorso specialistico per i disturbi di natura psichiatrica la maggior parte delle volte dovuti allo stress post traumatico causato dall’abbandono del proprio paese, della famiglia e dal viaggio per raggiungere l’Italia.
A seguire Hemdan al Policlinico di Milano è stata Paola Maffeis, psicoterapeuta che coordina il progetto Migranti.
Sono in aumento i minori stranieri non accompagnati che arrivano da voi negli ultimi mesi?
Sono 40 l’anno, negli ultimi tre anni, i nuovi accessi. Nella maggior parte dei casi sono ragazzi che arrivano per disturbi del comportamento, gesti autolesivi e disregolazione emotiva. Alcuni hanno tentato il suicidio.
Quali sono i primi interventi?
Dopo averli presi in carico da un punto di vista sanitario, la prima cosa che facciamo è uno screening nei centri di prima accoglienza. Questo ci permette di individuare i ragazzi ad alto rischio in modo da fare una segnalazione tempestiva al servizio di neuropsichiatria. Quando si trovano in un paese così diverso dal loro è fisiologico un periodo di disadattamento. E’necessario intervenire quanto prima.
Cosa accade negli ultimi anni?
Quello che stiamo osservando è un aumento dei ragazzi che aveva già disturbi prima ancora di arrivare in Italia. Molto spesso partono senza sapere cosa troveranno e cosa potranno fare. Spesso sottovalutano il gap della lingua e della cultura. E hanno aspettative altissime rispetto alla realtà che trovano. Tutto questo spiega l’impatto pesante che hanno nei primi mesi e il riacutizzarsi di disturbi già presenti e la nascita di nuovi.
Il podcast Generazione anZia
Generazione AnZia”, è il podcast di Sky tg24 che parla della Generazione Z e dell’ansia, una fusione tra due parole e due entità spesso, entrambe, non così riconosciute. In questo podcast, a cura di Emanuela Ambrosino e Marianna Bruschi, l’approccio è stato quello di partire dalle storie e di affiancare sempre un riscontro medico. Insieme al Centro Giovani Ponti degli ospedali San Paolo e San Carlo di Milano abbiamo raccolto le voci di Mirna, Matteo, Greta e Aurora. Hanno vissuti diversi, età simili, livelli diversi di ansia. Nel podcast sentirete il loro racconto, le sensazioni, le paure, le difficoltà, ma anche il percorso di terapia che li ha aiutati a poter dire “sì, oggi sto bene”. Sono disponibili le prime due puntate della serie, su tutte le piattaforme audio e sul sito di Sky tg24.