Minacce di morte all'ad Rai Roberto Sergio per aver difeso Israele, assegnata la scorta

Cronaca
©IPA/Fotogramma

La Procura di Roma ha ricevuto un'informativa relativa a insulti social diretti verso l'amministratore delegato. L'indignazione è stata originata dalla lettura durante "Domenica In" di un comunicato di solidarietà nei confronti del popolo israeliano, dopo le parole di Ghali: "Stop al genocidio"

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Per la prima volta nella storia della Radio Televisione Italiana, un amministratore delegato è stato messo sotto scorta dal Viminale. È il caso di Roberto Sergio, messo sotto tutela dopo aver ricevuto, insieme alla sua famiglia, minacce di morte in seguito al comunicato stampa letto in diretta da Mara Venier nel corso della puntata di domenica 11 febbraio di “Domenica In”. La Procura di Roma ha, infatti, ricevuto un’informativa e, al momento, l’incartamento è stato sottoposto all’attenzione del procuratore capo Francesco Lo Voi.

“Quello che sta accadendo è sconcertante”

“Mai nella storia della Rai ci si è trovati con un obbligo di scorta per l'ad. Quello che sta accadendo a Roberto Sergio e che ha costretto il ministero dell'Interno a proteggerlo è sconcertante. Segno di un'abitudine congenita a sinistra di far tracimare la legittima critica in intolleranza e violenza. Alla solidarietà doverosa e non rituale, aggiungo all'amico Sergio l'incoraggiamento ad andare avanti nella costruzione di una Rai finalmente equilibrata, è lo strumento fondamentale con il quale informare i cittadini”, ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (FdI). Anche Matteo Salvini, così come la ministra Daniela Santanché e il gruppo di Fdi in Vigilanza, ha difeso Sergio: “La mia solidarietà umana e culturale a Roberto Sergio e totale condanna per chi insulta e minaccia professandosi ’pacifista’”. La solidarietà per gli insulti è arrivata, inoltre, da Giuseppe Conte, che resta contrario alle scelte di comunicazione (che sono anche scelte politiche) della RAI. 

Un momento degli scontri tra manifestanti contro il genocidio in corso a Gaza e le forze dell'ordine all'esterno degli studi Rai di Napoli, 13 Febbraio 2024. ANSA/CIRO FUSCO

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Cosa è successo

Nella nota, la Rai si è dimostrata solidale nei confronti di Israele in seguito all’invito di Ghali di fermare il genocidio nella striscia di Gaza. A quel punto, il capo dell’Ambasciata israeliana a Roma, Alon Bar, ha espresso il suo disappunto nei confronti delle parole del cantante in un post su X. Per Bar, il problema principale consisteva nel non aver fatto alcun riferimento all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Sergio ha deciso, dunque, di prendere le posizioni dell’ambasciatore, attraverso il comunicato letto da Venier: “Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano, e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini, del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta”. La conduttrice ha aggiunto: "Sono le parole, che ovviamente condividiamo tutti, del nostro amministratore delegato Roberto Sergio".

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Le proteste

La presa di posizione della Rai ha suscitato l’indignazione di parte del "popolo del web", che ha scelto di non restare dietro a uno schermo, ma di scendere in strada per far sentire la propria voce. Le proteste hanno avuto luogo di fronte alle sedi Rai di Roma, Torino – dove sono state lanciate delle uova contro gli agenti – e Napoli – dove hanno suscitato clamore le manganellate delle forze dell’ordine ai manifestanti. 

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