Valle Aniene, Aula verde: l'opera di Andreco per la giustizia climatica

Cronaca

Da una collaborazione tra l’artista ed esperti di ecologia forestale dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRET), nasce Aula Verde, un’opera di arte contemporanea e una Nature-Based Solution, ovvero una soluzione basata sulla natura e uno spazio per la socializzazione aperto a tutti

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Aula Verde è un’opera d’arte contemporanea che nasce nella Valle dell'Aniene, da una commistione tra ricerche scientifiche, filosofiche e sociali, e diventa anche una Soluzione Basata sulla Natura per la Giustizia Climatica. È questo l’obiettivo del progetto, descritto nell’articolo pubblicato da Scientific Reports di Nature, scritto dall’artista Andrea Conte (Andreco) in collaborazione con due scienziate del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRET) e altri esperti internazionali.  

Aula Verde

Il progetto

Da una collaborazione tra l’artista Andrea Conte di studio Andreco e esperte di ecologia forestale dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRET), è nata Aula Verde, un’opera di arte contemporanea e una Nature-Based Solution (NBS), soluzione basata sulla natura e uno spazio per la socializzazione aperto a tutti. La progettazione e la realizzazione dell’Aula Verde sono state descritte in un articolo scientifico recentemente pubblicato su Scientific Reports di Springer Nature, il più influente editore scientifico al mondo. La ricerca dimostra l’importanza di adottare un approccio partecipativo e multidisciplinare per enfatizzare il valore degli alberi nel contrasto alla crisi climatica e per il benessere degli umani e degli ecosistemi. Tra gli autori del paper anche Qing Li, medico giapponese esperto di medicina forestale, Amanda Boetzkes, teorica dell’arte e dell’estetica contemporanea esperta in arte ed ecologia dell’Università di Guelph (Canada), Rocco Pace del centro di ricerca Eurac di Bolzano, Laura Passatore e Serena Carloni del CNR-IRET. L’articolo ha combinato concetti di ecologia e silvicoltura urbana con l’ecologia politica, le scienze umane e l’arte rigenerativa.  

"Metodo di riforestazione artistico e sociale"

“L’Aula Verde è un metodo di riforestazione artistico e sociale che nasce dalla volontà di trovare azioni collettive per la giustizia climatica e dalla necessità di sperimentare approcci progettuali ecocentrici come risposta all’antropocentrismo e all’estrattivismo” spiega Andrea Conte (Andreco), artista visivo e dottore di ricerca in ingegneria ambientale, fondatore della startup Futurecologies e dell’associazione Climate Art Project. “Abbiamo creato un ponte tra arte, scienza ed ecologia politica, discipline apparentemente lontane, per ripensare al meglio i luoghi in cui viviamo considerando la complessità delle urgenze contemporanee. L’inclusione degli abitanti risulta fondamentale per la riuscita del progetto”, continua l’artista ideatore di questo concetto di Aula Verde. L’Aula Verde, realizzata nella Riserva Naturale Valle dell’Aniene in collaborazione con Insieme per l’Aniene e un gruppo di cittadini, per il progetto Flumen di Climate Art Project, consiste in cerchi concentrici di alberi disposti in modo tale da dare l’impressione di essere all’interno di una stanza interamente immersa nella natura. “Le specie di alberi sono state selezionate sulla base delle condizioni ecologiche del sito e per contribuire alle criticità ambientali locali” spiega Laura Passatore, ricercatrice del CNR IRET e coordinatrice dello studio. “Si tratta, infatti, di salici e pioppi bianchi, piante capaci di movimentare volumi di acqua molto importanti. Posizionati vicino alle rive del tratto urbano del fiume Aniene, hanno la potenzialità di smaltire l’acqua delle inondazioni dovute a piogge intense”, prosegue la scienziata. Attraverso un software specifico, sono stati misurati i servizi ecosistemici derivanti dall’opera. È stato stimato che, a maturità, gli alberi dell’Aula Verde potranno intercettare e restituire all’atmosfera 48mila litri di acqua piovana all’anno e che tra 50 anni potranno assorbire fino a 48 tonnellate di carbonio e 11 Kg di inquinanti atmosferici, tra cui ozono, diossido di azoto e PM10.  

I benefici

Oltre ai benefici di natura più strettamente ambientale, sono stati presi in considerazione i “Servizi Ecosistemici Culturali”, ovvero benefici non materiali che le persone ottengono dal contatto con la natura.  Tra questi, i più importanti si sono rivelati i valori spirituali, emozionali ed estetici, nonché la fonte di ispirazione che fluiscono dall’Aula Verde a chi la frequenta. “La ricerca medica ha messo in correlazione la frequentazione di boschi con effetti di prevenzione e curativi nei confronti di malattie legate allo stile di vita”, scrive nell’articolo Qing Li, immunologo della Nippon Medical School. “La medicina forestale ha dimostrato come la pratica dello shinrin-yoku (bagno nella foresta) rinforzi le funzioni immunitarie, riduca la pressione sanguigna e il battito cardiaco, riduca gli ormoni legati allo stress fisico e mentale, apportando effetti di prevenzione su patologie tumorali, ipertensione e depressione”, precisa l’esperto. “Questi dati rappresentano solo la punta dell’iceberg di tutti i benefici derivanti dalle complesse interazioni tra piante e genere umano, difficilmente descrivibili solo in termini numerici. L’esperienza diretta del contatto con gli alberi, come all’interno dell’Aula Verde, può probabilmente comunicare, più di molti numeri e parole, la stretta interrelazione tra alberi ed esseri umani” continua Laura Passatore.  Un’altra particolarità di questo metodo dell’Aula Verde descritto nell’articolo è che la fase realizzativa avviene tramite una performance collettiva dove i cittadini portando bandiere dedicate al paesaggio e agli ecosistemi. “Queste azioni performative hanno una natura intrinsecamente politica e modificano gli spazi pubblici attraverso l'organizzazione collettiva. In questo senso, le pratiche in gioco in Aula Verde potrebbero essere considerate una forma di attivismo ecologista. L'artista Andrea Conte (Andreco) cerca anche di costruire una conoscenza pubblica sui fiumi e su gli altri ecosistemi urbani; una conoscenza che attraversa la sfera scientifica e quella sociale, e che rifiuta la divisione in competenze specializzate. Nell'era del cambiamento climatico, questo ricorso al potere trasformativo dell'arte segna anche un passaggio epocale verso un'epoca di ecologia politica. È in questo senso che discutiamo di Aule Verdi attraverso le scienze, la storia dell'arte e la politica del cambiamento climatico.” conclude Amanda Boetzkes.

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