Chiara Ferragni, anche Pigna interrompe collaborazione: “Stop dovuto a sanzione autorità”

Cronaca
Chiara Ferragni/Instagram

La società di Alzano Lombardo ha deciso di bloccare i rapporti commerciali che aveva con le aziende collegate all’influencer cremonese "nel rispetto del proprio codice aziendale, che esclude la collaborazione con soggetti sanzionati dalle autorità competenti". Come ha specificato Pigna, la relazione era meramente commerciale e riguardava "la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l’ufficio"

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La Cartiere Paolo Pigna Spa ha interrotto i rapporti commerciali con le aziende collegate a Chiara Ferragni. Secondo quanto dichiarato all’Ansa dai vertici della società, la decisione sarebbe stata assunta "nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi".  

Cos'è successo

Quanto deciso dall'azienda di Alzano Lombardo (Bergamo), conferma le voci, rimbalzate su alcuni organi di stampa, sulla cessazione della collaborazione con l'influencer basate anche sulla rimozione della pagina "Chiara Ferragni Limited Edition" sul sito della Pigna: il risultato, aprendo la pagina è "Errore 404". La collaborazione tra Pigna e le aziende che fanno riferimento a Chiara Ferragni "è stata di natura unicamente commerciale - tengono a precisare dall'azienda - e ha riguardato la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l'ufficio".

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L’indagine

Nelle scorse settimane l’influencer cremonese è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano con l'ipotesi di truffa aggravata per la vicenda del pandoro Pink Christmas della Balocco, delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi. Tre vicende che hanno tutte come minimo comune denominatore la beneficenza, visto che i prodotti presentavano le vendite come collegate a donazioni a enti benefici. Se le uova di Dolci Preziosi sono state vendute a prezzo normale (e non risultano indagati i vertici aziendali), discorso diverso riguarda Balocco, i cui pandori hanno visto il prezzo salire a causa di questa collaborazione. Oltre a Chiara Ferragni e ad Alessandra Balocco, anche Fabio D'Amato, manager e braccio destro dell'imprenditrice, risulta indagato per truffa aggravata per i casi del pandoro e delle uova di Pasqua nell'inchiesta della Procura di Milano. Nel decreto con cui la Procura generale della Cassazione ha assegnato l'indagine per competenza a Milano, e non a Cuneo, dove si trova la Balocco, si è evidenziato come "l'enfatizzazione della finalità benefica" nella campagna promozionale del pandoro Pink Christmas, "amplificata dai mezzi di comunicazione" usati, tra cui i social, ha indotto "in errore i consumatori", che hanno "ritenuto" di contribuire al progetto benefico "la cui serietà era garantita anche dalla credibilità di una influencer da circa 30 milioni di follower", ossia Chiara Ferragni.

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Le aziende che hanno interrotto i rapporti

Pigna è solo l’ultima delle aziende che hanno sciolto i legami con l'imprenditrice. La prima è stata Safilo, che già a dicembre ha annunciato lo stop dell’accordo di licenza con Ferragni per la produzione e la distribuzione di occhiali da sole e da vista a marchio dell’influencer. Poi è stato il turno di Coca-Cola: l’azienda statunitense aveva già girato con Ferragni alcuni spot da mandare in tivù a partire da fine gennaio, in concomitanza con il Festival di Sanremo: poi è arrivato l’improvviso dietrofront e la scelta di bloccarli. Gli effetti delle indagini si notano anche sui suoi negozi, mai stati così vuoti soprattutto durante il periodo di saldi. Restano ancora legate a Ferragni aziende come Tod's, Calzedonia, Intimissimi, Velmar, Morellato, Nespresso e Arval Cosmetici.

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