Vince 2 mln al Gratta e Vinci, 2 amici accusano: "Pagato anche da noi, somma da dividere"

Cronaca

Finisce in tribunale la storia del piastrellista che risale al 2021. L’uomo è accusato dagli amici di non aver diviso il denaro. In tribunale ha replicato. “Sono tutte bugie, non ho mai giocato in società”

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Vince due milioni di euro al Gratta e Vinci ma due amici lo trascinano in tribunale sostenendo che il tagliando vincente era stata comprato insieme a loro e la vincita va divisa. Sotto accusa il piastrellista di origine brasiliana Ricardo G. T. che tre anni fa esatti ha vinto, in poco più di venti giorni, prima un ticket del Gratta e Vinci a Modena da 800 mila euro (incassato senza problemi), poi il 22 febbraio a Garda un tagliando da due milioni di euro. Cifra tutt’ora sotto sequestro dopo che due colleghi di lavoro, ed ex amici del 43enne, lo hanno denunciato per appropriazione indebita.

Il piastrellista: "Quel biglietto è mio, non ho giocato in società con nessuno"

Ieri, sul banco degli imputati, come riportano i giornali locali l'uomo si è difeso: "Gioco da anni, ho il mio sistema, avevo vinto un milione di euro 40 giorni prima. Il 22 febbraio 2021 ho acquistato il biglietto a Torri del Benaco poi sono andato al lavoro, a Pai. Ho sempre continuato a fare il piastrellista, mi piace. Conosco Christian, ho lavorato per lui, Giovanni fa un po’ di tutto, ma soprattutto lavori di tinteggiatura”.  “Quello che hanno detto sono tutte bugie, quel biglietto è mio, non ho mai giocato in società con nessuno perché ho la mia strategia, che non dico”, ha proseguito rispondendo alle domande del pm Alberto Sergi. “È vero solo che la sera del 22 febbraio ero a casa di Giovanni quando ho cominciato a grattare i tagliandi che avevo preso con la vincita in tabaccheria a Garda. I tagliandi sono rintracciabili. Quando ho scoperto la vincita ho esultato e lui ha chiesto se poteva fare una foto”.

La versione degli amici

I due colleghi, Giovanni e Christian, lo hanno denunciato sostenendo che quel tagliando era stato acquistato in società. E che Ricardo si era rifiutato di dividere: per questo è a processo davanti al giudice Sabrina Miceli. “Quel tagliando  - dicono - lo abbiamo acquistato insieme, quindi la vincita va suddivisa in tre. Tra noi c’era un patto ben preciso, avevamo anche contattato un notaio, ma Ricardo ci ha tradito e all’ultimo momento ha tentato di incassare da solo tutto il maxi malloppo”.  

 

Una ricevitoria del centro storico dove si tenta la fortuna giocando al SuperEnalotto, Roma, 19  Aprile 2012. ANSA / MARIO DE RENZIS

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