"Mi tocca tanto la storia di questa signora perché anche io sono andato vicino alla disperazione, poi ho reagito e sono stato forte, ma è qualcosa che ho visto da vicino” dichiara a Repubblica il giovane di Parma aggredito da uno squalo in Australia e attaccato dalla blogger nei giorni scorsi
Matteo Mariotti , il giovane di Parma attaccato lo scorso 9 dicembre in Australia da uno squalo che gli ha staccato una gamba, è in cura all’ospedale Rizzoli di Bologna dove sta per provare la sua prima protesi. Matteo è rimasto colpito dalla tragedia di Giovanna Pedretti, la titolare di una pizzeria nel lodigiano che si è tolta la vita dopo essere stata presa di mira da Selvaggia Lucarelli che l’ha accusata di aver falsificato una recensione sul suo ristorante. "Mi dispiace moltissimo per Giovanna, la sua storia mi ha toccato perché anche io sono andato vicino alla disperazione per tutto l’odio ricevuto sui social. Avrei voluto parlarle prima, confrontarmi con lei, adesso è troppo tardi", racconta a La Repubblica.
Il padre di Matteo
Il padre di Matteo Mariotti racconta al quotidiano: “Selvaggia Lucarelli chiedeva i preventivi delle protesi mentre lui era in terapia intensiva”. Poi aggiunge: “io credo che se è una giornalista possa andare a vedere quanti soldi hanno mandato in Romagna dopo l’alluvione, che non hanno visto un euro, invece che perseguitare noi. Mentre lei accusava Matteo, alcune persone gli hanno scritto che era meglio se moriva, ma io voglio solo chiedere una cosa: a che titolo parla Lucarelli? Io ho riportato a casa vivo mio figlio e mi interessa solo questo, i social non li ho e sto meglio così, ma si possono fare anche dei danni grossi” conclude l'uomo.
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Io darò voce a questo problema
L’odio divampato online ha segnato il ragazzo di Parma che ricorda: “Io ero in rianimazione, intubato e Lucarelli mi accusava sui social di aver truffato. Dei miei amici avevano fatto una raccolta di fondi per le mie cure, lei disse che le spese erano a carico del Servizio sanitario nazionale e quindi quei soldi non potevano essere per le mie cure, era tutto falso. Voglio riuscire a spiegare un giorno cosa significa ritrovarsi addosso tutte quelle offese, non poter reagire, è terribile. Io darò voce a questo problema, in questi giorni mi preparo a un passaggio delicato per la mia salute, ma ho preso a cuore questo tema”.
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Una tempesta di insulti
“ Io adesso devo pensare a curarmi, ma appena potrò non starò in silenzio, spiegherò per filo e per segno cosa significa essere in una tempesta di insulti. Io sono una persona diversa, non accuso nessuno, non voglio cadere nel gioco di chi odia” dichiara Matteo. Poi torna sulla storia di Giovanna Pedretti: “ Io quando ho letto di questa vicenda ho telefonato a un amico e sono rimasto ore a parlare di lei: mi ha turbato moltissimo. Adesso voglio che la gente sappia che le ondate di insulti gratuiti hanno delle conseguenze. Riesco benissimo a capire cosa ha provato questa signora. Sono cose pesanti, andrebbero regolate per legge”.