Geo Barents, la nave di Msf in navigazione verso la zona Sar con il maltempo
CronacaLe onde alte, il mare mosso e il maltempo accompagnano la Geo Barents verso la zona Sar, la zona di ricerca e salvataggio. Con il meteo avverso, i piani della giornata della crew di Medici Senza Frontiere possono cambiare
Le onde alte, il mare mosso e il maltempo accompagnano la Geo Barents verso la zona Sar, la zona di ricerca e salvataggio. Con il meteo avverso, i piani della giornata della crew di Medici Senza Frontiere possono cambiare.
Se non si può continuare nella pulizia degli spazi adibiti all’accoglienza delle persone salvate, si lavora per sistemare i kit che verranno, poi, dati ai migranti: il cibo, gli spazzolini, vestiti asciutti e puliti, tutto il necessario che viene fornito a bordo. “Abbiamo notato negli ultimi tempi che sono molto contenti di poter tagliare o aggiustare i capelli o la barba prima di raggiungere l’Italia. Li rende felici, li fa sentire bene” racconta Margot, vice capo progetto e la responsabile dell’accoglienza.
In navigazione con il maltempo
“Con il brutto tempo e con le onde alte siamo limitati nelle cose da fare – spiega Margot – non avrebbe senso ripulire e asciugare le zone dove ospitiamo le persone salvate con questo tempo, così continuiamo nella sistemazione del cibo, e dei beni primari che distribuiamo alle persone a bordo, dagli spazzolini ai vestiti, dalle coperte ai giochi per bambini”.
“Considerato che abbiamo salvato 336 persone nell’ultima missione, lo scorso 29 dicembre, c’è molto ancora da fare per rimettere tutto in ordine ed essere pronti al prossimo salvataggio” aggiunge.
Nonostante il brutto tempo, dunque, si continua a lavorare mentre si naviga, anche con riunioni e corsi di formazione di primo soccorso.
“Ci vorranno ancora dei giorni per poter essere pronti del tutto ad affrontare e gestire i prossimi salvataggi”, dicono ancora i membri della crew della Geo Barents.
Sono giorni di preparazione e studio, di corsi e prove.
Si susseguono le riunioni sul contesto politico ed economico in cui si opera, per dare così un quadro generale a tutte le persone impegnate sulla Geo Barents della situazione geopolitica dei Paesi da cui partono i barconi, come Libia e Tunisia, e dei Paesi dove approdano le navi di salvataggio, come l’Italia.
Illustrando le leggi e i regolamenti, si spiega a tutti – anche a chi viene da oltreoceano, considerato che ci sono anche australiani, canadesi e argentini nel gruppo di salvataggio – il quadro politico europeo e dei Paesi di provenienza delle persone che vengono salvate in mare. Le divisioni politiche in Libia, gli accordi con la Tunisia ma anche l’accordo con la Turchia e con l’Albania vengono spiegati nei minimi dettagli ai membri della crew.
Vengono, poi, forniti i dati dei salvataggi in mare che dimostrano come la maggior parte siano effettuati dalla Guardia Costiera italiana, dalle motovedette della Giardia di Finanza e dai Carabinieri, mentre l’8,5% viene effettuato dalle ONG.
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Le segnalazioni dei barconi in difficoltà
Le segnalazioni dei barconi in difficoltà possono arrivare da più parti, da Alarm Phone che riceve gli sos e allerta le navi nelle vicinanze, dagli aeroplani che sorvolano il mediterraneo, dal Centro di coordinamento di Roma o di Malta – ed è questa una delle circostanza in cui una ONG può effettuare più salvataggi nonostante siano vietati dalla legge approvata in Italia a febbraio del 2023 – o con gli avvistamenti dalla nave. Tutti i membri della crew di Msf sono, infatti, impegnati quotidianamente nell’avvistamento dei barconi di fortuna. A turno, di giorno e di notte c’è sempre qualcuno con il binocolo per scorgere, anche se lontani, i barconi carichi di persone in difficoltà.
Una volta scattata la segnalazione, mediatori e il gruppo esperto di zona Sar e salvataggi si vestono con tute ed elmetto per raggiungere le persone in difficoltà con i due gommoni a disposizione della nave. A quel punto, una volta raggiunto il barcone o i barconi, le persone soccorse vengono portat, a bordo del gommone, fino alla nave dove mano a mano vengono visitate e controllate.
Con la nuova legge, varata dal governo Meloni, ora il porto dove attraccare viene assegnato molto celermente, “il più delle volte però – spiega Celine, capo missione sulla Geo Barents – sono porti molto lontani che costringono le persone salvate, spesso molto traumatizzate dal viaggio, a molte ore di navigazione anche in caso di patologie mediche importanti. Questo significa mettere ancora di più in difficoltà le persone salvate”. “Per noi – aggiunge – significa perdere ore inutili mentre in mare c’è chi ha bisogno di aiuto”.
“Noi siamo le prime persone che vedono una volta arrivati a bordo – spiega ancora Margot – ed è per questo importante dare loro subito le informazioni necessarie per la permanenza a bordo e spiegare loro cosa accadrà nelle ore successive”.
E mentre ci si prepara, in vista dell’avvicinarsi alla zona di ricerca e soccorso, con il calare della sera, con le onde che si ingrossano, la pioggia che cade sui ponti e batte sugli oblò termina un’altra giornata di lavoro sulla nave, iniziata molto presto al mattino.