Regione Lombardia a Fedez: "Con vostra donazione 14 posti in terapia intensiva, non 150"

Cronaca

Il cantante ha preso le difese della moglie nel caso sul pandoro Balocco, ricordando anche le donazioni e le raccolte fondi del periodo della pandemia. I conti però non tornano alla Fondazione Fiera Milano e alla Regione Lombardia che smentiscono il cantante: "Dichiarazioni imprecise e fuorvianti"

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Fedez difende Chiara Ferragni e finisce anche lui nella bufera. Dopo il caso scoppiato sul pandoro Balocco griffato, che è costato all’influencer una maxi multa dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta, il cantante ha preso le parti della moglie attaccando direttamente la premier Giorgia Meloni e aprendo un botta e risposta anche con la Regione Lombardia. Fedez nel suo video pubblicato su Instagram ha ricordato come la coppia non sia nuova a iniziative benefiche, come la raccolta fondi organizzata nella fase più brutta della pandemia di Covid. “Abbiamo fatto una raccolta fondi da 4 milioni di euro - ha dichiarato il rapper - e abbiamo costruito una terapia intensiva da 150 posti letto in 10 giorni che ha permesso di salvare centinaia di vite. Al governo e alla Regione Lombardia sono serviti 10 milioni di euro per costruirne una dopo mesi”. 

La replica di Fondazione Fiera Milano

La replica non si è fatta attendere. In primis la Fondazione Fiera Milano, che ha realizzato la struttura ospedaliera all’inizio della pandemia, ha smentito quanto affermato da Fedez. "Non è assolutamente vero - si legge in una nota - che" l'ospedale "è stato realizzato in ritardo, anzi: il 19 è arrivata l'autorizzazione ai lavori, il 30 marzo l'ospedale apriva e il 6 aprile veniva ricoverato il primo paziente". Come precisato dalla Fondazione, "in 10 giorni di lavoro è stata costruita da zero una struttura di eccellenza. Complessivamente sono stati curati, nei due anni di emergenza, 538 pazienti gravi, tutti intubati e ventilati artificialmente. L'ospedale in Fiera è nato per iniziativa di Fondazione Fiera Milano, è stato interamente finanziato insieme a centinaia di persone e migliaia di benefattori, da importanti nomi dell'economia italiana a Pietro, tredici anni, che decise di devolvere la propria paghetta. Non un euro pubblico è stato utilizzato". Quella dell'ospedale in Fiera "resta una straordinaria best practice, che è stata presa a modello e replicata, ad esempio, a Berlino", ha rimarcato Fondazione Fiera Milano che ha ritenuto, con il comunicato, "doveroso fare chiarezza rispetto alle provocazioni e alle inesattezze espresse con veemenza, nelle ultime settimane, da Fedez. Lo dobbiamo ai nostri donatori e a quanti - medici, infermieri e maestranze - hanno partecipato con il loro lavoro alla costruzione e al funzionamento dell'Ospedale in Fiera".

Giorgia Meloni, Chiara Ferragni, Fedez

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Fedez smentito anche da Regione Lombardia

Le parole di Fedez sono state riprese anche dalla Regione Lombardia che, nonostante abbia sottolineato l'importanza e il merito per tutte le donazioni effettuate, ha smentito quanto dichiarato dal cantante. "I posti letto di terapia intensiva che sono stati ricavati nella struttura realizzata grazie alle donazioni raccolte da Fedez e Chiara Ferragni erano 14 e non 150. All'ospedale in Fiera, invece, grazie alle donazioni di oltre 6.000 donatori privati, anche semplici cittadini, si è potuto realizzare un vero reparto di terapia intensiva con 157 posti letto, che ha potuto ricoverare e curare 538 pazienti". Sul tema dell'entrata in funzione delle due strutture "occorre ricordare - precisa la nota della Regione Lombardia - che dal primo paziente ricoverato nella tensostruttura del San Raffaele, il 23 marzo 2020, a quello ricoverato in Fiera, il 6 aprile 2020, sono trascorsi solo 14 giorni, motivati dalla differente complessità degli interventi e dal numero assolutamente più elevato dei posti letto messi a disposizione nell'ospedale in Fiera". La precisazione "era doverosa da parte di Regione Lombardia" per "ringraziare ancora una volta i 6.000 donatori dell'Ospedale in Fiera che, con la loro grande sensibilità, hanno permesso di curare e salvare la vita a centinaia di malati. Questo episodio di generosità non deve rischiare di essere 'svalutato' da dichiarazioni imprecise e fuorvianti - conclude il comunicato - che poco c'entrano con i gesti di solidarietà che tanti lombardi hanno manifestato durante la pandemia". 

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