Omicidio Cecchettin, domani l'autopsia di Giulia. Turetta verrà interrogato dal pm

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Il giovane potrebbe decidere di parlare mentre aveva rilasciato solo alcune dichiarazioni spontanee nell'interrogatorio di garanzia con il Gip. Il 22enne si trova nella casa circondariale di Montorio a Verona. I familiari hanno scelto di non incontrarlo ancora, la rinuncia è stata motivata con la necessità di ricorrere a un aiuto psicologico. Venerdì mattina ci sarà anche l'autopsia sul corpo della ragazza. Per i funerali toccherà al padre decidere la data, quasi sicuramente in un giorno della prossima settimana

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Filippo Turetta, in carcere per l'omicidio di Giulia Cecchettin, sarà interrogato domani dal pm Andrea Petroni. Il giovane potrebbe decidere stavolta di parlare davanti agli inquirenti mentre in occasione dell'interrogatorio di garanzia con il Gip aveva rilasciato solo alcune dichiarazioni spontanee. Ieri i suoi genitori hanno rinunciato a incontrare il figlio in carcere. Il 22enne si trova nella casa circondariale di Montorio a Verona e, da quanto si è appreso, la rinuncia è stata motivata con la necessità di ricorrere a un aiuto psicologico, sia per il giovane che per i suoi genitori. Intanto, sono ormai emersi quasi tutti i dettagli dell'omicidio di Giulia Cecchettin, e mancano soltanto gli accertamenti tecnici per precisare il quadro indiziario. Per i funerali di Giulia toccherà al padre, Gino, decidere la data, quasi sicuramente in un giorno della prossima settimana. Prima ci sarà l'autopsia sul corpo della ragazza, già programmata per venerdì 1 dicembre, in mattinata. Dopo il nulla osta della magistratura per la tumulazione, è certo soltanto che le esequie verranno celebrate nella basilica di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova (TUTTI I NUMERI SULLA VIOLENZA DI GENERE).

Turetta a Giulia: "Devi stare con me, non con le amiche"

È emerso che Turetta avrebbe manifestato, dalla fine della relazione con Giulia, sempre più insistenza verso di lei. "Devi stare con me, non con le tue amiche”, le diceva. E le diceva anche che pensava "solo ad ammazzarsi”. Nelle ultime settimane, prima che lei l'11 novembre venisse uccisa da Turetta, tra l'altro, alcuni atteggiamenti e comportamenti dell'ex fidanzato ed episodi specifici avevano portato la 22enne ad avere sempre più "ansia" e "paura" che le potesse accadere qualcosa. Ora dai messaggi e dagli audio che i legali della famiglia della studentessa stanno raccogliendo - nell'ambito di autonomi accertamenti per aiutare le indagini della Procura di Venezia - risulta che Giulia era sempre più spaventata e che Turetta le avrebbe rinfacciato di passare troppo tempo con la famiglia invece che con lui e di trascurarlo a favore delle amiche, di cui era "geloso". Risposte su questi aspetti potrebbero arrivare anche dalle analisi sui due telefoni che sarebbero stati trovati nell'auto: quello di Filippo ma anche quello di Giulia.

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La strategia difensiva di Turetta

Già nelle sue dichiarazioni del 28 novembre, davanti alla giudice Benedetta Vitolo, con cui ha ammesso l'omicidio dicendosi "affranto" e pronto a "pagare", Turetta ha messo nero su bianco elementi che fanno ritenere che la linea difensiva punterà su due fronti: da un lato, escludere la premeditazione, su cui la Procura di Venezia ha diversi indizi, tra cui i due coltelli che avrebbe portato con sé, e dall'altro verificare eventuali patologie psichiche. Se nel processo fosse riconosciuta un'incapacità totale verrebbe assolto per non imputabilità, mentre un vizio parziale porterebbe ad uno sconto di pena. "Sto cercando di ricostruire nella mia memoria - ha detto il 21enne - le emozioni e quello che è scattato in me quella sera".

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