Strage di Cutro, ok del gup a Palazzo Chigi e Viminale come parti civili al processo

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Accolte dal giudice anche le richiesta della Regione Calabria, dei superstiti e dei parenti delle vittime. Nel naufragio del 26 febbraio morirono 94 persone, fra cui molti bambini, e ci furono almeno una decina di dispersi. Agli imputati - tre scafisti, due pachistani e un turco, mentre per un quarto si sta procedendo con rito abbreviato - vengono contestati, in concorso tra loro, i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento

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Lo Stato entra nel processo in corso a Crotone per il naufragio del barcone carico di migranti che il 26 febbraio, davanti alla spiaggia di Cutro, provocò la morte di 94 persone, tra cui molti bambini, e in cui ci furono almeno una decina di dispersi. Il gup di Crotone Elisa Marchetto, nel processo con rito abbreviato ad uno dei presunti scafisti, ha accolto la costituzione di parte civile avanzata dall'Avvocatura dello Stato per conto della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell'Interno. Agli imputati - tre scafisti, due pachistani e un turco, mentre per un quarto si sta procedendo con rito abbreviato - vengono contestati, in concorso tra loro, i reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento (LO SPECIALE MIGRANTI).

Le decisioni del gup

Nel corso dell'udienza l'Avvocatura dello Stato ha chiesto un milione di euro di risarcimento ed è stata accolta anche l'istanza dell'Avvocatura regionale per conto della Regione Calabria, che ha chiesto un risarcimento di 500 mila euro. Il gup ha accolto anche la costituzione delle numerose parti civili dei superstiti e dei parenti delle vittime del naufragio. L'udienza è stata poi rinviata al prossimo 7 febbraio su richiesta del difensore di Gun Ufuk, l'avvocato Salvatore Falcone, di sentire l'imputato.

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La questione Consap

La decisione di Palazzo Chigi supera, di fatto, le polemiche che avevano fatto seguito all'istanza presentata dalla Consap, ente interamente partecipato dal ministero dell'Economia all'interno del quale è istituito il Fondo garanzia vittime della strada che comprende anche le vittime degli incidenti in mare. Il legale della Consap, la senatrice Giulia Bongiorno, aveva presentato un'istanza per chiedere che la società venisse estromessa dal processo come responsabile civile. La Consap, tra l'altro, era stata citata in giudizio dopo l'istanza che era stata presentata, nel corso della prima udienza del processo, dall'avvocato Barbara Ventura, legale di alcuni superstiti del naufragio. La richiesta di estromissione presentata dalla Consap aveva suscitato reazioni negative in quanto i rappresentanti dei familiari delle vittime, costituitisi parte civile, avevano espresso la preoccupazione che un organismo dello Stato non volesse dimostrarsi solidale con le vittime. Era stato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ad affermare subito che si trattava "solo di schermaglie processuali" e che "qualsiasi decisione sarebbe stata presa dall'Avvocatura dello Stato". Da parte sua il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, aveva assicurato che "lo Stato non si gira assolutamente dall'altra parte e farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime del naufragio". "In realtà - dice l'avvocato Ventura - quella di Palazzo Chigi è una decisione tutto sommato prevedibile, alla luce soprattutto delle dichiarazioni del vicepresidente Tajani. La questione centrale, però, resta quella del ruolo della Consap nel giudizio. In mancanza, infatti, di un dietrofront formale dell'ente, la decisione se il Fondo di garanzia debba risarcire o meno i familiari delle vittime è rimessa tutta nelle mani del Tribunale".

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Il legale dei superstiti: "Sembra un atto simbolico"

Secondo l'avvocato Francesco Verri, che insieme ad altri legali sta assistendo un gruppo di superstiti, "la costituzione di parte civile del governo è piuttosto tardiva, visto che siamo già alla terza udienza. Dall'esecutivo ci saremmo aspettati, piuttosto, che ritirasse la richiesta di uscire dal processo presentata dalla Consap. E invece il governo, costituendosi parte civile, chiederà un risarcimento ai presunti scafisti, che però non hanno un soldo né per i familiari, né per lo Stato. Quindi questa costituzione sembra più un atto simbolico. Il tema vero è: il Fondo risarcirà le famiglie delle vittime oppure no? Il verdetto a questo punto è tutto nelle mani del tribunale".

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