Lo ha deciso la Corte d'Assise d'appello Milano che ha ribaltato la sentenza di primo grado di condanna a sei anni per "morte come conseguenza di altro reato", ossia condotte di stalking sulla compagna trovata impiccata il 31 maggio 2016. Il legale della famglia: "Faremo ricorso in Cassazione"
A sette anni dalla sua morte, la giustizia italiana ha stabilito che la stilista milanese Carlotta Benusiglio non è stata uccisa, ma si sarebbe tolta la vita. La Corte di Assise di appello di Milano ha infatti assolto Marco Venturi, imputato per il caso della stilista e fidanzata di 37 anni, trovata impiccata con una sciarpa ad un albero nei giardini di piazza Napoli, a Milano, la notte del 31 maggio 2016. Una decisione con cui la Corte d'Assise ha ribaltato la sentenza di primo grado di condanna a sei anni per "morte come conseguenza di altro reato", ossia condotte di stalking sulla compagna. La Procura generale aveva chiesto 30 anni per omicidio volontario. Venturi è stato assolto sia dall'imputazione della condanna di primo grado che da quella di omicidio. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 40 giorni.
La rabbia della madre
"Spero che Carlotta non veda". Sono le poche parole, dette a caldo ai cronisti, da Giovanna Palazzi, la madre di Carlotta Benusiglio, dopo la sentenza. Sia la madre che la sorella di Carlotta, Giorgia, sono andate via dall'aula della Corte d'Assise di Milano arrabbiate e sconvolte per il verdetto.
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Le telecamere e il litigio
Per la pubblica accusa contro l'imputato ci sono i fotogrammi delle telecamere che lo immortalano nel luogo in cui Carlotta perde la vita, i tempi serrati della morte della giovane più compatibili con un omicidio che con un suicidio, ma anche le tante versioni che Venturi offre agli investigatori. Secondo la ricostruzione di chi non crede all'innocenza dell'indagato, la sera del 31 maggio 2016 la coppia litiga, lui la strangola, quindi inscena l'impiccagione lasciandola adagiata a un albero nei giardini di piazza Napoli, con una sciarpa intorno al collo. Una versione che non ha convinto la Corte che, invece, abbraccia la tesi difensiva: quello di Carlotta non è un omicidio.
Il legale di Venturi: "Decisione coraggiosa"
La Corte ha assolto Venturi, con la formula "perché il fatto non sussiste", da tutte le imputazioni, da quella originariamente contestata di omicidio volontario e da quella di "morte come conseguenza di altro reato", come era stata riqualificata nel processo abbreviato di primo grado. E lo ha assolto anche dall'accusa di stalking nei confronti della fidanzata. E' stato, infine, prosciolto "per non doversi procedere" per prescrizione da un episodio di lesioni nei confronti della giovane, mentre un altro episodio per lo stesso reato era già caduto in primo grado. "E' stata una decisione coraggiosa che condivido pienamente", ha commentato il difensore, l'avvocato Andrea Belotti. "Capisco la reazione dei parenti di Carlotta Benusiglio, però credo anche che siano state create troppe aspettative in questo procedimento e sarebbe stato più corretto essere realistici fin dall'inizio". Questa sentenza, ha aggiunto il legale, "ci dice che c'è una ragazza che si è suicidata".
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Il legale della famglia: "Andremo in Cassazione"
Venturi è passato negli anni da testimone a indagato per istigazione al suicidio in via di archiviazione, fino ad accusato di omicidio volontario e poi condannato per morte come conseguenza di stalking. Oggi l'assoluzione. E' scontato, però, che il processo, dopo oltre sette anni dai fatti, arriverà anche in Cassazione. "Cercheremo la verità e cercheremo di dare giustizia a Carlotta", ha commentato Pier Paolo Pieragostini, legale di parte civile, ossia la madre e la sorella della stilista, con l'avvocato Gian Luigi Tizzoni. Si può ricorrere sull'omicidio (la morte come conseguenza di altro reato tra poco si prescriverà, ndr). La Procura generale valuterà e farà i suoi passi. Il ricorso", ha concluso, "è scontato".