Incidente bus Mestre, 21 candele nel luogo della tragedia. Iniziano i rimpatri delle salme

Cronaca
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Nel punto in cui martedì un bus turistico è precipitato da un viadotto, causando la morte di 21 persone, in tanti si stanno recando per lasciare peluche, fiori, palloncini o per recitare una preghiera. Mentre proseguono le indagini, oggi all'obitorio dell’ospedale dell'Angelo dovrebbero iniziare i primi rimpatri delle bare mentre si attendono gli esiti dell’autopsia effettuata sul corpo dell'autista del pullman. Cade intonaco da un altro cavalcavia in zona

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Ventuno candele, una per ciascuna delle vittime dell’incidente di martedì sera, quando un bus turistico è precipitato da un viadotto a Mestre (Venezia), sono comparse oggi nel luogo dello schianto accanto a peluche, fiori, ghirlande, palloncini lasciate dai cittadini della zona mentre continua il viavai di persone che raggiungono il luogo della tragedia per lasciare un ricordo, farsi il segno della croce o recitare una preghiera. Oggi intanto all'obitorio dell’ospedale dell'Angelo di Mestre dovrebbero iniziare i primi rimpatri delle salme mentre si attendono gli esiti dell’autopsia effettuata sul corpo dell'autista del pullman, che probabilmente potrebbero emergere domani nel corso di un punto stampa in Procura. Intanto un altro cavalcavia di Mestre ha richiesto l'intervento, tra ieri pomeriggio e le prime ore di oggi, per la rimozione di intonaco pericolante, segnalato da alcuni passanti. Si tratta del cavalcavia-ferrovia "Della Giustizia", uno dei manufatti cittadini più antichi, risalente al primo decennio del secolo scorso. Si trova a poca distanza dal cavalcavia di Mestre e permette di superare la linea ferroviaria per Treviso e Trieste. I vigili del fuoco hanno riscontrato varie parti di intonaco ammalorato, che rischiava di cadere sui binari ferroviari o sui convogli in transito.

Sportello unico Comune per velocizzare rientro salme

Anche per tutta la giornata di oggi resterà aperto uno Sportello unico del Comune di Venezia per velocizzare il rilascio delle pratiche per il rientro delle bare delle vittime del bus, in particolare il passaporto mortuario. I consolati stranieri stanno raccogliendo le diverse volontà delle famiglie, alcune delle quali sembrano preferire la cremazione a Venezia e la successiva consegna dell'urna con le ceneri. Al momento nessuna salma ha lasciato la camera mortuaria dell'Ospedale all'Angelo di Mestre. Su richiesta, il Comune si è già offerto di farsi carico delle spese di rimpatrio delle salme.

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L’inchiesta

Le condizioni obsolete della struttura dove è avvenuta la tragedia e le ormai anacronistiche misure di sicurezza avevano già interessato in qualche modo l'autorità giudiziaria lagunare, tanto che le "carte" sul manufatto sarebbero state già acquisite oltre un anno fa dalla Procura, assieme ai progetti per il consolidamento e ristrutturazione, compresi quelli sul rifacimento delle protezioni laterali. Non ne sarebbe scaturita un'inchiesta vera e propria, ma una acquisizione di informazioni, senza sviluppi. La tragedia del bus ha rimesso tutto in gioco, risollevando i dubbi sui presunti ritardi nell'esecuzione della ristrutturazione del cavalcavia, avviata da alcune settimane nella rampa di salita, e non in quella di discesa dove è avvenuto il disastro.

Ass. consumatori: centinaia alert su stato cavalcavia

"Abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni in questi giorni. Ne avevamo ricevute molte anche in passato sullo stato di degrado dell'infrastruttura e sulla sua pericolosità e adesso, come spesso accade in Italia, siamo nella condizioni in cui tutti sapevamo ma nessuno ha fatto niente", ha detto all'AGI Carlo Garofolini, presidente dell'Associazione dei Consumatori di Mestre parlando della manutenzione del cavalcavia. Già in passato si erano verificate cadute di calcinacci che, se anche non minacciavano la tenuta dell'infrastruttura, indicavano comunque uno stato di cattiva manutenzione. Elementi che avevano portato almeno un anno fa la Procura ad accendere i riflettori raccogliendo informazioni sullo stato del cavalcavia. "Non sta emergendo nulla di nuovo, era tutto ampiamente segnalato - ha poi aggiunto - si tratta di una infrastruttura costruita negli anni '60 senza il traffico di oggi, senza i pesanti mezzi elettrici". 

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Le condizioni dei feriti

Ieri, sul fronte clinico dei sopravvissuti, a Mestre è stato dimesso il primo dei feriti, un cittadino tedesco di 28 anni, le cui condizioni erano migliorate negli ultimi giorni. È il padre della bimba di un anno e 5 mesi, la vittima più piccola dell'incidente. La mamma della bambina, di 27 anni, è in cura nel reparto di terapia intensiva. Migliorano le condizioni dei feriti. Le pazienti più gravi, tre ricoverate all'ospedale di Padova e la giovane tedesca a Mestre, pur essendo ancora in condizioni critiche, sono state definite "stabili" dai sanitari. Sempre all'ospedale di Mestre risulta migliorata rispetto a ieri la situazione di una donna ucraina di 40 anni, che domani potrebbe lasciare la Terapia intensiva. Migliora la giovane francese di 21 anni ricoverata all'ospedale di Dolo, che domani verrà dimessa dalla Terapia intensiva per essere portata in reparto. Ulteriore miglioramento anche per il paziente tedesco di 33 anni ricoverato a Treviso, le cui condizioni nei giorni scorsi erano risultate critiche. Notizie positive anche per la donna ucraina di 33 anni, per la quale si ipotizza una dimissione in tempi brevi dalla terapia intensiva. La situazione degli altri pazienti - in tutto sono sempre 14 - risulta invariata rispetto a ieri.

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