Roma, un giovane scrittore e content creator sostituisce una svastica con una poesia
CronacaIl giovane venticinquenne di Matera ha conquistato i social con i suoi brevi testi sull’amore e i problemi esistenziali di una generazione che riscopre la poesia incontrandola per le strade. Questa volta si presenta con un contenuto nuovo che simboleggia l'atto di "cancellare l'odio della società"
“Cancellare la svastica non vuol dire soltanto ripulire quel luogo, vuol dire andare a togliere una parte di odio che appartiene a molte persone” racconta il Poeta della Serra, un giovane scrittore che preferisce non rivelare il proprio nome. Ha 25 anni e gestisce l’omonima pagina che su Instagram raggiunge oltre trecentomila follower. Il 4 ottobre ha postato sui suoi profili un video in cui cancella una svastica disegnata su un pilastro di Piazza Mazzini, a Roma, e al suo posto ha lasciato un cartello con una poesia che recita
‘Cancellate l’odio dalla vostra vita e sarà più sana oltre che più pulita’
“Non è stato facile lavarla via - racconta - mi ci è voluta più di un’ora, sei spugnette abrasive e ho finito tutti i solventi che avevo portato. L’odio della società è difficile da cancellare come la svastica dal travertino. Apporre poi la poesia è stato il messaggio che ha completato l’atto della cancellazione.”
L’iniziativa è nata per caso: “Avevo una consegna da fare a mano, ho preso metro e bus, sono passato davanti alla piazza e ho visto le svastiche disegnate e ho pensato sarebbe stato bello mandare questo messaggio. Sarebbe bello se tutti cancellassimo una svastica ogni tanto.”
Poesia dove nessuno se lo aspetta
Il gesto a cui è dedicato il video è una novità per il Poeta della Serra, i cui interventi riguardano più spesso un altro tipo di oggetto.
“Scrivo le mie poesie sui cassonetti perché sono quanto di più non estetico può esistere per strada. Guardo cabine telefoniche, pali, panchine e non mi sembrano così brutti come invece i cassonetti, sono il simbolo del degrado per eccellenza, è una roba messa lì e fa ribrezzo”.
La scelta però non è meramente concettuale, dietro ogni poesia lasciata in giro c’è la precisa intenzione che più persone possibile possano trovarla. “Bisogna immedesimarsi nel passante per capire dove posa lo sguardo e su questa base decidere dove scrivere. La mia poesia deve essere di tutti dunque reclama supporti accessibili a tutti. Trovare la poesia per strada può essere un modo per incuriosire la gente, spingerla ad avvicinarsi a questo tipo di scrittura in un modo alternativo rispetto a quello che si fa studiando sui libri di scuola.”
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Da Matera a tutta l’Italia
Il progetto del Poeta della Serra è nato circa 11 anni fa, nella sua città, Matera. Il nome “rimanda al quartiere in cui sono cresciuto, Serra Venerdì. Quello che faccio è molto legato alla vita di quartiere. Mi sono trasferito a Roma, qui c’è tanto spazio per scrivere e voglio diffondermi in maniera capillare. Il punto di partenza è dove sono cresciuto ma nell’ultimo anno sono stato in tante altre città d’Italia solo per andare a scrivere.”
I suoi testi sono brevi perché le persone passano di fretta, magari scattano una foto veloce e vanno via; sono scritti spesso con il pennarello e colori sgargianti, appositamente per farsi notare in mezzo alla frenesia cittadina. Si parla di problemi esistenziali, amori complicati oppure si tratta di giochi di parole.
“Ho tanti amici che hanno problemi o gente che mi scrive sui social che mi chiede cosa fare in varie situazioni. Dai racconti, dai libri, dai social raccolgo il materiale per le mie poesie, anche se parto soprattutto dalle cose che mi toccano in prima persona.”
Non tutti però, racconta il ragazzo, apprezzano ciò che fa. “Alcuni mi insultano e pensano che io stia imbrattando le superfici pubbliche. Per quanto agli occhi della maggioranza è un bell’atto non metterà mai d’accordo tutti. C’è una diversità di pensiero incredibile ed è per questo che ho detto ‘io scrivo sui bidoni, ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerà ma non ha senso fermarsi solo perché c’è una fetta di persone a cui non andrà bene’.”
“I social sono una sfida con me stesso”
Nella sua routine quotidiana, il giovane scrittore prevede sempre un momento in cui, seduto davanti alla scrivania, pianifica i contenuti da postare. Le poesie vengono scritte sui secchi dell’immondizia ma anche su altri supporti come bicchieri, palloncini, addirittura preservativi: il pubblico social si stanca facilmente ed è necessario trovare sempre nuove idee.
“Il mio non è sempre il lavoro del poeta ispirato. Ci sono volte in cui scrivo poesie più lunghe che pubblico sui miei libri, mentre ci sono momenti in cui le cose più belle nascono sotto la pressione di avere tanti profili social da gestire, è una sfida continua con te stesso e con i contenuti che hai pubblicato prima. Il social nel suo volere sempre contenuti nuovi spinge a esplorare continuamente. Le idee non vengono crogiolandoci nello stesso brodo di tutti i giorni, ho bisogno di uscire, di cambiare posto. Dal semplice gesto di guardarmi attorno è nata la volontà di sostituire la svastica con una poesia, mi auguro che l’evoluzione sia continua e la mia mente resti sempre aperta a nuove idee.”